(Cittadino e Provincia – Perugia, 26 maggio 2012) - Una collaborazione per la realizzazione di azioni congiunte volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e diffondere sul territorio provinciale la più ampia conoscenza delle attività di prevenzione oncologica e di ospedalizzazione domiciliare oncologica. E’ quanto si propone il protocollo d’intesa siglato questa mattina presso la sala del Consiglio provinciale, tra la Provincia di Perugia e la Fondazione ANT Italia Onlus; una collaborazione, sottoscritta dal vice presidente dell’Ente Aviano Rossi e dal presidente ANT Raffaella Pannuti, che formalizza la volontà di intraprendere un cammino comune finalizzato a diffondere le attività di una Fondazione che da oltre trent’anni, opera con la volontà di garantire al sofferente e alla sua famiglia una vita dignitosa. La sottoscrizione è avvenuta nell’ambito del seminario dal titolo “La centralità della persona nel percorso di cura e assistenza dei malati oncologici” coordinato dalla giornalista Serena Zullo, a cui sono intervenuti oltre a Rossi e Pannuti, Silvia Leoni, medico della Fondazione, Elisabetta Torzuoli, delegata ANT Umbria, Manlio Lucentini, coordinatore Società Italiana Cure Palliative Regione Umbria, Paolo Pannacci, medico Associazione CON NOI per le cure palliative. “Quella di oggi non è una giornata dedicata ai tumori, ma all'assistenza ai malati oncologici poiché sono ancora le famiglie e farsi carico della componente prevalente delle problematiche socio-assistenziali di queste persone – ha commentato il vice presidente Rossi - se da un lato i progressi scientifici offrono molte più opportunità diagnostiche e terapeutiche, dall'altra è solo grazie all'impegno delle associazioni che le famiglie hanno un sostegno. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di sostenere l'ANT che proietta le proprie attenzioni non solo a questo aspetto, ma anche a quello della prevenzione. Sono però maturi i tempi per pensare ad un servizio pubblico che si occupi dell'ospedalizzazione domiciliare”. “Mi auguro – ha commentato Pannuti – che questa intesa possa essere di aiuto per arrivare a sensibilizzare e a condividere il Progetto Eubiosia, inteso come insieme di qualità che conferiscono dignità alla vita, con nuovi interlocutori del territorio, affinché anche a Perugia si possano creare le condizioni per fondare un Ospedale Domiciliare Oncologico ANT. Si può tuttavia pensare di dar vita a questo progetto solo se il territorio condividerà e sosterrà con convinzione il principio base di diritto al rispetto della dignità della persona in ogni fase della vita”. Il seminario è stata inoltre l'occasione per presentare la nascente Delegazione ANT in Umbria.“Sensibilizzazione ai progetti di Ospedalizzazione Domiciliare Oncologica ANT come abbiamo fatto oggi – ha affermato l'avv. Terzuoli – significa non solo parlare di quello che è un diritto naturale di ogni persona di vivere in dignità ogni parte della propria vita, ma anche far conoscere ai Cittadini quali sono i diritti che la legge garantisce nelle fasi delicate della malattia”. Il dott. Lucentini ha evidenziato l’esistenza di “una situazione estremamente variegata in Umbria: a zone in cui si riscontra una qualità di assistenza elevata si alternano aree del tutto scoperte sul piano delle cure palliative. La complessità delle necessità e dei bisogni che emergono nelle malattie terminali deve essere affrontata con risposte complete e strutturate. Deve quindi essere concepita una risposta assistenziale in rete, dove diversi attori partecipano all’assistenza del malato e di tutta la famiglia”. Pannacci ha affermato: “Il cancro va considerata una malattia familiare: è un evento traumatico e non solo una patologia intesa tout court. Il cancro ha dei risvolti devastanti nell’immediato spazio sociale del malato”. Ha inoltre rilevato che “nel corso degli anni le trasformazioni del tessuto sociale hanno portato anche in Umbria cambiamenti significativi nell’assetto del nucleo familiare stesso. In nuclei composti da massimo tre persone diventa ancora più difficoltosa la gestione della malattia, così assorbente e distruttiva”.
