"L'Umbria ha gli anti-corpi per arginare gli affari sporchi delle mafie": Le analisi dei relatori
(Cittadino e Provincia – Perugia 22 giugno 2013) – Grande successo di pubblico e di interesse per il Consiglio provinciale aperto sulle infiltrazioni mafiosi in Umbria promosso dal la Provincia di Perugia. Sul palco dei relatori esterni si sono alternati :Gianpiero Bocci, sottosegretario di Stato del Ministero dell’Interno, Pietro Laffranco, deputato PDL, Paolo Brutti, presidente della Commissione regionale d’inchiesta “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze”, Giacomo Fumu, procuratore della Repubblica, rappresentanti dell’Associazione Libera – Umbria e Alvaro Fiorucci, caporedattore RAI TGR Umbria. Hanno concluso i lavori Marco Vinicio Guasticchi, presidente Provincia di Perugia e l’assessore Donatella Porzi. “E’ nostro dovere continuare a tenere alta, anzi altissima l’attenzione, su come agiscono o possono agire le associazioni mafiose in Provincia di Perugia e più in generale in Umbria. E’ a rischio, in tempi di crisi, gran parte del tessuto economico di casa nostra”: non è stato un saluto istituzionale quello del Presidente Giacomo Leonelli ma un invito alle istituzioni, alle forze dell’ordine e al mondo dell’informazione a continuare ad alimentare il dibattito sulle infiltrazioni mafiose. “Non è un rischio probabile, è una realtà che alcuni dei nostri imprenditori stanno già costatando e segnalando anche alle forze dell’ordine e agli amministratori politici. Per questo abbiamo fortemente voluto un consiglio provinciale monotematico con molti relatori che conoscono bene cosa sono, come si muove e i danni che producono le mafie”: ha concluso il presidente Leonelli. La parola è poi passata al presidente della Commissione controllo e garanzia Giampiero Panfili: “Abbiamo studiato a fondo la relazione regionale della commissione sulle infiltrazioni mafiose. Ed è un testo che rappresenta un importante punto di partenza per poter trovare le giuste soluzioni e interventi ad un fenomeno che in Umbria tende a predare le aziende famigliari provate dalla crisi o aprire finanziare o compro-oro con l’unico obiettivo di ripulire i soldi della droga, del pizzo e della prostituzione. Il 95 per cento dei night-club – secondo la relazione – è in mano alle mafie”. Il consigliere del Pd Daniele Pinaglia, tra i promotori del consiglio provinciale aperto, “si è detto preoccupato per la situazione delle infiltrazioni mafiose in Umbria anche in virtù dei tempi troppi lunghi con cui lo Stato si muove per combattere le mafie in Italia. Troppo spesso abbiamo dato per imminente la fine della Mafia senza riuscirvi mai veramente”. L’attenta radiografia della situazione umbra è continuata con l’intervento del Procuratore della Repubblica Giacomo Fumu: “L’attenzione deve essere massima. In Umbria non abbiamo iscrizioni all’articolo 416 bis del codice penale ma abbiamo organizzazioni condotte principalmente da stranieri, soprattutto per quanto riguarda il traffico degli esseri umani (prostituzione) e gli stupefacenti. L’Umbria non accetta il pizzo, non dobbiamo avere paura di questo. La mafia oggi cerca il consenso, noi abbiamo meno difese per quella che si può definire la conquista silente, siamo una terra di investimenti, è molto più facile occultare quelli di dubbia provenienza. Serve una cultura della legalità, ci vuole la collaborazione di tutti”. Fabrizio Ricci dell’associazione Libera-Umbria ha ricordato il ruolo di “sentinella” della sua associazione ed ha aggiunto: “Ci sono settori preoccupanti da tener presenti: lo spaccio di droga, il fiorire dei compro oro e dei negozi di ortofrutta, le mafie vi hanno messo le mani da tempo. Da notare anche i molti immobili che sono stati sequestrati. C’è quindi bisogno di maggiore attenzione in molti settori, anche dal punto di vista degli appalti e dei sub appalti”. Nel suo intervento il presidente della Commissione regionale d’inchiesta “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata” Paolo Brutti ha spiegato: “Nel nostro territorio non troviamo il classici ‘soldati’ che presidiano, ma ciò non ci deve tranquillizzare, anche perché è radicalmente cambiata la struttura della mafia. Ora acquistano tutto quello che permette di ripulire il denaro (molto nell’ambito del settore ampio del divertimento). Noi però abbiamo un potente mezzo da rafforzare: si possono sequestrare i