Oggi la cerimonia con le massime autorità. Provincia presente con il vicepresidente Betti
(Cittadino e Provincia) – Tuoro, 2 marzo ’23 – A 20 anni dall’omicidio, Tuoro sul Trasimeno ha ricordato Emanuele Petri, il sovrintendente capo della Polizia di Stato ucciso in un conflitto a fuoco con le cosiddette nuove brigate rosse. In un intervento che portò all'arresto di Nadia Desdemona Lioce e al sequestro di materiale risultato decisivo per le indagini.
In un Teatro dell’Accademia gremito, il ricordo di Petri è stato celebrato questa mattina dal capo della Polizia Lamberto Giannini e dai sottosegretari all'Interno Emanuele Prisco e Nicola Molteni.
Cerimonia che si è svolta alla presenza della vedova di Petri, Alma, del figlio Angelo e dei loro familiari. Presenti tra gli altri il prefetto Franco Gabrielli ed il procuratore generale Sergio Sottani. La Provincia di Perugia è voluta essere presente attraverso il suo vicepresidente Cristian Betti.
“La memoria diventa attiva – ha dichiarato la sindaca di Tuoro, Maria Elena Minciaroni, nel suo saluto alla folta platea – quando parla alle coscienze, soprattutto a quelle dei più giovani”.
Più giovani oggi rappresentati dai componenti del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze di Tuoro. A nome loro ha parlato il giovane sindaco, Giulio Cecchini: “La figura di Petri – ha riferito – è giunta a noi di anno in anno attraverso il racconto di genitori, nonni, insegnanti e mezzi di informazione. Abbiamo così capito che dietro la morte di Emanuele c’erano valori immensi che hanno fatto di lui un esempio”.
In chiusura di cerimonia gli stessi studenti hanno consegnato alla vedova Alma un pannello che raccoglie i loro pensieri e le loro riflessioni.
Nel corso della mattinata è stato presentato il volume "Un poliziotto di nome Lele", dedicato alla storia e alla memoria del sovrintendente insignito della Medaglia d'oro al Valor civile. Sono intervenuti gli autori, Cinzia Corneli e Giovanni Bianconi.
OI23024.ET
(Cittadino e Provincia) – Tuoro, 2 marzo ’23 – A 20 anni dall’omicidio, Tuoro sul Trasimeno ha ricordato Emanuele Petri, il sovrintendente capo della Polizia di Stato ucciso in un conflitto a fuoco con le cosiddette nuove brigate rosse. In un intervento che portò all'arresto di Nadia Desdemona Lioce e al sequestro di materiale risultato decisivo per le indagini.
In un Teatro dell’Accademia gremito, il ricordo di Petri è stato celebrato questa mattina dal capo della Polizia Lamberto Giannini e dai sottosegretari all'Interno Emanuele Prisco e Nicola Molteni.
Cerimonia che si è svolta alla presenza della vedova di Petri, Alma, del figlio Angelo e dei loro familiari. Presenti tra gli altri il prefetto Franco Gabrielli ed il procuratore generale Sergio Sottani. La Provincia di Perugia è voluta essere presente attraverso il suo vicepresidente Cristian Betti.
“La memoria diventa attiva – ha dichiarato la sindaca di Tuoro, Maria Elena Minciaroni, nel suo saluto alla folta platea – quando parla alle coscienze, soprattutto a quelle dei più giovani”.
Più giovani oggi rappresentati dai componenti del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze di Tuoro. A nome loro ha parlato il giovane sindaco, Giulio Cecchini: “La figura di Petri – ha riferito – è giunta a noi di anno in anno attraverso il racconto di genitori, nonni, insegnanti e mezzi di informazione. Abbiamo così capito che dietro la morte di Emanuele c’erano valori immensi che hanno fatto di lui un esempio”.
In chiusura di cerimonia gli stessi studenti hanno consegnato alla vedova Alma un pannello che raccoglie i loro pensieri e le loro riflessioni.
Nel corso della mattinata è stato presentato il volume "Un poliziotto di nome Lele", dedicato alla storia e alla memoria del sovrintendente insignito della Medaglia d'oro al Valor civile. Sono intervenuti gli autori, Cinzia Corneli e Giovanni Bianconi.
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