(Cittadino e Provincia – Perugia, 14 dicembre ’12) - “Anche quest’anno ci stiamo avvicinando a grandi passi al periodo delle festività natalizie e di fine d’anno. Un periodo contraddistinto, di solito, da un’euforia, per alcuni versi innaturale, che ci porta ad esercitare un consumismo sfrenato ad acquistare un “surplus” di tutto, anche di quello non ritenuto essenziale, anzi le statistiche ci dicono che proprio in questo periodo aumentano le vendite dei beni non di prima necessità, beni di lusso e/o voluttuari”. E’ il commento dell’assessore all’agricoltura della Provincia di Perugia Roberto Bertini. “L’atmosfera che si registra oggi, però, è ben diversa da quella degli altri anni – sostiene Bertini - la crisi economico-finanziaria che ha assalito il nostro Paese è ben lontana dall’essere risolta e soprattutto nella nostra Regione filiere importanti dal punto di vista economico segnano il passo con conseguenze tutte da valutare in prospettiva per il 2013. Nonostante questo clima non proprio “sereno” voglio comunque provare a trasmettere un po’ di fiducia, di serenità e perché no un po’ di solidarietà a tutte quelle persone che alle prese con difficoltà giornaliere continuano a lottare per far si che il proprio futuro sia pieno di speranza. Per far questo voglio partire da un semplice assunto: posto che il Natale, al di là della sua importanza come festività religiosa, rappresenta la festività laica del consumismo e dato che oggi, in questo periodo economico, molte famiglie si troveranno a fare i conti con ristrettezze di vario genere che costringeranno giocoforza a razionalizzare i propri consumi, è altresì possibile alimentare la nostra economia, soprattutto per quanto riguarda la filiera agricola, con modalità che possano essere di reciproco aiuto sia ai consumatori sia alle imprese in difficoltà e mi riferisco all’incentivazione del consumo dei nostri prodotti enogastronomici locali, agroalimentari a km zero, insomma rivolgendo i nostri consumi verso le produzioni delle nostre aziende. Appare evidente ormai che alcuni prodotti di punta del nostro settore enogastronomico identificano l’Umbria nel mondo per cui, in un periodo di consumi più “misurati”, proprio perché è Natale, ci si dovrebbe orientare ad acquistare le produzioni delle nostre aziende locali che, oltre ad essere economicamente più vantaggiose, possono offrire prodotti di tutto rispetto, talvolta vere e proprie eccellenze, in grado di primeggiare con marchi più blasonati, ma qualitativamente mediocri, che però godono di un “battage” pubblicitario maggiore e solo per questo hanno una posizione dominante sul mercato. Se ben alimentato questo “circuito” non può che far bene ai principali attori della nostra economia locale: i consumatori e i produttori. Da una parte i consumatori possono trovare dei prodotti locali concorrenziali a prezzi vantaggiosi, dall’altra le aziende possono incrementare le proprie quote di mercato locali e in un periodo di stagnazione dei consumi come quello attuale anche una goccia nel mare può fare la differenza per la prosecuzione dell’attività. Queste mie brevi considerazioni dettate più dal buon senso, che da un’analisi di mercato vera e propria, rappresentano un tentativo di spingere la nostra popolazione ad incrementare l’uso di prodotti locali, sotto forma di strenne natalizie, e allo stesso tempo sostenere l’attività agroalimentare della nostra regione che quasi nella sua totalità è portata avanti da imprese familiari e che proprio per questo sono più esposte alle situazioni di criticità economico-finanziaria che la crisi globale comporta. Ormai sarà chiaro a tutti il mio proposito, cercare di dare un po’ di respiro alle nostre aziende in difficoltà e allo stesso tempo cercare di imbandire le nostre tavole natalizie con prodotti, magari meno reclamizzati e quindi a prezzi più convenienti, ma qualitativamente più buoni e di cui si può certificare, con assoluta certezza, la provenienza.
In conclusione credo che tutti noi umbri dobbiamo fare la nostra parte per aiutare i nostri territori a risollevarsi da questa situazione di difficoltà oggettiva e contribuire allo stesso tempo a recuperare e promuovere filiere importanti dal punto di vista enogastronomico che tanto lustro hanno dato e daranno allo sviluppo economico-occupazionale della nostra Regione”.
