Inaugurate, nelle sale del Cerp della Provincia, le due mostre
(Cittadino e Provincia - Perugia, 4 ottobre 2012) - “Sarà anche vero che sul riordino istituzionale – affermano in una nota il capogruppo del Pd in Provincia di Perugia Giampiero Rasimelli ed il segretario Regionale del partito Lamberto Bottni - il Partito Democratico dell’Umbria non sempre ha dimostrato univocità di vedute e posizioni, ma siamo forse il Partito che più di tutti cerca di ragionare sul futuro dell’Umbria e che non si sottrae alle questioni, soprattutto quando queste riguardano la competitività e la tenuta della regione. L’argomento necessita di un grande coinvolgimento democratico di tutte le istituzioni e dei territori interessati e di senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti per definire insieme il miglior assetto possibile, tenendo presenti le indicazioni del governo. Non siamo per speculare su passaggi di portata epocale, piuttosto sul tema vediamo molta strumentalità da parte di alcuni. Riteniamo, dunque, che l’eccesso di polarizzazione delle funzioni derivante dalla anomala coincidenza tra i livelli istituzionali regionale e provinciale rischierebbe di non aver altro effetto che l’indebolimento del sistema regionale, soprattutto in una regione plurale come l’Umbria. E’ per questo che, sebbene alle prese con tempi impossibili e con una riforma discutibile e parziale, siamo convinti, così come lo sono le istituzioni e i coordinamenti istituzionali regionali, che l’interesse dell’Umbria passi attraverso la definizione di due nuove province e di un sistema istituzionale orientato a essere fattore positivo per lo sviluppo”.
Gc12396.red
(Cittadino e Provincia - Perugia, 4 ottobre 2012) - “Sarà anche vero che sul riordino istituzionale – affermano in una nota il capogruppo del Pd in Provincia di Perugia Giampiero Rasimelli ed il segretario Regionale del partito Lamberto Bottni - il Partito Democratico dell’Umbria non sempre ha dimostrato univocità di vedute e posizioni, ma siamo forse il Partito che più di tutti cerca di ragionare sul futuro dell’Umbria e che non si sottrae alle questioni, soprattutto quando queste riguardano la competitività e la tenuta della regione. L’argomento necessita di un grande coinvolgimento democratico di tutte le istituzioni e dei territori interessati e di senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti per definire insieme il miglior assetto possibile, tenendo presenti le indicazioni del governo. Non siamo per speculare su passaggi di portata epocale, piuttosto sul tema vediamo molta strumentalità da parte di alcuni. Riteniamo, dunque, che l’eccesso di polarizzazione delle funzioni derivante dalla anomala coincidenza tra i livelli istituzionali regionale e provinciale rischierebbe di non aver altro effetto che l’indebolimento del sistema regionale, soprattutto in una regione plurale come l’Umbria. E’ per questo che, sebbene alle prese con tempi impossibili e con una riforma discutibile e parziale, siamo convinti, così come lo sono le istituzioni e i coordinamenti istituzionali regionali, che l’interesse dell’Umbria passi attraverso la definizione di due nuove province e di un sistema istituzionale orientato a essere fattore positivo per lo sviluppo”.
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