Moon in Folk, con la musica folk incontra il pop e l'elettronica, sarà una giornata dedicata alla tradizione folklorica. Uno straordinario mix di voci, suoni, memorie e sapori antichi. E' questo il senso del progetto realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia: l'energia ritrovata della danza e del canto in una riproposta moderna che ha saputo mantenere lo spirito, le vocalità, le prassi esecutive tradizionali. Interamente dedicato alla musica folk, l’evento è caratterizzato da vari interventi sonori che spazieranno dalla sperimentazione, alla canzone d’autore, ai richiami esotici, alla più festosa tradizione che si incontrerà anche con la musica elettronica. Si alterneranno sul palco vari musicisti e in certi momenti interagiranno fra di loro.
Ad aprire la serata, alle ore 18, il Trio D’Alessandro, con lo psichiatra e cantautore Silvio D’Alessandro, Leopoldo Calabria alla chitarra e Umberto Ugoberti alla fisarmonica.
Alle ore 19, alla luce del tramonto, il recital di Lucilla Galeazzi, artista umbra tra le figure più autorevoli e stimate in ambito folk italiano e internazionale. Il trio femminile è l'ultima sua iniziativa artistica, per la quale si avvale di due musiciste romane di incredibile talento ed esperienza di palco, Stefania Placidi (voce e chitarre) e Desirée Infascelli (fisarmonicista, pianista e mandolinista).
Alle ore 20 toccherà a Massimo Zamboni, storico componente dei CSI e CCCP, che sul palco si alternerà con l’orchestra del Sinfonico Honolulu, composta da otto elementi (sei ukulele, un basso e una batteria): “So che non esiste rapporto di superficie – spiega Zamboni – tra la mia musica, quella di tutti questi anni, e la tradizione folk. Mi sono espresso con altre coordinate, nate a Berlino - città fredda -, ascoltando punk tedesco - musica gelida -, cercando di dirigere la prosecuzione di quel periodo approfondendo le coordinate cui sento di appartenere, in senso geografico e esistenziale. Non posso simulare culture contadine, né canti di lavoro; eppure contadino sono nel part time della vita quotidiana; eppure ho passato anni con un microfono in mano a registrare e ascoltare canti popolari; eppure ho prodotto album di cantanti che certamente possono essere definiti "folk". Impensabile rimarginare questa separazione - obbligata da una distanza concreta - impensabile allo stesso tempo non riconoscere l'estensione di un patrimonio tradizionale alle spalle che - senza mostrarsi esplicitamente - riconosco come influenza profondissima”.
Dalle ore 21 circa il finale sarà con Unfolk Project, versi controversi e contaminazioni sonore, di e con Alessandro Deledda (Live electronic), Marco Colonna (clarinetti), Silvia Bolognesi (contrabbasso), con la partecipazione straordinaria della Nuova Brigata Pretolana. La musica Folk incontra l'elettronica: il repertorio sarà intriso di cambi di scena ed argomentazioni che renderà il set di grande suggestione. Dal canto rustico medievale tramandato oralmente come il “il canto alla mietitora” che si dispone a due voci, passando a più voci con “La ballata del XX giugno” un testo scritto da Renzo Zuccherini che racconta la vicenda delle stragi perugine del XX giugno. A “Il lamento della guerra” di Ugo Pappafava che si riferisce alla seconda guerra mondiale con un finale messaggio di speranza. Fino al tema dell’emigrazione con “Mamma dammi 100 lire”, canto della tradizione popolare italiana probabilmente del sud del Lazio, che racconta la vicenda dell’emigrazione verso gli Stati Uniti e le tragedie che avvenivano durante tali viaggi della speranza.
Il progetto è ideato e realizzato per l’occasione dal musicista e compositore Deledda, attivo nella scena italiana sia nel jazz che nel mondo dell’elettronica e delle sue contaminazioni. A completare la Line up, i guests Colonna ai clarinetti e Bolognesi al contrabbasso, due autorevoli esponenti nel free jazz e nella sperimentazione contemporanea europea. Sintetizzatori, libere improvvisazioni, sound che va dall’elettronica alla deep house, dal tango al blues, vestiranno in prima assoluta canti popolari tramandati e scritti su tematiche di guerra, emigrazione, vita sociale, storia del territorio ed interpretati e narrati dalle voci della “Nuova brigata pretolana”.