I percorsi
Percorrendo il parco dall’ingresso principale, che si affaccia sull’attuale via Gabrielli, il grande giardino, dopo i lavori di recupero si apre al visitatore mostrando le sue iniziali fattezze. Nel primo tratto antecedente il ponte si incontrano in terra due colonne in pietra non meglio collocabili, ma che sicuramente dovevano essere disposte nelle vicinanze dell’accesso dove esisteva, anche secondo quanto raccontano gli ex proprietari, una statua in terracotta, presumibilmente di divinità.
Attraverso il ponte coperto gettato sul Camignano e dalle cui strette finestre si guarda verso la città medioevale che si affaccia sul rio, si giunge ai grandi viali che risalgono il declivio attraverso un gioco ellissoidale di tornanti segnati, quali mete, da colonne sormontate originariamente da capitelli oggi scomparsi. Le curve sono segnate da sedili in pietra tufacea che caratterizzano con la loro rusticità i muri di contenimento; sul lato che porta direttamente a via della Ripa, è ancora esistente la casa destinata ai giardinieri. Guardando verso la città dal muro di cinta, volutamente non coperto da vegetazione, Gubbio si rivela al fruitore dei sentieri nella sua innegabile bellezza. Dagli spazi lasciati liberi dagli alberi, le quinte arboree accompagnano la vista ora su torri, ora sulla grande facciata della chiesa di San Domenico, ora sul dominante palazzo dei Consoli creando numerosi quadri definiti da cornici vegetali.
Attraverso la serie dei tornanti segnati da piante diverse per creare un effetto sempre nuovo nel verde e che in autunno si colorano di rossi e di gialli contrastanti, si incontra la villetta a due piani, estremamente moderna e confortevole, certo residenza estiva dei signori, ora completamente restituita all’antico splendore.
Poco più avanti una fontana in mattoni, una volta abbellita da colonne marmoree, raccoglie le acque che vengono dalle cisterne superiori e le convoglia verso il tornante inferiore, che introduce al luogo più nascosto e privilegiato del giardino.
Attraverso due gradini in granito si accede ad una grande aiuola a parterre dominata da un tempietto. Al lato destro troviamo un piccolo edificio, anticamente utilizzato come scuderia, fregiato dallo stemma della famiglia Benveduti, probabilmente ricavato da un’antica torre. La grande aiuola, oggi completamente recuperata e contornata da una siepe di bosso, contiene al centro della verzura una piccola fontana di forma circolare, circondata da una ringhiera novecentesca in ferro battuto completamente rifatta su impostazione della precedente.