Il tribunale dell’Unione europea ha annullato ieri tutti i bandi di concorsi per l’amministrazione pubblica Ue che l’Italia aveva contestato perché pubblicati soltanto in inglese, francese e tedesco, e non nelle altre lingue comunitarie, come previsto dalle norme Ue, determinando una discriminazione, quanto alle pari opportunità, dei potenziali candidati di diversa madrelingua. Questa sentenza è molto importante per tutti i cittadini dell’Unione.
La pronuncia dei giudici europei non è di poco conto perché costituisce una significativa conferma dell’eguaglianza fra le lingue dei paesi membri. I giudici europei hanno pienamente accolto la tesi italiana, stabilendo che i concorsi pubblici, per poter lavorare negli organismi Ue, devono essere svolti in tutte le lingue ufficiali dell’Unione. Gli italiani che desiderano lavorare nelle istituzioni Ue, per contribuire alla costruzione di un’Europa più unita e per arricchire il proprio percorso professionale vedono così riconosciuta pienamente la parità della nostra lingua e non alterate le loro legittime possibilità di successo nei concorsi pubblici banditi a tal fine. La sentenza del tribunale europeo, oltre a ribadire la necessità di pubblicare integralmente i bandi di concorso in tutte le lingue dell’Unione, si pronuncia anche sull’obbligo “non giustificato” di sostenere prove di selezione in una delle tre lingue (inglese, francese e tedesco). Dopo la sentenza dello scorso 27 novembre si tratta di un’ulteriore affermazione del principio di non discriminazione linguistica in seno all’Unione.
Per saperne di più:
http://www.politicheeuropee.it/comunicazione/17636/bando-trilingue-tribunale-dellue-da-ragione-a-italia
Pubblicato il 18 settembre 2013
Il tribunale dell’Unione europea ha annullato ieri tutti i bandi di concorsi per l’amministrazione pubblica Ue che l’Italia aveva contestato perché pubblicati soltanto in inglese, francese e tedesco, e non nelle altre lingue comunitarie, come previsto dalle norme Ue, determinando una discriminazione, quanto alle pari opportunità, dei potenziali candidati di diversa madrelingua. Questa sentenza è molto importante per tutti i cittadini dell’Unione.
La pronuncia dei giudici europei non è di poco conto perché costituisce una significativa conferma dell’eguaglianza fra le lingue dei paesi membri. I giudici europei hanno pienamente accolto la tesi italiana, stabilendo che i concorsi pubblici, per poter lavorare negli organismi Ue, devono essere svolti in tutte le lingue ufficiali dell’Unione. Gli italiani che desiderano lavorare nelle istituzioni Ue, per contribuire alla costruzione di un’Europa più unita e per arricchire il proprio percorso professionale vedono così riconosciuta pienamente la parità della nostra lingua e non alterate le loro legittime possibilità di successo nei concorsi pubblici banditi a tal fine. La sentenza del tribunale europeo, oltre a ribadire la necessità di pubblicare integralmente i bandi di concorso in tutte le lingue dell’Unione, si pronuncia anche sull’obbligo “non giustificato” di sostenere prove di selezione in una delle tre lingue (inglese, francese e tedesco). Dopo la sentenza dello scorso 27 novembre si tratta di un’ulteriore affermazione del principio di non discriminazione linguistica in seno all’Unione.
Per saperne di più:
http://www.politicheeuropee.it/comunicazione/17636/bando-trilingue-tribunale-dellue-da-ragione-a-italia
Pubblicato il 18 settembre 2013