(Cittadino e Provincia) – Perugia 12 marzo 2013 – “La Provincia di Perugia –afferma in una interrogazione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - e in particolare la componente consiliare, ha sollecitato da sempre e attuato un’attività di supervisione sulla situazione dell’azienda “ Umbriamobilità”, con una frequenza e un’intensità per forza di cose accresciute dall’inizio della crisi di liquidità generata principalmente dalle insolvenze del sistema romano del trasporto. Questa attività ha portato all’approvazione di importanti atti, a partire dal prestito di 3.800.000 euro effettuato dalla Provincia lo scorso anno, prestito che ha consentito all’Azienda di non chiudere i battenti per fallimento ( come invece hanno fatto analoghe aziende del sud e del nord ), di proseguire i suoi servizi sul territorio e pagare i dipendenti senza rincaro né di biglietti né di abbonamenti. Tale indirizzo si è ulteriormente rafforzato all’inizio dell’anno, con la Delibera votata dal Consiglio provinciale nel gennaio 2013, che ha sospeso la restituzione del prestito per consentire all’Azienda di pagare senza troppi problemi dipendenti e fornitori, operazione che ha supplito anche alle carenze e alla mancanza di aperture da parte del sistema bancario, qualificando la Provincia come polmone finanziario imprescindibile per l’esistenza e l’avvenire di “ Umbriamobilità”. Le preoccupazioni per i dipendenti sono state sempre messe dall’Azienda al centro del proprio operato e che tale atteggiamento va mantenuto e anzi rafforzato alla luce degli ultimi fatti occorsi. A tal proposito, si sono concluse con un nulla di fatto le trattative per l’omogeneizzazione dei trattamenti retributivi nel quadro dell’azienda unica e anche i negoziati sui carichi di lavoro risultano fermi al palo, con contropartite inaccettabili chieste da parte del management dell’Azienda ( riposi forzati, blocco degli straordinari in presenza di una situazione di sotto - organico palese e di retribuzioni che da anni, come tutte le retribuzioni, non seguono la dinamica ascendente dell’inflazione reale ). L’omogeneizzazione dei trattamenti retributivi tra tutti i 1500 dipendenti, confluiti nell’Azienda unica dalle varie aziende del trasporto pubblico del territorio, rappresenta un punto fermo imprescindibile , un cardine rispetto al principio “ a uguale lavoro uguale salario “, nonché la logica conseguenza dell’aver creato un’Azienda unica del trasporto. Nonostante le riduzioni di compensi operate nel Consiglio di Amministrazione, ai sensi dei provvedimenti emanati dal Governo nazionale e votati dal Parlamento ( identificati sotto la sintetica denominazione “ spending review “ ), sono ancora numerose e pesanti le situazioni di dirigenti di “ Umbriamobilità” che, in barba alla crisi dell’azienda, continuano a percepire esagerati emolumenti, per diverse centinaia di migliaia di euro, non giustificabili da alcun punto di vista, specie in un momento come questo. Questi compensi eccessivi ( superiori a ogni pur legittima esigenza di premiare l’impegno e la dedizione di chi guida un Azienda da posizioni di responsabilità ) non solo tolgono spazio a investimenti e possibili miglioramenti dei salari e delle garanzie dei lavoratori, ma addirittura ormai pesano in maniera intollerabile sui bilanci. In via assoluta, e specialmente perdurando le attuali situazioni di emolumenti al di fuori di ogni ragionevole misura, non si può nemmeno parlare di incrementare le tariffe dei titoli di viaggio del trasporto pubblico, configurandosi questa azione come una truffa vera e propria ai danni dei cittadini – utenti”. Baldelli interroga quindi la Giunta Provinciale per sapere : “Se non sia il caso di intervenire , dal momento che la Provincia è socio di maggioranza di “Umbriamobilità”, per svolgere una positiva funzione arbitrale nell’ambito delle trattative sull’omogeneizzazione delle retribuzioni, garantendo ai lavoratori questo obiettivo in tempi brevi, con ragionevoli contropartite che non peggiorino le loro condizioni di lavoro e non mettano in forse diritti acquisiti basilari ; se non venga sentita come urgente la questione di ridimensionare gli emolumenti dei dirigenti di “Umbriamobilità”, destinando le somme risparmiate a operazioni di mantenimento del livello dei servizi nei vari territori, a miglioramenti salariali e al pagamento di fornitori in sofferenza; quali azioni la Provincia intende mettere in campo per il raggiungimento di tale obiettivo, senza generare contenziosi costosi e controproducenti; se non sia il caso di vincolare ogni operazione di ridefinizione delle tariffe (che comunque complessivamente non debbono aumentare, ma essere omogeneizzate e anzi ridotte per alcune fasce di popolazione sia nel servizio urbano che in quello extraurbano ) all’effettiva entrata a regime di nuovi schemi di compensi per i dirigenti più equi e sostenibili”.