Agr12004.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 14 dicembre ’12) - “Anche quest’anno ci stiamo avvicinando a grandi passi al periodo delle festività natalizie e di fine d’anno. Un periodo contraddistinto, di solito, da un’euforia, per alcuni versi innaturale, che ci porta ad esercitare un consumismo sfrenato ad acquistare un “surplus” di tutto, anche di quello non ritenuto essenziale, anzi le statistiche ci dicono che proprio in questo periodo aumentano le vendite dei beni non di prima necessità, beni di lusso e/o voluttuari”. E’ il commento dell’assessore all’agricoltura della Provincia di Perugia Roberto Bertini. “L’atmosfera che si registra oggi, però, è ben diversa da quella degli altri anni – sostiene Bertini - la crisi economico-finanziaria che ha assalito il nostro Paese è ben lontana dall’essere risolta e soprattutto nella nostra Regione filiere importanti dal punto di vista economico segnano il passo con conseguenze tutte da valutare in prospettiva per il 2013. Nonostante questo clima non proprio “sereno” voglio comunque provare a trasmettere un po’ di fiducia, di serenità e perché no un po’ di solidarietà a tutte quelle persone che alle prese con difficoltà giornaliere continuano a lottare per far si che il proprio futuro sia pieno di speranza. Per far questo voglio partire da un semplice assunto: posto che il Natale, al di là della sua importanza come festività religiosa, rappresenta la festività laica del consumismo e dato che oggi, in questo periodo economico, molte famiglie si troveranno a fare i conti con ristrettezze di vario genere che costringeranno giocoforza a razionalizzare i propri consumi, è altresì possibile alimentare la nostra economia, soprattutto per quanto riguarda la filiera agricola, con modalità che possano essere di reciproco aiuto sia ai consumatori sia alle imprese in difficoltà e mi riferisco all’incentivazione del consumo dei nostri prodotti enogastronomici locali, agroalimentari a km zero, insomma rivolgendo i nostri consumi verso le produzioni delle nostre aziende. Appare evidente ormai che alcuni prodotti di punta del nostro settore enogastronomico identificano l’Umbria nel mondo per cui, in un periodo di consumi più “misurati”, proprio perché è Natale, ci si dovrebbe orientare ad acquistare le produzioni delle nostre aziende locali che, oltre ad essere economicamente più vantaggiose, possono offrire prodotti di tutto rispetto, talvolta vere e proprie eccellenze, in grado di primeggiare con marchi più blasonati, ma qualitativamente mediocri, che però godono di un “battage” pubblicitario maggiore e solo per questo hanno una posizione dominante sul mercato. Se ben alimentato questo “circuito” non può che far bene ai principali attori della nostra economia locale: i consumatori e i produttori. Da una parte i consumatori possono trovare dei prodotti locali concorrenziali a prezzi vantaggiosi, dall’altra le aziende possono incrementare le proprie quote di mercato locali e in un periodo di stagnazione dei consumi come quello attuale anche una goccia nel mare può fare la differenza per la prosecuzione dell’attività. Queste mie brevi considerazioni dettate più dal buon senso, che da un’analisi di mercato vera e propria, rappresentano un tentativo di spingere la nostra popolazione ad incrementare l’uso di prodotti locali, sotto forma di strenne natalizie, e allo stesso tempo sostenere l’attività agroalimentare della nostra regione che quasi nella sua totalità è portata avanti da imprese familiari e che proprio per questo sono più esposte alle situazioni di criticità economico-finanziaria che la crisi globale comporta. Ormai sarà chiaro a tutti il mio proposito, cercare di dare un po’ di respiro alle nostre aziende in difficoltà e allo stesso tempo cercare di imbandire le nostre tavole natalizie con prodotti, magari meno reclamizzati e quindi a prezzi più convenienti, ma qualitativamente più buoni e di cui si può certificare, con assoluta certezza, la provenienza.
In conclusione credo che tutti noi umbri dobbiamo fare la nostra parte per aiutare i nostri territori a risollevarsi da questa situazione di difficoltà oggettiva e contribuire allo stesso tempo a recuperare e promuovere filiere importanti dal punto di vista enogastronomico che tanto lustro hanno dato e daranno allo sviluppo economico-occupazionale della nostra Regione”.
Agr12004.GC