(Cittadino e Provincia – Perugia, 15 settembre 2012) – Parole d’ordine: sensibilizzare, far conoscere, e vivere insieme. L’alzheimer non fa paura ci si convive e il convegno di oggi dal titolo “Demenza: vivere insieme” lo conferma. L’evento, che si inserisce nel calendario delle manifestazioni per celebrare la Giornata Mondiale Alzheimer, è organizzato dall’Associazione A.M.A.T.A. Umbria, Fondazione Fontenuovo Onlus, Istituto di Geriatria dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con la Provincia di Perugia ed i Centri Diurni Alzheimer Perugia. A fare gli onori di casa è stata Annalisa Longo dell’Associazione A.M.A.T.A. Umbria, una vita spesa a combattere la malattia del secolo “finalmente le famiglie che hanno in casa un malato di Alzheimer non sono più sole, ci sono molte associazioni che lavorano per aiutare queste persone e stanno nascendo nuovi centri specializzati. Le molte iniziative che stiamo facendo in questo mese dell’Alzheimer danno un quadro di come si sta muovendo l’assistenza”. A salutare l’assise è stato vice presidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi insieme all’assessore Monica Ferrante del Comune di Perugia. “Ormai tutti siamo concentrati a parlare – ha spiegato Rossi - di crisi economica tralasciando le problematiche ambientali, con lo smodato consumo energetico e all’evoluzione demografica, legata all’allungamento della vita che porta con se l’aumento di malattie croniche come l’Alzheimer. La popolazione anziana nel 1950 rappresentava 1%, nel 2050 questa percentuale toccherà il 15%. Un dato questo che fa riflettere noi, che siamo vicini a queste problematiche, ma non il sistema sanitario Nazionale e locale che nelle programmazioni future non menzionano mai parole come cronicità o vecchiaia. A breve faremo un Consigli Provinciale aperto su questo tema, sarà un occasione per tornare a parlare di questi problemi”. “Grazie per l’inviato – ha affermato Ferranti - all’associazione A.M.A.T.A. Umbria queste realtà sono per il nostro Ente, che eroga servizi sociali, una risorsa indispensabile. Il Comune di Perugia ha rifinaziato anche per il 2012 il Fondo per la non autosufficienza e quindi anche per i centri diurni per l’Alzheimer”. Il convegno è proseguito con l’intervento di Patrizia Mecocci dell’Istituto e Scuola di Specializzazione Geriatria dell’Università degli Studi di Perugia che ha sviluppato il tema “Alzheimer: ci sono novità?”. Dall’intervento è emerso come sia ancora molto diffusa la non diagnosi della malattia. “Solo da pochi anni – continua Mecocci - si sta lavorando e studiano l’Alzeimer pensate nei paesi industrializzati la diagnosi formale si ha solo nel 20-50% dei casi. Nei paesi emergenti la percentuale scende drasticamente al 10%. 28 milioni di persone malate, sul totale di 36 milioni, non riceve alcuna diagnosi. Questo fa si che in famiglia non si riesce a capire per quale motivo una persona si comporta in maniera strana provocando inutili irritazioni da parte dei familiari”. Mariena Scassellati Sforzolini Galetti dell’Associazione la Bottega del Possibile, ha parlato dell’apertura alla domiciliarità delle strutture residenziali, mentre il direttore sanitario della Fondazione Fontenuovo Simonetta Cesarini presentando il progetto “Si…curi in casa”. A chiudere si sono tenute le relazioni di Umberto Senin, gerontologo e geriatria, professore emerito Università Studi Perugia.
OI12554.DB
(Cittadino e Provincia – Perugia, 15 settembre 2012) – Parole d’ordine: sensibilizzare, far conoscere, e vivere insieme. L’alzheimer non fa paura ci si convive e il convegno di oggi dal titolo “Demenza: vivere insieme” lo conferma. L’evento, che si inserisce nel calendario delle manifestazioni per celebrare la Giornata Mondiale Alzheimer, è organizzato dall’Associazione A.M.A.T.A. Umbria, Fondazione Fontenuovo Onlus, Istituto di Geriatria dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con la Provincia di Perugia ed i Centri Diurni Alzheimer Perugia. A fare gli onori di casa è stata Annalisa Longo dell’Associazione A.M.A.T.A. Umbria, una vita spesa a combattere la malattia del secolo “finalmente le famiglie che hanno in casa un malato di Alzheimer non sono più sole, ci sono molte associazioni che lavorano per aiutare queste persone e stanno nascendo nuovi centri specializzati. Le molte iniziative che stiamo facendo in questo mese dell’Alzheimer danno un quadro di come si sta muovendo l’assistenza”. A salutare l’assise è stato vice presidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi insieme all’assessore Monica Ferrante del Comune di Perugia. “Ormai tutti siamo concentrati a parlare – ha spiegato Rossi - di crisi economica tralasciando le problematiche ambientali, con lo smodato consumo energetico e all’evoluzione demografica, legata all’allungamento della vita che porta con se l’aumento di malattie croniche come l’Alzheimer. La popolazione anziana nel 1950 rappresentava 1%, nel 2050 questa percentuale toccherà il 15%. Un dato questo che fa riflettere noi, che siamo vicini a queste problematiche, ma non il sistema sanitario Nazionale e locale che nelle programmazioni future non menzionano mai parole come cronicità o vecchiaia. A breve faremo un Consigli Provinciale aperto su questo tema, sarà un occasione per tornare a parlare di questi problemi”. “Grazie per l’inviato – ha affermato Ferranti - all’associazione A.M.A.T.A. Umbria queste realtà sono per il nostro Ente, che eroga servizi sociali, una risorsa indispensabile. Il Comune di Perugia ha rifinaziato anche per il 2012 il Fondo per la non autosufficienza e quindi anche per i centri diurni per l’Alzheimer”. Il convegno è proseguito con l’intervento di Patrizia Mecocci dell’Istituto e Scuola di Specializzazione Geriatria dell’Università degli Studi di Perugia che ha sviluppato il tema “Alzheimer: ci sono novità?”. Dall’intervento è emerso come sia ancora molto diffusa la non diagnosi della malattia. “Solo da pochi anni – continua Mecocci - si sta lavorando e studiano l’Alzeimer pensate nei paesi industrializzati la diagnosi formale si ha solo nel 20-50% dei casi. Nei paesi emergenti la percentuale scende drasticamente al 10%. 28 milioni di persone malate, sul totale di 36 milioni, non riceve alcuna diagnosi. Questo fa si che in famiglia non si riesce a capire per quale motivo una persona si comporta in maniera strana provocando inutili irritazioni da parte dei familiari”. Mariena Scassellati Sforzolini Galetti dell’Associazione la Bottega del Possibile, ha parlato dell’apertura alla domiciliarità delle strutture residenziali, mentre il direttore sanitario della Fondazione Fontenuovo Simonetta Cesarini presentando il progetto “Si…curi in casa”. A chiudere si sono tenute le relazioni di Umberto Senin, gerontologo e geriatria, professore emerito Università Studi Perugia.
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