(Cittadino e Provincia) – Perugia 10 agosto ‘12 – Rivolgo un accorato appello a tutta la Giunta provinciale – afferma il il capogruppo del Prc in provincia, Presidente della terza commissione consiliare e delegato ai rapporti con i territori Luca Baldelli - affinchè, come è sempre avvenuto per tutte le situazioni di crisi aziendali che abbiamo approfondito e affrontato in Commissione, anche in questo periodo “ balneare “ si mantenga alta l’attenzione verso le crisi che interessano vari territori . A San Giustino la “ Giannelli Silencers “, azienda storica nel campo della produzione di impianti di scarico per moto stradali e fuoristrada, è sotto la minaccia di un ridimensionamento che, negli intenti di chi l’ha concepito, non potrà che andare a colpire i soliti noti : i lavoratori. Parliamo non dell’ultima aziendina paracadutata sul territorio, ma di un marchio storico che, dal 1972, rappresenta una parte rilevante del valore aggiunto dell’economia umbra; un marchio che si è fatto valere ed apprezzare per la capacità di progettazione e innovazione anche sulle piste mondiali, con il concorso di campioni che si chiamano Max Biaggi, Valentino Rossi, Marco Melandri, Loris Capirossi, solo per citarne alcuni ; un simbolo dell’imprenditoria umbra che si irradia in tutto il globo esportando in più di 40 Paesi e che gode di una rete di 800 rivenditori selezionati. Ora, tutto questo patrimonio inestimabile, costruito da operai , tecnici e dirigenti in decenni di lavoro, lo si vorrebbe buttare alle ortiche in nome di visioni “ imprenditoriali “ di corto respiro, tutte fondate sulla ricerca del maggior profitto con il minore sforzo , pigiando unicamente sul tasto del costo del lavoro, il quale ha raggiunto livelli infimi , da Terzo mondo, e non può ragionevolmente essere messo sul banco degli imputati. La logica di esternalizzare, ridimensionare impianti produttivi, depauperare il Paese di professionalità e saperi costruiti pazientemente, è la vera iattura del tempo presente e rappresenta ormai, per il peso e le dimensioni che ha assunto, un attentato ai limiti dell’alto tradimento contro la sovranità economica e l’indipendenza nazionale. Occorre che le Istituzioni , assieme ai Sindacati, si impegnino per salvaguardare la presenza del marchio “Giannelli “ in Umbria, potenziare ulteriormente la sua immagine nel mondo, attraverso un’operazione che coinvolga, per esempio, anche la Camera di Commercio e le rappresentanze commerciali ospitate nelle sedi delle Ambasciate italiane all’estero. Assieme a questo, naturalmente, è necessario tutelare al massimo i livelli occupazionali e anzi incrementarli, specie nei settori della progettazione di qualità, con un’attività di ricerca svolta congiuntamente dall’azienda e dallo Stato. Serve, insomma, un grande sforzo di “politica industriale “ : il liberismo, il “laissez faire”, hanno prodotto solo danni. La vicenda “Giannelli” è emblematica di tutto ciò. Lo Stato deve tornare ad essere “ imprenditore”, come socio o in via esclusiva, almeno quando si tratta di tutelare marchi storici, che incidono per diversi punti del Pil sull’economia del Paese. Nel mio piccolo, a settembre, qualora la situazione non si sarà sbloccata, mi incaricherò di convocare riunioni della III COMMISSIONE utili a produrre sviluppi positivi, alla presenza di tutti i soggetti interessati, nessuno escluso”.
Gc12325.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 10 agosto ‘12 – Rivolgo un accorato appello a tutta la Giunta provinciale – afferma il il capogruppo del Prc in provincia, Presidente della terza commissione consiliare e delegato ai rapporti con i territori Luca Baldelli - affinchè, come è sempre avvenuto per tutte le situazioni di crisi aziendali che abbiamo approfondito e affrontato in Commissione, anche in questo periodo “ balneare “ si mantenga alta l’attenzione verso le crisi che interessano vari territori . A San Giustino la “ Giannelli Silencers “, azienda storica nel campo della produzione di impianti di scarico per moto stradali e fuoristrada, è sotto la minaccia di un ridimensionamento che, negli intenti di chi l’ha concepito, non potrà che andare a colpire i soliti noti : i lavoratori. Parliamo non dell’ultima aziendina paracadutata sul territorio, ma di un marchio storico che, dal 1972, rappresenta una parte rilevante del valore aggiunto dell’economia umbra; un marchio che si è fatto valere ed apprezzare per la capacità di progettazione e innovazione anche sulle piste mondiali, con il concorso di campioni che si chiamano Max Biaggi, Valentino Rossi, Marco Melandri, Loris Capirossi, solo per citarne alcuni ; un simbolo dell’imprenditoria umbra che si irradia in tutto il globo esportando in più di 40 Paesi e che gode di una rete di 800 rivenditori selezionati. Ora, tutto questo patrimonio inestimabile, costruito da operai , tecnici e dirigenti in decenni di lavoro, lo si vorrebbe buttare alle ortiche in nome di visioni “ imprenditoriali “ di corto respiro, tutte fondate sulla ricerca del maggior profitto con il minore sforzo , pigiando unicamente sul tasto del costo del lavoro, il quale ha raggiunto livelli infimi , da Terzo mondo, e non può ragionevolmente essere messo sul banco degli imputati. La logica di esternalizzare, ridimensionare impianti produttivi, depauperare il Paese di professionalità e saperi costruiti pazientemente, è la vera iattura del tempo presente e rappresenta ormai, per il peso e le dimensioni che ha assunto, un attentato ai limiti dell’alto tradimento contro la sovranità economica e l’indipendenza nazionale. Occorre che le Istituzioni , assieme ai Sindacati, si impegnino per salvaguardare la presenza del marchio “Giannelli “ in Umbria, potenziare ulteriormente la sua immagine nel mondo, attraverso un’operazione che coinvolga, per esempio, anche la Camera di Commercio e le rappresentanze commerciali ospitate nelle sedi delle Ambasciate italiane all’estero. Assieme a questo, naturalmente, è necessario tutelare al massimo i livelli occupazionali e anzi incrementarli, specie nei settori della progettazione di qualità, con un’attività di ricerca svolta congiuntamente dall’azienda e dallo Stato. Serve, insomma, un grande sforzo di “politica industriale “ : il liberismo, il “laissez faire”, hanno prodotto solo danni. La vicenda “Giannelli” è emblematica di tutto ciò. Lo Stato deve tornare ad essere “ imprenditore”, come socio o in via esclusiva, almeno quando si tratta di tutelare marchi storici, che incidono per diversi punti del Pil sull’economia del Paese. Nel mio piccolo, a settembre, qualora la situazione non si sarà sbloccata, mi incaricherò di convocare riunioni della III COMMISSIONE utili a produrre sviluppi positivi, alla presenza di tutti i soggetti interessati, nessuno escluso”.
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