Gc13100.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 12 marzo 2013 – “La Provincia di Perugia –afferma in una interrogazione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - e in particolare la componente consiliare, ha sollecitato da sempre e attuato un’attività di supervisione sulla situazione dell’azienda “ Umbriamobilità”, con una frequenza e un’intensità per forza di cose accresciute dall’inizio della crisi di liquidità generata principalmente dalle insolvenze del sistema romano del trasporto. Questa attività ha portato all’approvazione di importanti atti, a partire dal prestito di 3.800.000 euro effettuato dalla Provincia lo scorso anno, prestito che ha consentito all’Azienda di non chiudere i battenti per fallimento ( come invece hanno fatto analoghe aziende del sud e del nord ), di proseguire i suoi servizi sul territorio e pagare i dipendenti senza rincaro né di biglietti né di abbonamenti. Tale indirizzo si è ulteriormente rafforzato all’inizio dell’anno, con la Delibera votata dal Consiglio provinciale nel gennaio 2013, che ha sospeso la restituzione del prestito per consentire all’Azienda di pagare senza troppi problemi dipendenti e fornitori, operazione che ha supplito anche alle carenze e alla mancanza di aperture da parte del sistema bancario, qualificando la Provincia come polmone finanziario imprescindibile per l’esistenza e l’avvenire di “ Umbriamobilità”. Le preoccupazioni per i dipendenti sono state sempre messe dall’Azienda al centro del proprio operato e che tale atteggiamento va mantenuto e anzi rafforzato alla luce degli ultimi fatti occorsi. A tal proposito, si sono concluse con un nulla di fatto le trattative per l’omogeneizzazione dei trattamenti retributivi nel quadro dell’azienda unica e anche i negoziati sui carichi di lavoro risultano fermi al palo, con contropartite inaccettabili chieste da parte del management dell’Azienda ( riposi forzati, blocco degli straordinari in presenza di una situazione di sotto - organico palese e di retribuzioni che da anni, come tutte le retribuzioni, non seguono la dinamica ascendente dell’inflazione reale ). L’omogeneizzazione dei trattamenti retributivi tra tutti i 1500 dipendenti, confluiti nell’Azienda unica dalle varie aziende del trasporto pubblico del territorio, rappresenta un punto fermo imprescindibile , un cardine rispetto al principio “ a uguale lavoro uguale salario “, nonché la logica conseguenza dell’aver creato un’Azienda unica del trasporto. Nonostante le riduzioni di compensi operate nel Consiglio di Amministrazione, ai sensi dei provvedimenti emanati dal Governo nazionale e votati dal Parlamento ( identificati sotto la sintetica denominazione “ spending review “ ), sono ancora numerose e pesanti le situazioni di dirigenti di “ Umbriamobilità” che, in barba alla crisi dell’azienda, continuano a percepire esagerati emolumenti, per diverse centinaia di migliaia di euro, non giustificabili da alcun punto di vista, specie in un momento come questo. Questi compensi eccessivi ( superiori a ogni pur legittima esigenza di premiare l’impegno e la dedizione di chi guida un Azienda da posizioni di responsabilità ) non solo tolgono spazio a investimenti e possibili miglioramenti dei salari e delle garanzie dei lavoratori, ma addirittura ormai pesano in maniera intollerabile sui bilanci. In via assoluta, e specialmente perdurando le attuali situazioni di emolumenti al di fuori di ogni ragionevole misura, non si può nemmeno parlare di incrementare le tariffe dei titoli di viaggio del trasporto pubblico, configurandosi questa azione come una truffa vera e propria ai danni dei cittadini – utenti”. Baldelli interroga quindi la Giunta Provinciale per sapere : “Se non sia il caso di intervenire , dal momento che la Provincia è socio di maggioranza di “Umbriamobilità”, per svolgere una positiva funzione arbitrale nell’ambito delle trattative sull’omogeneizzazione delle retribuzioni, garantendo ai lavoratori questo obiettivo in tempi brevi, con ragionevoli contropartite che non peggiorino le loro condizioni di lavoro e non mettano in forse diritti acquisiti basilari ; se non venga sentita come urgente la questione di ridimensionare gli emolumenti dei dirigenti di “Umbriamobilità”, destinando le somme risparmiate a operazioni di mantenimento del livello dei servizi nei vari territori, a miglioramenti salariali e al pagamento di fornitori in sofferenza; quali azioni la Provincia intende mettere in campo per il raggiungimento di tale obiettivo, senza generare contenziosi costosi e controproducenti; se non sia il caso di vincolare ogni operazione di ridefinizione delle tariffe (che comunque complessivamente non debbono aumentare, ma essere omogeneizzate e anzi ridotte per alcune fasce di popolazione sia nel servizio urbano che in quello extraurbano ) all’effettiva entrata a regime di nuovi schemi di compensi per i dirigenti più equi e sostenibili”.
Gc13100.red