Cittadini attivi e giardinaggio di comunità con il progetto “Hortus Trasimeni: coltiviamo la solidarietà”
(Cittadino e Provincia) – Castiglione del Lago, 14 maggio ‘21 – Un piccolo angolo verde in cui riscoprire l'elevato potenziale che l'orto rappresenta come nuovo modello di utilizzo dello spazio collettivo, anche grazie all'introduzione dell’inclusione sociale e sostenibilità ambientale.
“Hortus Trasimeni”, nel cuore del centro storico, è il primo bene comune di Castiglione del Lago ad essere oggetto di un Patto di collaborazione tra l’Amministrazione comunale e una associazione di cittadini.
Con la firma di questa mattina del Patto da parte del dirigente dell’Area governo del territorio Mauro Marinelli e della presidente del Laboratorio del cittadino Aps Mariella Morbidelli, si mette in pratica quanto previsto dal Regolamento sull’amministrazione condivisa, di cui il Comune di Castiglione del Lago si è dotato poco più di un anno fa.
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco Matteo Burico, la presidente della Commissione Beni comuni Rosella Paradisi, Anna Maria Baldoni della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, Stefania De Fazio, dirigente della Direzione didattica Rasetti e Livia Polegri del Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria.
Il progetto Hortus Trasimeni ha mosso i primi passi quattro anni fa, con la concessione in comodato d’uso gratuito di questo spazio all’aperto presso l’ex Asilo Reattelli. L'idea che sta alla base è quella di realizzare una struttura che unisca la coltivazione biologica di ortaggi ed erbe aromatiche con il coinvolgimento della cittadinanza sulle tematiche ambientali, la conoscenza e il consumo dei prodotti della terra.
L’associazione Laboratorio del cittadino da anni si occupa di sostenibilità ambientale e inclusione sociale, proponendo iniziative volte al benessere e alla qualità della vita delle persone vulnerabili che passano anche attraverso appunto la cura di un orto-giardino.
La funzione principale del giardino, per il benessere di ognuno, è quello di mantenere il legame con elementi viventi. Hortus Trasimeni vuol essere l’opportunità per una riconquista individuale di tutti, minori e adulti, per ritrovare il gusto e le capacità di vivere con gli altri in uno spazio pubblico. Creare, gustare, condividere come nuove forme di libertà e di autonomia.
Ma Hortus Trasimeni è anche un laboratorio permanente di sperimentazione agronomica.
Grazie al collegamento con il 3A - Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria, i volontari del Laboratorio del cittadino sono diventati “coltivatori custodi” per la conservazione della biodiversità agraria delle varietà locali nel bioterritorio del Trasimeno, applicando tecniche dettate dalla tradizione rurale locale, in un rapporto strettissimo e di dipendenza reciproca, tra chi effettua la conservazione “ex situ” (banche del germoplasma) e chi effettua la conservazione “in situ” (coltivatori custodi).
“Quello di oggi è un passo importante – ha dichiarato il sindaco Burico – poiché si prende in mano un bene comune per curarlo e soprattutto farlo vivere. Le opere delle Amministrazioni pubbliche da sole non sono sufficienti se poi i beni non vengono percepiti come propri”.
Castiglione21021.ET
(Cittadino e Provincia) – Castiglione del Lago, 14 maggio ‘21 – Un piccolo angolo verde in cui riscoprire l'elevato potenziale che l'orto rappresenta come nuovo modello di utilizzo dello spazio collettivo, anche grazie all'introduzione dell’inclusione sociale e sostenibilità ambientale.
“Hortus Trasimeni”, nel cuore del centro storico, è il primo bene comune di Castiglione del Lago ad essere oggetto di un Patto di collaborazione tra l’Amministrazione comunale e una associazione di cittadini.
Con la firma di questa mattina del Patto da parte del dirigente dell’Area governo del territorio Mauro Marinelli e della presidente del Laboratorio del cittadino Aps Mariella Morbidelli, si mette in pratica quanto previsto dal Regolamento sull’amministrazione condivisa, di cui il Comune di Castiglione del Lago si è dotato poco più di un anno fa.
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco Matteo Burico, la presidente della Commissione Beni comuni Rosella Paradisi, Anna Maria Baldoni della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, Stefania De Fazio, dirigente della Direzione didattica Rasetti e Livia Polegri del Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria.
Il progetto Hortus Trasimeni ha mosso i primi passi quattro anni fa, con la concessione in comodato d’uso gratuito di questo spazio all’aperto presso l’ex Asilo Reattelli. L'idea che sta alla base è quella di realizzare una struttura che unisca la coltivazione biologica di ortaggi ed erbe aromatiche con il coinvolgimento della cittadinanza sulle tematiche ambientali, la conoscenza e il consumo dei prodotti della terra.
L’associazione Laboratorio del cittadino da anni si occupa di sostenibilità ambientale e inclusione sociale, proponendo iniziative volte al benessere e alla qualità della vita delle persone vulnerabili che passano anche attraverso appunto la cura di un orto-giardino.
La funzione principale del giardino, per il benessere di ognuno, è quello di mantenere il legame con elementi viventi. Hortus Trasimeni vuol essere l’opportunità per una riconquista individuale di tutti, minori e adulti, per ritrovare il gusto e le capacità di vivere con gli altri in uno spazio pubblico. Creare, gustare, condividere come nuove forme di libertà e di autonomia.
Ma Hortus Trasimeni è anche un laboratorio permanente di sperimentazione agronomica.
Grazie al collegamento con il 3A - Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria, i volontari del Laboratorio del cittadino sono diventati “coltivatori custodi” per la conservazione della biodiversità agraria delle varietà locali nel bioterritorio del Trasimeno, applicando tecniche dettate dalla tradizione rurale locale, in un rapporto strettissimo e di dipendenza reciproca, tra chi effettua la conservazione “ex situ” (banche del germoplasma) e chi effettua la conservazione “in situ” (coltivatori custodi).
“Quello di oggi è un passo importante – ha dichiarato il sindaco Burico – poiché si prende in mano un bene comune per curarlo e soprattutto farlo vivere. Le opere delle Amministrazioni pubbliche da sole non sono sufficienti se poi i beni non vengono percepiti come propri”.
Castiglione21021.ET