patrimoni che si ritengono acquisiti con atti criminali di stampo mafioso. Per fare ciò ci vuole collaborazione, tutti, anche gli amministratori, se hanno qualche sospetto, devono parlare”. Il sottosegretario del ministero dell’Interno Giampiero Bocci ha puntualizzato: “Dobbiamo contestualizzare i fatti e avere un metro oggettivo, dare una lettura omogenea del fenomeno mafioso: oramai l’Umbria da tempo non è un isola felice come una volta. Lo Stato però non ha fatto poco, abbiamo tanti morti sul campo. Dai dati dell’intelligence risulta che non ci sono forti infiltrazioni in Umbria, anche i numeri dei sequestri non sono elevatissimi. L’Umbria ha il vaccino giusto”. Anche per il deputato del Pdl Pietro Laffranco ci sono delle infiltrazioni che non sono sistemiche: “I cittadini però, e capisco il loro punto di vista, si sentono attaccati quando accadono fatti come il maxi sequestro a Ponte San Giovanni o vedono lo spaccio di droga. Il salto di qualità si può fare se si comincia a divulgare, tutti, la cultura della legalità”. Il capo redattore Rai del Tgr Umbria Alvaro Fiorucci ha poi aggiunto: “Da noi non avviene più il trasferimento di soldi con la classica valigetta, adesso ci sono più moderni mezzi finanziari. Ci sono però profili più ‘sottotono’ ma altrettanto pericolosi: spesso la città si è girata dall’altra parte quando si sono verificati episodi sospetti anche nei piccoli atteggiamenti quotidiani, come il traffico degli affitti. E’possibile che non ci si renda conto a chi affittiamo l’appartamento?”. Le conclusioni sono spettate al capogruppo del Pdl Piero Sorcini che ha messo l’accento anche sulla necessità, come prevenzione, di rivedere la legge elettorale e Stefano Bravi del Pd che ha raccontato l’esperienza di un amico che ha lavorato per tanto tempo con padre Puglisi. Infine l’assessore alle politiche giovanili Donatella Porzi ha ricordato l’articolato e attento lavoro compiuto dalla Provincia nell’ambito della cultura alla legalità, partendo soprattutto dai più giovani. “il rispetto delle regole deve essere favorito e sostenuto partendo soprattutto dalla più tenera età. Ho visto come insegnante dei ragazzi portati via dai carabinieri. Questo non deve più succedere”.
Oi13267.NB-MLF
(Cittadino e Provincia – Perugia 22 giugno 2013) – Grande successo di pubblico e di interesse per il Consiglio provinciale aperto sulle infiltrazioni mafiosi in Umbria promosso dal la Provincia di Perugia. Sul palco dei relatori esterni si sono alternati :Gianpiero Bocci, sottosegretario di Stato del Ministero dell’Interno, Pietro Laffranco, deputato PDL, Paolo Brutti, presidente della Commissione regionale d’inchiesta “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze”, Giacomo Fumu, procuratore della Repubblica, rappresentanti dell’Associazione Libera – Umbria e Alvaro Fiorucci, caporedattore RAI TGR Umbria. Hanno concluso i lavori Marco Vinicio Guasticchi, presidente Provincia di Perugia e l’assessore Donatella Porzi. “E’ nostro dovere continuare a tenere alta, anzi altissima l’attenzione, su come agiscono o possono agire le associazioni mafiose in Provincia di Perugia e più in generale in Umbria. E’ a rischio, in tempi di crisi, gran parte del tessuto economico di casa nostra”: non è stato un saluto istituzionale quello del Presidente Giacomo Leonelli ma un invito alle istituzioni, alle forze dell’ordine e al mondo dell’informazione a continuare ad alimentare il dibattito sulle infiltrazioni mafiose. “Non è un rischio probabile, è una realtà che alcuni dei nostri imprenditori stanno già costatando e segnalando anche alle forze dell’ordine e agli amministratori politici. Per questo abbiamo fortemente voluto un consiglio provinciale monotematico con molti relatori che conoscono bene cosa sono, come si muove e i danni che producono le mafie”: ha concluso il presidente Leonelli. La parola è poi passata al presidente della Commissione controllo e garanzia Giampiero Panfili: “Abbiamo studiato a fondo la relazione regionale della commissione sulle infiltrazioni mafiose. Ed è un testo che rappresenta un importante punto di partenza per poter trovare le giuste soluzioni e interventi ad un fenomeno che in Umbria tende a predare le aziende famigliari provate dalla crisi o aprire finanziare o compro-oro con l’unico obiettivo di ripulire i soldi della droga, del pizzo e della prostituzione. Il 95 per cento dei night-club – secondo la