(Cittadino e Provincia) – Perugia, 27 luglio 2013 - “La Provincia di Perugia – afferma in una interrogazione il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - ha approvato, nel corso di questa consiliatura, un documento volto a valorizzare la risorsa tartufo, tutelandone la specificità, promuovendolo attraverso l’attivazione ed il potenziamento di molteplici canali, conservando però intatto il principio della libera raccolta da parte di tutti i soggetti muniti di regolare tesserino e in regola col pagamento della dovuta tassa. Il tartufo è considerato, dalla legislazione nazionale, res nullius, ovvero risorsa non assoggettabile alla proprietà di alcuno che voglia vantare su di essa diritti, a meno che non si situi all’interno di coltivazioni appositamente dedicate. A livello parlamentare, in questi giorni riemergono forti pressioni per cambiare questo status legislativo, qualificando il tartufo come “ prodotto agricolo “, dizione questa che implicherebbe di fatto la fine del principio della libera raccolta, in aperta e clamorosa contraddizione con la richiamata definizione del tartufo come res nullius. La Regione Umbria ha già assoggettato il tartufo ad un regime di raccolta controllata e contingentata nelle aziende faunistico – venatorie, limitando il numero dei cavatori sul territorio e subordinando tutto all’ottenimento di autorizzazioni, in armonia con una specifica sentenza della Corta costituzionale che ha lasciato un margine di autonomia alle Regioni relativamente alla gestione del bene tartufo. Le pressioni esercitate sul Parlamento dalla lobby dei trasformatori e dei commercianti del prodotto in questione, intenzionati a rendere il tartufo oggetto unicamente di profittabilità economica, rischiano di alterare, o meglio di scardinare, un quadro legislativo consolidato nel tempo, suffragato dal crisma di autorevoli studiosi (Germanò, Francario ecc….), privatizzando di fatto il territorio come mai era avvenuto prima, chiudendolo all’attività dei liberi raccoglitori in un quadro quasi neofeudale. Infine l’Allegato I del Trattato istitutivo della Comunità europea esclude il tartufo dalla qualifica di “ prodotto agricolo “. Baldelli interroga quindi la Giunta Provinciale per sapere : “Se la Giunta stessa sia a conoscenza delle recenti discussioni in ambito parlamentare relative alla problematica del tartufo; - se non sia il caso di intervenire sul Parlamento e sul Governo, affinché venga ribadito e difeso intransigentemente, alla luce di inequivocabili atti votati in sede di Consiglio, sempre a maggioranza o all’unanimità, il principio della libera raccolta del tartufo nei nostri territori e in tutto il Paese ; - se non sia il caso di potenziare, contestualmente alla difesa del principio di cui sopra, i canali promozionali per valorizzare di più e meglio la risorsa tartufo, divulgandone anche gli aspetti storici legati alla tradizione popolare e creando, attorno a questa strategia, iniziative specifiche da affiancare a quelle esistenti nell’arco dell’anno”.
Gc13363.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 27 luglio 2013 - “La Provincia di Perugia – afferma in una interrogazione il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - ha approvato, nel corso di questa consiliatura, un documento volto a valorizzare la risorsa tartufo, tutelandone la specificità, promuovendolo attraverso l’attivazione ed il potenziamento di molteplici canali, conservando però intatto il principio della libera raccolta da parte di tutti i soggetti muniti di regolare tesserino e in regola col pagamento della dovuta tassa. Il tartufo è considerato, dalla legislazione nazionale, res nullius, ovvero risorsa non assoggettabile alla proprietà di alcuno che voglia vantare su di essa diritti, a meno che non si situi all’interno di coltivazioni appositamente dedicate. A livello parlamentare, in questi giorni riemergono forti pressioni per cambiare questo status legislativo, qualificando il tartufo come “ prodotto agricolo “, dizione questa che implicherebbe di fatto la fine del principio della libera raccolta, in aperta e clamorosa contraddizione con la richiamata definizione del tartufo come res nullius. La Regione Umbria ha già assoggettato il tartufo ad un regime di raccolta controllata e contingentata nelle aziende faunistico – venatorie, limitando il numero dei cavatori sul territorio e subordinando tutto all’ottenimento di autorizzazioni, in armonia con una specifica sentenza della Corta costituzionale che ha lasciato un margine di autonomia alle Regioni relativamente alla gestione del bene tartufo. Le pressioni esercitate sul Parlamento dalla lobby dei trasformatori e dei commercianti del prodotto in questione, intenzionati a rendere il tartufo oggetto unicamente di profittabilità economica, rischiano di alterare, o meglio di scardinare, un quadro legislativo consolidato nel tempo, suffragato dal crisma di autorevoli studiosi (Germanò, Francario ecc….), privatizzando di fatto il territorio come mai era avvenuto prima, chiudendolo all’attività dei liberi raccoglitori in un quadro quasi neofeudale. Infine l’Allegato I del Trattato istitutivo della Comunità europea esclude il tartufo dalla qualifica di “ prodotto agricolo “. Baldelli interroga quindi la Giunta Provinciale per sapere : “Se la Giunta stessa sia a conoscenza delle recenti discussioni in ambito parlamentare relative alla problematica del tartufo; - se non sia il caso di intervenire sul Parlamento e sul Governo, affinché venga ribadito e difeso intransigentemente, alla luce di inequivocabili atti votati in sede di Consiglio, sempre a maggioranza o all’unanimità, il principio della libera raccolta del tartufo nei nostri territori e in tutto il Paese ; - se non sia il caso di potenziare, contestualmente alla difesa del principio di cui sopra, i canali promozionali per valorizzare di più e meglio la risorsa tartufo, divulgandone anche gli aspetti storici legati alla tradizione popolare e creando, attorno a questa strategia, iniziative specifiche da affiancare a quelle esistenti nell’arco dell’anno”.
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