(Cittadino e Provincia) Perugia 9 febbraio ’13 - Crisi della Ims (ex Pozzi) di Spoleto: incontro chiarificatore ieri mattina nella seduta della III Commissione consiliare della Provincia di Perugia alla quale, oltre ai rappresentanti dei gruppi politici di maggioranza e opposizione, hanno partecipato il vicepresidente della Provincia e gli ingegneri Luigi Rossetti e Adriano Bei, rispettivamente dirigenti della Regione Umbria e della Provincia di Perugia. Tutti i presenti hanno ribadito la volontà di impegnare ogni energia per salvaguardare i posti di lavoro in questo stabilimento la cui grave situazione va a innestarsi in un territorio già duramente provato dalla crisi di significative aziende. Per quanto riguarda i lavoratori della ex Pozzi, da quattro mesi senza stipendio e in attesa dell’erogazione della cassa integrazione straordinaria prevista non prima di sei mesi, la III Commissione chiederà al presidente della Provincia di attivarsi presso gli istituti di credito per ottenere un anticipo delle relative somme, per dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori e alle loro famiglie così duramente provate dalla crisi aziendale. In questa fase in cui gli enti locali sono inchiodati dal patto di stabilità, la Provincia infatti non potrà intervenire direttamente con un anticipo di cassa così come a suo tempo venne fatto per i lavoratori della Merloni né potrà attivare corsi professionali che la legge impedisce di realizzare a favore di chi, come nel caso dei cassintegrati, non rientra nella categoria dei disoccupati. Un quadro preoccupante intorno al quale però è possibile costruire un percorso solo partendo da presupposti chiari e individuando un progetto di rilancio aziendale che veda coinvolti Ministero, Regione e istituzioni locali, ma soprattutto la proprietà che in tutta la vertenza è apparsa latitante. Istituzioni, lavoratori e sindacati hanno infatti sino ad ora potuto interloquire solamente con l’amministratore delegato che, seppure disponibile al confronto, ha mostrato i limiti di un approccio privo della presenza fondamentale della proprietà in un passaggio particolarmente critico. Durante l’incontro è emerso che i problemi del gruppo “Casti” in tutte le sue articolazioni (imprese produttive e settore alberghiero), sono sottoposte già al monitoraggio del Ministero competente che potrebbe portare all’istituzione di un tavolo nazionale con il coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali. Se l’Ims è in una situazione di estrema gravità, maggiori garanzie di tenuta rispetto alla crisi congiunturale può vantarle l’altra società del gruppo “Casti”, la Isotta Fraschini Fonderie Alluminio (Isffa), attiva nello stabilimento di Santo Chiodo. In questo caso un gruppo francese che opera ne settore ha mostrato interesse a rilevare l’azienda che è ancora ben inserita nel mercato nazionale e internazionale con i propri prodotti. Al punto che potrebbe aver bisogno di ulteriore manodopera che potrebbe essere “travasata” dalla Ims. Si attende, comunque con fiducia il pronunciamento della magistratura spoletina alla quale è stata avanzata la richiesta di concordato preventivo. L’accoglimento della proposta consentirebbe infatti di proporre un piano industriale di riorganizzazione e ristrutturazione del lavoro che consentirebbe di far ripartire a pieno ritmo la produzione. La Commissione si è sciolta con l’impegno di tenere alta l’attenzione sulla crisi della ex Pozzi e nel contempo di affrontare il tema della crisi delle aziende umbre che coinvolge migliaia di lavoratori in maniera sistematica e in stretta sinergia con la Regione e i Comuni coinvolti.
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(Cittadino e Provincia) Perugia 9 febbraio ’13 - Crisi della Ims (ex Pozzi) di Spoleto: incontro chiarificatore ieri mattina nella seduta della III Commissione consiliare della Provincia di Perugia alla quale, oltre ai rappresentanti dei gruppi politici di maggioranza e opposizione, hanno partecipato il vicepresidente della Provincia e gli ingegneri Luigi Rossetti e Adriano Bei, rispettivamente dirigenti della Regione Umbria e della Provincia di Perugia. Tutti i presenti hanno ribadito la volontà di impegnare ogni energia per salvaguardare i posti di lavoro in questo stabilimento la cui grave situazione va a innestarsi in un territorio già duramente provato dalla crisi di significative aziende. Per quanto riguarda i lavoratori della ex Pozzi, da quattro mesi senza stipendio e in attesa dell’erogazione della cassa integrazione straordinaria prevista non prima di sei mesi, la III Commissione chiederà al presidente della Provincia di attivarsi presso gli istituti di credito per ottenere un anticipo delle relative somme, per dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori e alle loro famiglie così duramente provate dalla crisi aziendale. In questa fase in cui gli enti locali sono inchiodati dal patto di stabilità, la Provincia infatti non potrà intervenire direttamente con un anticipo di cassa così come a suo tempo venne fatto per i lavoratori della Merloni né potrà attivare corsi professionali che la legge impedisce di realizzare a favore di chi, come nel caso dei cassintegrati, non rientra nella categoria dei disoccupati. Un quadro preoccupante intorno al quale però è possibile costruire un percorso solo partendo da presupposti chiari e individuando un progetto di rilancio aziendale che veda coinvolti Ministero, Regione e istituzioni locali, ma soprattutto la proprietà che in tutta la vertenza è apparsa latitante. Istituzioni, lavoratori e sindacati hanno infatti sino ad ora potuto interloquire solamente con l’amministratore delegato che, seppure disponibile al confronto, ha mostrato i limiti di un approccio privo della presenza fondamentale della proprietà in un passaggio particolarmente critico. Durante l’incontro è emerso che i problemi del gruppo “Casti” in tutte le sue articolazioni (imprese produttive e settore alberghiero), sono sottoposte già al monitoraggio del Ministero competente che potrebbe portare all’istituzione di un tavolo nazionale con il coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali. Se l’Ims è in una situazione di estrema gravità, maggiori garanzie di tenuta rispetto alla crisi congiunturale può vantarle l’altra società del gruppo “Casti”, la Isotta Fraschini Fonderie Alluminio (Isffa), attiva nello stabilimento di Santo Chiodo. In questo caso un gruppo francese che opera ne settore ha mostrato interesse a rilevare l’azienda che è ancora ben inserita nel mercato nazionale e internazionale con i propri prodotti. Al punto che potrebbe aver bisogno di ulteriore manodopera che potrebbe essere “travasata” dalla Ims. Si attende, comunque con fiducia il pronunciamento della magistratura spoletina alla quale è stata avanzata la richiesta di concordato preventivo. L’accoglimento della proposta consentirebbe infatti di proporre un piano industriale di riorganizzazione e ristrutturazione del lavoro che consentirebbe di far ripartire a pieno ritmo la produzione. La Commissione si è sciolta con l’impegno di tenere alta l’attenzione sulla crisi della ex Pozzi e nel contempo di affrontare il tema della crisi delle aziende umbre che coinvolge migliaia di lavoratori in maniera sistematica e in stretta sinergia con la Regione e i Comuni coinvolti.
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