(Cittadino e Provincia) Perugia 21 giugno ’12 – Con un Ordine del giorno il consigliere Massimiliano Capitani (PD) interviene sulla “Proposta di modifica delle norme relative ai cani da caccia e d’affezione” per chiedere al Consiglio Provinciale, alla Giunta e al suo Presidente di attivarsi con le istituzioni regionali e tutti gli enti preposti, affinché si possa definire una norma complessiva chiara ed univoca che possa dettare linee omogenee di applicazione delle leggi e dei regolamenti su tutto il territorio regionale. Nel documento Capitani spiega: “il giorno 3 Maggio 2012 si è riunita la I Commissione Consiliare Permanente per discutere il seguente argomento: Mozione presentata in data 19/04/2012 dal Capogruppo Consiliare di Rifondazione Comunista Luca Baldelli avente ad oggetto “Azioni per la celere definizione di una normativa chiara sui canili”; Mozione presentata in data 16/04/2012 dal Capogruppo Consiliare dei Socialisti e Riformisti Enrico Bastioli avente ad oggetto “Fare chiarezza sulle norme per il ricovero dei cani a caccia e di affezione”.Tale seduta della Commissione hanno partecipato per l’A.S.L.1 il Dott. Pauselli, per l’A.S.L.2 la Dott.ssa Pagliacci, per l’A.S.L.3 il Dott. Sonaglia, per la Provincia di Perugia il Vice Comandante della Polizia Provinciale Dott. Mosconi, la Dott.ssa Gallese (Servizio Gestione Faunistica) ed il Geom. Margaritelli (Servizio Urbanistica e P.T.C.P.). I proponenti capigruppo Luca Baldelli ed Enrico Bastioli hanno espresso la volontà di ritirare i propri documenti, al fine di addivenire alla stesura di un documento condiviso da tutta la I Commissione da sottoporre al voto del Consiglio Provinciale. Da una tradizionale convinzione in base alla quale gli animali andavano rispettati, in quanto gli uomini avevano il compito morale di custodirli e rispettarli, si è passati all’idea che gli stessi siano portatori di diritti, in quanto esseri viventi dotati di sensibilità. La Dichiarazione Universale dei diritti dell’animale in sede Unesco del 15/10/1978 sancisce che ogni animale ha il diritto al rispetto e all’esistenza e che il riconoscimento da parte della specie umana di detto diritto costituisce il fondamento della coesistenza della specie nel mondo e che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia ad osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali. Da questi principi si deve rafforzare il convincimento di un diverso approccio verso tutti gli animali, in particolare verso quegli animali più vicini a noi quali cani e gatti; animali che sempre più spesso colmano quotidianamente gli spazi affettivi in un importante processo simbiotico uomo-animale. La problematica dell’assistenza agli animali è entrata a far parte delle nostra organizzazione di vita. Basta rivolgere il pensiero ai problemi di sicurezza sulle strade collegata al fenomeno del randagismo ed alla presenza di animali vaganti; fenomeno questo, da addebitare oltre all’incapacità di custodia e gestione di molti privati, anche alla mancanza di idonee e puntuali strutture di ricovero necessarie a mantenerne il controllo. Rispetto alle carenze accertate nelle strutture dei canili sparsi nei territori di vari comuni (argomento portato alla ribalta in questi giorni dagli organi di stampa e superabile con la previsione di costruzione nei territori di specifiche e idonee strutture), la Legge Regionale in materia, al di fuori degli espressi principi di tutela, offre come soluzione il ricorso a procedure i cui criteri, tempi di attuazione e costi non corrispondono certamente alla necessità di offrire immediata soluzione al controllo e tutela dei cani. L’attività cinofila e venatoria è assai diffusa nei nostri territori, con una significativa e massiccia presenza di squadre di cinghialisti e cacciatori che possiedono una quantità rilevante di cani per le loro ovvie necessità. Il ricovero e la detenzione di animali di affezione, cani da caccia e non, sono regolamentati da tutta una serie di leggi, regolamenti veterinari, igienico-sanitari, edilizi, regionali e comunali. Tale intreccio normativo (spesso disomogeneo da Comune e Comune e da l’A.S.L. ad A.S.L.) rende difficile l’applicazione delle stesse norme ai cittadini che devono districarsi tra numerose disposizioni, spesso contrastanti tra loro. Le associazioni venatorie hanno portato questa problematica all’attenzione della Regione Umbria con una nota nella quale hanno ricordato che a seguito dei controlli effettuati dagli organismi preposti sono emersi numerosi casi sanzionati per violazioni il più delle volte frutto della mancata chiarezza nella complessa regolamentazione dell’argomento. Il più delle volte le sanzioni comminate riguardavano il non rispetto di norme urbanistiche comunali, spesso contrastanti con norme di grado superiore, e che in pochissimi casi sono stati riscontrati comportamenti ascrivibili all’incuria igenica e sanitaria degli animali. La Regione Umbria, vista la confusione che regna in materia, ha costituito un gruppo di lavoro per mettere in ordine i vari aspetti normativi e regolamentari sui temi di natura urbanistica, igienico -sanitaria