Bertini: " L'obiettivo deve essere realizzare un documento di indirizzo"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 7 ottobre 2013 - “Continua a diffondersi la notizia della prossima, costruenda stazione ad alta velocità di Bettolle, concepita sul modello dell’avanguardistica “ Mediopadana “. Continuano riflessioni, prese di posizione, tutte legittime, ma non tutte supportate da dati e ragionamenti sulla sostenibilità dell’impresa stessa– afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - . Non si è riflettuto e non si riflette a sufficienza, a mio giudizio, su alcuni punti che dovrebbero scoraggiare, anziché incoraggiare, la costruzione di questa infrastruttura . È a mio giudizio demenziale andare a rafforzare il reticolo ferroviario toscano , ossia la rete di un’altra Regione, quando si può ( e si deve ) potenziare la nostra rete, che da Ancona giunge in Umbria per prolungarsi fino al Lazio . La stazione di Bettolle ( o “MedioEtruria “ ) è la tomba di ogni ipotesi di infrastrutturazione dell’Aeroporto di Sant’Egidio , escludendolo da ogni collegamento all’Alta Velocità, relegandolo assurdamente a punto di passaggio di treni regionali e quindi azzoppandolo nelle sue potenzialità espansive ( con la variante alla Orte – Falconara potrebbe, forte di un bacino di oltre 300.000 persone, fino a 500.000 stimate, trasformarsi nel terzo aeroporto di Roma, con gli evidenti benefici per tutti ! ). La stazione di Bettolle significherebbe la fine di ogni collegamento tra Foligno e Roma, dal momento che i treni tutt’ora in funzione verrebbero cancellati senza che, con l’alta velocità, rimangano le fermate di prima . Le 9 coppie di treni che da Firenze transitano per Foligno proseguendo poi per Roma verrebbero soppresse. Non solo : la scelta di rafforzare la direttrice toscana significherebbe la collocazione della pietra tombale sulla costruzione della Galleria tra le Stazioni di Spoleto e Terni, prevista dal raddoppio della linea Orte – Falconara , opera che la Regione Toscana non ha mai visto di buon occhio. Realizzare la “ MedioEtruria “ quando esiste già Arezzo , significa buttare al vento 80 milioni di euro ! Se i “ Freccia Rossa” e i “ Freccia d’Argento “ dovessero passare per la “ MedioEtruria”, dovrebbero per forza decelerare da una velocità di circa 300 km/h ( attualmente procedono a 250 km/h, ma la loro velocità aumenterà con la nuova elettrificazione a 25.000 Volts e con il segnalamento europeo ERMTS 2° livello) a 100 km/h, per impegnare lo scambio in deviata per la linea lenta, cosa che imporrebbe ai treni che seguono di aumentare lo spazio di sicurezza, con perturbazione della capacità di frequenza della linea stessa. Tutti elementi, questi, che rappresentano un macigno sulla costruzione della nuova stazione e che dovrebbero dissuadere dal realizzarla . Esiste un’altra alternativa, ben più appetibile , che riguarda la tratta Terni-Foligno-Perugia-Arezzo –Firenze-Milano : la Regione Umbria deve richiedere almeno l’attivazione di tre coppie di treni “Freccia d’Argento” al giorno, per sostituire gli attuale treni regionali Foligno-Perugia-Firenze, e perché no anche da Napoli per Roma-Terni- Perugia- Firenze . Così si dà una risposta ai bisogni delle comunità, non sabotando e azzoppando l’ipotesi di variante per la Orte – Falconara fino al punto da lavorare, per una sorta di dispetto, all’esclusivo rafforzamento della tratta toscana con una stazione, quella della “MedioEtruria”, che avrebbe il solo risultato di allungare i tempi di percorrenza : attualmente, infatti, ferme restando le infrastrutture presenti, un treno della categoria “Freccia d’Argento” da Perugia a Firenze C.di Marte impiegherebbe 80 minuti di percorrenza, ed altri 135 minuti per raggiungere Milano; mentre con la “MedioEtruria” i tempi sarebbero più lunghi, poiché al cittadino di Perugia si imporrebbe un tempo per un cambio supplementare perfettamente evitabile. Insomma, un ‘opera inutile, non certo concepita nell’interesse degli umbri e men che meno di quei territori che rivendicano , a torto o a ragione, una qualche centralità . Viene da chiedersi perché certe forze politiche, che nello scacchiere regionale si fanno guerra sul piano verbale in altre situazioni, abbiano con tanta ottusità e veemenza degna di miglior causa sposato tutte insieme la causa prima del raddoppio della Orte – Falconara e oggi quella della “ MedioEtruria “. Insomma, i progetti si concepiscono in funzione dell’utilità che essi hanno per i cittadini o in virtù di interessi che nulla hanno a che spartire con il servizio pubblico e la sua missione ? Questo è il vero quesito da sciogliere per dissipare equivoci, malintesi e posizioni che rischiano di far rimanere l’Umbria ferma al palo del mancato sviluppo infrastrutturale, per meschini calcoli di bottega ed egoismi territoriali che recano danno agli stessi territori che li covano e li esprimono . Tutta l’Umbria deve uscire insieme dal gap infrastrutturale negativo che la separa da altre Regioni sul piano del trasporto su rotaia : questo obiettivo lo si raggiunge solo con progetti seri, credibili, basati su studi di fattibilità con analisi comparate dei costi. Vale per l’ipotesi di variante Orte – Falconara, vale per qualsiasi altra scelta strategica da compiere . Diversamente, si è legittimati a pensare che le logiche che guidano certe scelte non siano quelle dell’interesse pubblico” .