Ast12031.MD
(Cittadino e Provincia – Perugia, 26 maggio 2012) - Una collaborazione per la realizzazione di azioni congiunte volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e diffondere sul territorio provinciale la più ampia conoscenza delle attività di prevenzione oncologica e di ospedalizzazione domiciliare oncologica. E’ quanto si propone il protocollo d’intesa siglato questa mattina presso la sala del Consiglio provinciale, tra la Provincia di Perugia e la Fondazione ANT Italia Onlus; una collaborazione, sottoscritta dal vice presidente dell’Ente Aviano Rossi e dal presidente ANT Raffaella Pannuti, che formalizza la volontà di intraprendere un cammino comune finalizzato a diffondere le attività di una Fondazione che da oltre trent’anni, opera con la volontà di garantire al sofferente e alla sua famiglia una vita dignitosa. La sottoscrizione è avvenuta nell’ambito del seminario dal titolo “La centralità della persona nel percorso di cura e assistenza dei malati oncologici” coordinato dalla giornalista Serena Zullo, a cui sono intervenuti oltre a Rossi e Pannuti, Silvia Leoni, medico della Fondazione, Elisabetta Torzuoli, delegata ANT Umbria, Manlio Lucentini, coordinatore Società Italiana Cure Palliative Regione Umbria, Paolo Pannacci, medico Associazione CON NOI per le cure palliative. “Quella di oggi non è una giornata dedicata ai tumori, ma all'assistenza ai malati oncologici poiché sono ancora le famiglie e farsi carico della componente prevalente delle problematiche socio-assistenziali di queste persone – ha commentato il vice presidente Rossi - se da un lato i progressi scientifici offrono molte più opportunità diagnostiche e terapeutiche, dall'altra è solo grazie all'impegno delle associazioni che le famiglie hanno un sostegno. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di sostenere l'ANT che proietta le proprie attenzioni non solo a questo aspetto, ma anche a quello della prevenzione. Sono però maturi i tempi per pensare ad un servizio pubblico che si occupi dell'ospedalizzazione domiciliare”. “Mi auguro – ha commentato Pannuti – che questa intesa possa essere di aiuto per arrivare a sensibilizzare e a condividere il Progetto Eubiosia, inteso come insieme di qualità che conferiscono dignità alla vita, con nuovi interlocutori del territorio, affinché anche a Perugia si possano creare le condizioni per fondare un Ospedale Domiciliare Oncologico ANT. Si può tuttavia pensare di dar vita a questo progetto solo se il territorio condividerà e sosterrà con convinzione il principio base di diritto al rispetto della dignità della persona in ogni fase della vita”. Il seminario è stata inoltre l'occasione per presentare la nascente Delegazione ANT in Umbria.“Sensibilizzazione ai progetti di Ospedalizzazione Domiciliare Oncologica ANT come abbiamo fatto oggi – ha affermato l'avv. Terzuoli – significa non solo parlare di quello che è un diritto naturale di ogni persona di vivere in dignità ogni parte della propria vita, ma anche far conoscere ai Cittadini quali sono i diritti che la legge garantisce nelle fasi delicate della malattia”. Il dott. Lucentini ha evidenziato l’esistenza di “una situazione estremamente variegata in Umbria: a zone in cui si riscontra una qualità di assistenza elevata si alternano aree del tutto scoperte sul piano delle cure palliative. La complessità delle necessità e dei bisogni che emergono nelle malattie terminali deve essere affrontata con risposte complete e strutturate. Deve quindi essere concepita una risposta assistenziale in rete, dove diversi attori partecipano all’assistenza del malato e di tutta la famiglia”. Pannacci ha affermato: “Il cancro va considerata una malattia familiare: è un evento traumatico e non solo una patologia intesa tout court. Il cancro ha dei risvolti devastanti nell’immediato spazio sociale del malato”. Ha inoltre rilevato che “nel corso degli anni le trasformazioni del tessuto sociale hanno portato anche in Umbria cambiamenti significativi nell’assetto del nucleo familiare stesso. In nuclei composti da massimo tre persone diventa ancora più difficoltosa la gestione della malattia, così assorbente e distruttiva”.
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