e sul benessere animale, che non lasci spazio ad ambiguità, interpretazioni di segno differente e che consenta l’applicazione delle leggi e dei regolamenti in maniera univoca su tutto il territorio provinciale e regionale. La Provincia di Perugia ha sempre dimostrato la propria sensibilità rispetto alla cura degli animali e alla definizione di norme che garantissero la sicurezza e la salute pubblica, con preciso riferimento al problema del randagismo e dell’organizzazione dei ricoveri per cani. Anche le associazioni venatorie hanno chiesto alla Regione Umbria di esprimersi con provvedimento vincolante, riepilogativo delle disposizioni vigenti, affinché si abbia un’interpretazione omogenea ed univoca sulla materia. La Provincia di Perugia (Area Ambiente e Territorio, Servizio PTCP e Urbanistica), sta predisponendo una proposta di modifica ai dettati normativi delle Leggi Regionali relativamente alla “costruzione di strutture di ricovero per animali da affezione”. Con tale proposta, le attività prevalenti per le quali si ritiene necessario un approfondimento della problematica, oltre all’individuazione di un iter procedurale semplificato, possono essere così riassunte: strutture da destinare a Canili comunali; strutture funzionali da destinare alle attività faunistica-venatoria la cui gestione è affidata a squadre di caccia regolamente iscritte all’albo provinciale; strutture da destinare per attività di pensioni per gatti, cani, commercio, agiliti, ecc., non equiparabili all’attività agricola; strutture da destinare per attività di pensioni per gatti, cani, commercio, agiliti, ecc., equiparabili all’attività agricola; strutture di ricovero in abitazioni private. Per quanto riguarda gli articolati di legge si ritiene opportuno intervenire come segue: riformulazione dell’Art. 10, comma 2, della Legge regionale del 19 luglio 1994, numero 19, prevedendo contestualmente la possibilità, anche per chi non sia titolare di impresa agricola (squadre di caccia, singoli amatori, tartufai ecc..) di costruire agevolmente, senza inutili proibizioni e intralci burocratici, adeguate strutture di ricovero per gli animali, attraverso lo strumento del permesso a costruire in deroga, preceduto dalla Conferenza dei servizi, ai sensi della Legge 241/90; modifica dell’Art. 21 del Regolamento regionale 3 novembre 2008, n° 9, sulle “Opere pertinenziali “, estendendo la superficie utile coperta massima consentita per i manufatti adibiti a ricovero di animali domestici o da compagnia da mq. 4,00 a mq. 8,00 per unita immobiliare”.
Gc12253.DB
(Cittadino e Provincia) Perugia 21 giugno ’12 – Con un Ordine del giorno il consigliere Massimiliano Capitani (PD) interviene sulla “Proposta di modifica delle norme relative ai cani da caccia e d’affezione” per chiedere al Consiglio Provinciale, alla Giunta e al suo Presidente di attivarsi con le istituzioni regionali e tutti gli enti preposti, affinché si possa definire una norma complessiva chiara ed univoca che possa dettare linee omogenee di applicazione delle leggi e dei regolamenti su tutto il territorio regionale. Nel documento Capitani spiega: “il giorno 3 Maggio 2012 si è riunita la I Commissione Consiliare Permanente per discutere il seguente argomento: Mozione presentata in data 19/04/2012 dal Capogruppo Consiliare di Rifondazione Comunista Luca Baldelli avente ad oggetto “Azioni per la celere definizione di una normativa chiara sui canili”; Mozione presentata in data 16/04/2012 dal Capogruppo Consiliare dei Socialisti e Riformisti Enrico Bastioli avente ad oggetto “Fare chiarezza sulle norme per il ricovero dei cani a caccia e di affezione”.Tale seduta della Commissione hanno partecipato per l’A.S.L.1 il Dott. Pauselli, per l’A.S.L.2 la Dott.ssa Pagliacci, per l’A.S.L.3 il Dott. Sonaglia, per la Provincia di Perugia il Vice Comandante della Polizia Provinciale Dott. Mosconi, la Dott.ssa Gallese (Servizio Gestione Faunistica) ed il Geom. Margaritelli (Servizio Urbanistica e P.T.C.P.). I proponenti capigruppo Luca Baldelli ed Enrico Bastioli hanno espresso la volontà di ritirare i propri documenti, al fine di addivenire alla stesura di un documento condiviso da tutta la I Commissione da sottoporre al voto del Consiglio Provinciale. Da una tradizionale convinzione in base alla quale gli animali andavano rispettati, in quanto gli uomini avevano il compito morale di custodirli e rispettarli, si è passati all’idea che gli stessi siano portatori di diritti, in quanto esseri viventi dotati di sensibilità. La Dichiarazione Universale dei diritti dell’animale in sede Unesco del 15/10/1978 sancisce che ogni animale ha il diritto al rispetto e all’esistenza e che il riconoscimento da parte della specie umana di detto diritto costituisce il fondamento della coesistenza della specie nel mondo e che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia ad osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali. Da questi principi si deve rafforzare il convincimento di un diverso approccio verso tutti gli animali, in particolare verso quegli animali più vicini a noi quali cani e gatti; animali che sempre più spesso