Gc13472.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 7 ottobre 2013 - “Continua a diffondersi la notizia della prossima, costruenda stazione ad alta velocità di Bettolle, concepita sul modello dell’avanguardistica “ Mediopadana “. Continuano riflessioni, prese di posizione, tutte legittime, ma non tutte supportate da dati e ragionamenti sulla sostenibilità dell’impresa stessa– afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - . Non si è riflettuto e non si riflette a sufficienza, a mio giudizio, su alcuni punti che dovrebbero scoraggiare, anziché incoraggiare, la costruzione di questa infrastruttura . È a mio giudizio demenziale andare a rafforzare il reticolo ferroviario toscano , ossia la rete di un’altra Regione, quando si può ( e si deve ) potenziare la nostra rete, che da Ancona giunge in Umbria per prolungarsi fino al Lazio . La stazione di Bettolle ( o “MedioEtruria “ ) è la tomba di ogni ipotesi di infrastrutturazione dell’Aeroporto di Sant’Egidio , escludendolo da ogni collegamento all’Alta Velocità, relegandolo assurdamente a punto di passaggio di treni regionali e quindi azzoppandolo nelle sue potenzialità espansive ( con la variante alla Orte – Falconara potrebbe, forte di un bacino di oltre 300.000 persone, fino a 500.000 stimate, trasformarsi nel terzo aeroporto di Roma, con gli evidenti benefici per tutti ! ). La stazione di Bettolle significherebbe la fine di ogni collegamento tra Foligno e Roma, dal momento che i treni tutt’ora in funzione verrebbero cancellati senza che, con l’alta velocità, rimangano le fermate di prima . Le 9 coppie di treni che da Firenze transitano per Foligno proseguendo poi per Roma verrebbero soppresse. Non solo : la scelta di rafforzare la direttrice toscana significherebbe la collocazione della pietra tombale sulla costruzione della Galleria tra le Stazioni di Spoleto e Terni, prevista dal raddoppio della linea Orte – Falconara , opera che la Regione Toscana non ha mai visto di buon occhio. Realizzare la “ MedioEtruria “ quando esiste già Arezzo , significa buttare al vento 80 milioni di euro ! Se i “ Freccia Rossa” e i “ Freccia d’Argento “ dovessero passare per la “ MedioEtruria”, dovrebbero per forza decelerare da una velocità di circa 300 km/h ( attualmente procedono a 250 km/h, ma la loro velocità aumenterà con la nuova elettrificazione a 25.000 Volts e con il segnalamento europeo ERMTS 2° livello) a 100 km/h, per impegnare lo scambio in deviata per la linea lenta, cosa che imporrebbe ai treni che seguono di aumentare lo spazio di sicurezza, con perturbazione della capacità di frequenza della linea stessa. Tutti elementi, questi, che rappresentano un macigno sulla costruzione della nuova stazione e che dovrebbero dissuadere dal realizzarla . Esiste un’altra alternativa, ben più appetibile , che riguarda la tratta Terni-Foligno-Perugia-Arezzo –Firenze-Milano : la Regione Umbria deve richiedere almeno l’attivazione di tre coppie di treni “Freccia d’Argento” al giorno, per sostituire gli attuale treni regionali Foligno-Perugia-Firenze, e perché no anche da Napoli per Roma-Terni- Perugia- Firenze . Così si dà una risposta ai bisogni delle comunità, non sabotando e azzoppando l’ipotesi di variante per la Orte – Falconara fino al punto da lavorare, per una sorta di dispetto, all’esclusivo rafforzamento della tratta toscana con una stazione, quella della “MedioEtruria”, che avrebbe il solo risultato di allungare i tempi di percorrenza : attualmente, infatti, ferme restando le infrastrutture presenti, un treno della categoria “Freccia d’Argento” da Perugia a Firenze C.di Marte impiegherebbe 80 minuti di percorrenza, ed altri 135 minuti per raggiungere Milano; mentre con la “MedioEtruria” i tempi sarebbero più lunghi, poiché al cittadino di Perugia si imporrebbe un tempo per un cambio supplementare perfettamente evitabile. Insomma, un ‘opera inutile, non certo concepita nell’interesse degli umbri e men che meno di quei territori che rivendicano , a torto o a ragione, una qualche centralità . Viene da chiedersi perché certe forze politiche, che nello scacchiere regionale si fanno guerra sul piano verbale in altre situazioni, abbiano con tanta ottusità e veemenza degna di miglior causa sposato tutte insieme la causa prima del raddoppio della Orte – Falconara e oggi quella della “ MedioEtruria “. Insomma, i progetti si concepiscono in funzione dell’utilità che essi hanno per i cittadini o in virtù di interessi che nulla hanno a che spartire con il servizio pubblico e la sua missione ? Questo è il vero quesito da sciogliere per dissipare equivoci, malintesi e posizioni che rischiano di far rimanere l’Umbria ferma al palo del mancato sviluppo infrastrutturale, per meschini calcoli di bottega ed egoismi territoriali che recano danno agli stessi territori che li covano e li esprimono . Tutta l’Umbria deve uscire insieme dal gap infrastrutturale negativo che la separa da altre Regioni sul piano del trasporto su rotaia : questo obiettivo lo si raggiunge solo con progetti seri, credibili, basati su studi di fattibilità con analisi comparate dei costi. Vale per l’ipotesi di variante Orte – Falconara, vale per qualsiasi altra scelta strategica da compiere . Diversamente, si è legittimati a pensare che le logiche che guidano certe scelte non siano quelle dell’interesse pubblico” .
Gc13472.red