Alla Provincia e alle altre istituzioni democratiche, il compito di onorare il patto con gli italiani"
(Cittadino e Provincia) Perugia 24 aprile ’13 - Una festa, quella del 25 aprile, che oggi più che mai unisce gli italiani intorno agli ideali di unità e di democrazia. Su questa traccia il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, ripercorre gli eventi salienti che hanno portato il Paese da sottomesso a essere un popolo libero. “Il 25 aprile – sottolinea Guasticchi - è la festa che più di ogni altra, anche col passare degli anni e dei decenni, testimonia il carattere di protagonismo nelle proprie vicende che il popolo italiano è in grado di determinare e reclamare come obiettivo primario della sua unità nazionale. Il giorno della Liberazione rappresenta la presa di coscienza di quel protagonismo dopo la dittatura e la guerra, la consapevolezza radicale di un popolo di appartenere nient’altro che a se stesso. Sarà, poi, quello stesso popolo a determinare ulteriormente le forme e i modi della propria partecipazione alla vita dello Stato, scegliendo la Repubblica ed eleggendo i propri rappresentanti nel Parlamento nazionale”.
“L’insegnamento della ricorrenza – prosegue Guasticchi - è talmente limpido, essenziale, basilare, emozionante da potersi far comprendere a generazioni ormai molto lontane dal 1945 e, in tendenza, anche a tutti gli italiani, superando in ciò le storiche fratture che ben conosciamo e che a lungo si sono protratte in circa settant’anni di storia repubblicana. Fra la partecipazione spontanea di un popolo alla rivendicazione della propria libertà, per la quale, prima del 25 aprile 1945 si era combattuto in armi e nella società civile, e le forme della delega della propria partecipazione a un parlamento, a un governo, a un capo dello Stato non può e non deve esserci contraddizione, come ha ammonito il Presidente Napolitano nel suo discorso di insediamento dopo la rielezione all’alta carica. Ogni livello istituzionale e fra essi, con grande rilievo, la Provincia – osserva Guasticchi - deve poter assicurare la continuità fra il potere di rivendicare la libertà, senza il quale un popolo non esiste, è annientato dittatorialmente, e la credibilità, l’abnegazione, il disinteresse privato, il puro spirito di servizio della classe politica alla quale il popolo delega la gestione del proprio valore fondante, la libertà. A questo patto, e solo a questo livello – conclude il Presidente della Provincia di Perugia -, la libertà di un popolo è continua liberazione, come quel 25 aprile, da ogni forma di sclerosi della forma di Stato scelta e del sistema politico che lo governa per progettare il protagonismo della democrazia verso quei livelli sempre più responsabili e consapevoli che il Presidente Napolitano ha indicato al Paese”.
Oi13174.GG
(Cittadino e Provincia) Perugia 24 aprile ’13 - Una festa, quella del 25 aprile, che oggi più che mai unisce gli italiani intorno agli ideali di unità e di democrazia. Su questa traccia il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, ripercorre gli eventi salienti che hanno portato il Paese da sottomesso a essere un popolo libero. “Il 25 aprile – sottolinea Guasticchi - è la festa che più di ogni altra, anche col passare degli anni e dei decenni, testimonia il carattere di protagonismo nelle proprie vicende che il popolo italiano è in grado di determinare e reclamare come obiettivo primario della sua unità nazionale. Il giorno della Liberazione rappresenta la presa di coscienza di quel protagonismo dopo la dittatura e la guerra, la consapevolezza radicale di un popolo di appartenere nient’altro che a se stesso. Sarà, poi, quello stesso popolo a determinare ulteriormente le forme e i modi della propria partecipazione alla vita dello Stato, scegliendo la Repubblica ed eleggendo i propri rappresentanti nel Parlamento nazionale”.
“L’insegnamento della ricorrenza – prosegue Guasticchi - è talmente limpido, essenziale, basilare, emozionante da potersi far comprendere a generazioni ormai molto lontane dal 1945 e, in tendenza, anche a tutti gli italiani, superando in ciò le storiche fratture che ben conosciamo e che a lungo si sono protratte in circa settant’anni di storia repubblicana. Fra la partecipazione spontanea di un popolo alla rivendicazione della propria libertà, per la quale, prima del 25 aprile 1945 si era combattuto in armi e nella società civile, e le forme della delega della propria partecipazione a un parlamento, a un governo, a un capo dello Stato non può e non deve esserci contraddizione, come ha ammonito il Presidente Napolitano nel suo discorso di insediamento dopo la rielezione all’alta carica. Ogni livello istituzionale e fra essi, con grande rilievo, la Provincia – osserva Guasticchi - deve poter assicurare la continuità fra il potere di rivendicare la libertà, senza il quale un popolo non esiste, è annientato dittatorialmente, e la credibilità, l’abnegazione, il disinteresse privato, il puro spirito di servizio della classe politica alla quale il popolo delega la gestione del proprio valore fondante, la libertà. A questo patto, e solo a questo livello – conclude il Presidente della Provincia di Perugia -, la libertà di un popolo è continua liberazione, come quel 25 aprile, da ogni forma di sclerosi della forma di Stato scelta e del sistema politico che lo governa per progettare il protagonismo della democrazia verso quei livelli sempre più responsabili e consapevoli che il Presidente Napolitano ha indicato al Paese”.
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