relazione – è in mano alle mafie”. Il consigliere del Pd Daniele Pinaglia, tra i promotori del consiglio provinciale aperto, “si è detto preoccupato per la situazione delle infiltrazioni mafiose in Umbria anche in virtù dei tempi troppi lunghi con cui lo Stato si muove per combattere le mafie in Italia. Troppo spesso abbiamo dato per imminente la fine della Mafia senza riuscirvi mai veramente”. L’attenta radiografia della situazione umbra è continuata con l’intervento del Procuratore della Repubblica Giacomo Fumu: “L’attenzione deve essere massima. In Umbria non abbiamo iscrizioni all’articolo 416 bis del codice penale ma abbiamo organizzazioni condotte principalmente da stranieri, soprattutto per quanto riguarda il traffico degli esseri umani (prostituzione) e gli stupefacenti. L’Umbria non accetta il pizzo, non dobbiamo avere paura di questo. La mafia oggi cerca il consenso, noi abbiamo meno difese per quella che si può definire la conquista silente, siamo una terra di investimenti, è molto più facile occultare quelli di dubbia provenienza. Serve una cultura della legalità, ci vuole la collaborazione di tutti”. Fabrizio Ricci dell’associazione Libera-Umbria ha ricordato il ruolo di “sentinella” della sua associazione ed ha aggiunto: “Ci sono settori preoccupanti da tener presenti: lo spaccio di droga, il fiorire dei compro oro e dei negozi di ortofrutta, le mafie vi hanno messo le mani da tempo. Da notare anche i molti immobili che sono stati sequestrati. C’è quindi bisogno di maggiore attenzione in molti settori, anche dal punto di vista degli appalti e dei sub appalti”. Nel suo intervento il presidente della Commissione regionale d’inchiesta “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata” Paolo Brutti ha spiegato: “Nel nostro territorio non troviamo il classici ‘soldati’ che presidiano, ma ciò non ci deve tranquillizzare, anche perché è radicalmente cambiata la struttura della mafia. Ora acquistano tutto quello che permette di ripulire il denaro (molto nell’ambito del settore ampio del divertimento). Noi però abbiamo un potente mezzo da rafforzare: si possono sequestrare i patrimoni che si ritengono acquisiti con atti criminali di stampo mafioso. Per fare ciò ci vuole collaborazione, tutti, anche gli amministratori, se hanno qualche sospetto, devono parlare”. Il sottosegretario del ministero dell’Interno Giampiero Bocci ha puntualizzato: “Dobbiamo contestualizzare i fatti e avere un metro oggettivo, dare una lettura omogenea del fenomeno mafioso: oramai l’Umbria da tempo non è un isola felice come una volta. Lo Stato però non ha fatto poco, abbiamo tanti morti sul campo. Dai dati dell’intelligence risulta che non ci sono forti infiltrazioni in Umbria, anche i numeri dei sequestri non sono elevatissimi. L’Umbria ha il vaccino giusto”. Anche per il deputato del Pdl Pietro Laffranco ci sono delle infiltrazioni che non sono sistemiche: “I cittadini però, e capisco il loro punto di vista, si sentono attaccati quando accadono fatti come il maxi sequestro a Ponte San Giovanni o vedono lo spaccio di droga. Il salto di qualità si può fare se si comincia a divulgare, tutti, la cultura della legalità”. Il capo redattore Rai del Tgr Umbria Alvaro Fiorucci ha poi aggiunto: “Da noi non avviene più il trasferimento di soldi con la classica valigetta, adesso ci sono più moderni mezzi finanziari. Ci sono però profili più ‘sottotono’ ma altrettanto pericolosi: spesso la città si è girata dall’altra parte quando si sono verificati episodi sospetti anche nei piccoli atteggiamenti quotidiani, come il traffico degli affitti. E’possibile che non ci si renda conto a chi affittiamo l’appartamento?”. Le conclusioni sono spettate al capogruppo del Pdl Piero Sorcini che ha messo l’accento anche sulla necessità, come prevenzione, di rivedere la legge elettorale e Stefano Bravi del Pd che ha raccontato l’esperienza di un amico che ha lavorato per tanto tempo con padre Puglisi. Infine l’assessore alle politiche giovanili Donatella Porzi ha ricordato l’articolato e attento lavoro compiuto dalla Provincia nell’ambito della cultura alla legalità, partendo soprattutto dai più giovani. “il rispetto delle regole deve essere favorito e sostenuto partendo soprattutto dalla più tenera età. Ho visto come insegnante dei ragazzi portati via dai carabinieri. Questo non deve più succedere”.
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