colmano quotidianamente gli spazi affettivi in un importante processo simbiotico uomo-animale. La problematica dell’assistenza agli animali è entrata a far parte delle nostra organizzazione di vita. Basta rivolgere il pensiero ai problemi di sicurezza sulle strade collegata al fenomeno del randagismo ed alla presenza di animali vaganti; fenomeno questo, da addebitare oltre all’incapacità di custodia e gestione di molti privati, anche alla mancanza di idonee e puntuali strutture di ricovero necessarie a mantenerne il controllo. Rispetto alle carenze accertate nelle strutture dei canili sparsi nei territori di vari comuni (argomento portato alla ribalta in questi giorni dagli organi di stampa e superabile con la previsione di costruzione nei territori di specifiche e idonee strutture), la Legge Regionale in materia, al di fuori degli espressi principi di tutela, offre come soluzione il ricorso a procedure i cui criteri, tempi di attuazione e costi non corrispondono certamente alla necessità di offrire immediata soluzione al controllo e tutela dei cani. L’attività cinofila e venatoria è assai diffusa nei nostri territori, con una significativa e massiccia presenza di squadre di cinghialisti e cacciatori che possiedono una quantità rilevante di cani per le loro ovvie necessità. Il ricovero e la detenzione di animali di affezione, cani da caccia e non, sono regolamentati da tutta una serie di leggi, regolamenti veterinari, igienico-sanitari, edilizi, regionali e comunali. Tale intreccio normativo (spesso disomogeneo da Comune e Comune e da l’A.S.L. ad A.S.L.) rende difficile l’applicazione delle stesse norme ai cittadini che devono districarsi tra numerose disposizioni, spesso contrastanti tra loro. Le associazioni venatorie hanno portato questa problematica all’attenzione della Regione Umbria con una nota nella quale hanno ricordato che a seguito dei controlli effettuati dagli organismi preposti sono emersi numerosi casi sanzionati per violazioni il più delle volte frutto della mancata chiarezza nella complessa regolamentazione dell’argomento. Il più delle volte le sanzioni comminate riguardavano il non rispetto di norme urbanistiche comunali, spesso contrastanti con norme di grado superiore, e che in pochissimi casi sono stati riscontrati comportamenti ascrivibili all’incuria igenica e sanitaria degli animali. La Regione Umbria, vista la confusione che regna in materia, ha costituito un gruppo di lavoro per mettere in ordine i vari aspetti normativi e regolamentari sui temi di natura urbanistica, igienico -sanitaria e sul benessere animale, che non lasci spazio ad ambiguità, interpretazioni di segno differente e che consenta l’applicazione delle leggi e dei regolamenti in maniera univoca su tutto il territorio provinciale e regionale. La Provincia di Perugia ha sempre dimostrato la propria sensibilità rispetto alla cura degli animali e alla definizione di norme che garantissero la sicurezza e la salute pubblica, con preciso riferimento al problema del randagismo e dell’organizzazione dei ricoveri per cani. Anche le associazioni venatorie hanno chiesto alla Regione Umbria di esprimersi con provvedimento vincolante, riepilogativo delle disposizioni vigenti, affinché si abbia un’interpretazione omogenea ed univoca sulla materia. La Provincia di Perugia (Area Ambiente e Territorio, Servizio PTCP e Urbanistica), sta predisponendo una proposta di modifica ai dettati normativi delle Leggi Regionali relativamente alla “costruzione di strutture di ricovero per animali da affezione”. Con tale proposta, le attività prevalenti per le quali si ritiene necessario un approfondimento della problematica, oltre all’individuazione di un iter procedurale semplificato, possono essere così riassunte: strutture da destinare a Canili comunali; strutture funzionali da destinare alle attività faunistica-venatoria la cui gestione è affidata a squadre di caccia regolamente iscritte all’albo provinciale; strutture da destinare per attività di pensioni per gatti, cani, commercio, agiliti, ecc., non equiparabili all’attività agricola; strutture da destinare per attività di pensioni per gatti, cani, commercio, agiliti, ecc., equiparabili all’attività agricola; strutture di ricovero in abitazioni private. Per quanto riguarda gli articolati di legge si ritiene opportuno intervenire come segue: riformulazione dell’Art. 10, comma 2, della Legge regionale del 19 luglio 1994, numero 19, prevedendo contestualmente la possibilità, anche per chi non sia titolare di impresa agricola (squadre di caccia, singoli amatori, tartufai ecc..) di costruire agevolmente, senza inutili proibizioni e intralci burocratici, adeguate strutture di ricovero per gli animali, attraverso lo strumento del permesso a costruire in deroga, preceduto dalla Conferenza dei servizi, ai sensi della Legge 241/90; modifica dell’Art. 21 del Regolamento regionale 3 novembre 2008, n° 9, sulle “Opere pertinenziali “, estendendo la superficie utile coperta massima consentita per i manufatti adibiti a ricovero di animali domestici o da compagnia da mq. 4,00 a mq. 8,00 per unita immobiliare”.
Gc12253.DB