(Cittadino e Provincia) – Perugia, 26 gennaio ‘24 - Nella cattedrale di San Lorenzo (Perugia), l’arcivescovo Ivan Maffeis ha presieduto la messa in onore di San Sebastiano Martire, patrono della polizia locale. Presenti autorità civili, politiche e militari, oltre ad alcuni sindaci umbri insieme alle rispettive delegazioni delle polizie e ai loro gonfaloni.
In rappresentanza della Provincia di Perugia, la consigliera Erika Borghesi.
Nella sua omelia Mons. Maffeis si è soffermato sul significato di tre parole: prudenza, forza e carità.
L’uomo prudente è il saggio, che possiede quella luce per leggere gli eventi secondo giustizia. Ecco allora che prudenza diventa discernimento, capacità di distinguere ciò che ci avvicina alla verità da ciò che ce ne allontana.
Forza, intesa non come spavalderia o prevaricazione, ma virtù che assicura giustizia, fermezza e costanza nella ricerca del bene comune con pazienza. Infine carità, come amore per il prossimo che si esprime nei gesti con cui si compie il lavoro, con cordialità e pazienza e comprensione.
Maffeis collega il significato di queste parole al servizio degli agenti. “Il vostro è un lavoro prezioso per la città e l’intera collettività – sono le sue parole -. Oggi se siamo qui insieme è per dire grazie perché assicurate sicurezza e serenità alla convivenza di tutti aiutando a riconoscerci cittadini e la presenza dei gonfaloni simboleggia l’unità che diventa collaborazione e disponibilità a lavorare insieme”.
La festa di San Sebastiano martire si celebra il 20 gennaio e le poche notizie storiche su di lui si basano su una diretta testimonianza di Sant’Ambrogio. É nato e cresciuto a Milano, è stato educato cristianamente e intraprese la carriera militare: era capo della prima corte della guardia imperiale a Roma. Durante la persecuzione di Diocleziano, Sebastiano – avvalendosi della sua autorità – aiuta molti cristiani perseguitati: visita i prigionieri e li esorta ad avere fede. Scoperto, è condannato a morte: trafitto dalle frecce, sopravvive, ma poi viene ucciso a bastonate. Fu sepolto sulla via Appia, nelle catacombe che ora portano il suo nome.
Oi24007.RB
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 26 gennaio ‘24 - Nella cattedrale di San Lorenzo (Perugia), l’arcivescovo Ivan Maffeis ha presieduto la messa in onore di San Sebastiano Martire, patrono della polizia locale. Presenti autorità civili, politiche e militari, oltre ad alcuni sindaci umbri insieme alle rispettive delegazioni delle polizie e ai loro gonfaloni.
In rappresentanza della Provincia di Perugia, la consigliera Erika Borghesi.
Nella sua omelia Mons. Maffeis si è soffermato sul significato di tre parole: prudenza, forza e carità.
L’uomo prudente è il saggio, che possiede quella luce per leggere gli eventi secondo giustizia. Ecco allora che prudenza diventa discernimento, capacità di distinguere ciò che ci avvicina alla verità da ciò che ce ne allontana.
Forza, intesa non come spavalderia o prevaricazione, ma virtù che assicura giustizia, fermezza e costanza nella ricerca del bene comune con pazienza. Infine carità, come amore per il prossimo che si esprime nei gesti con cui si compie il lavoro, con cordialità e pazienza e comprensione.
Maffeis collega il significato di queste parole al servizio degli agenti. “Il vostro è un lavoro prezioso per la città e l’intera collettività – sono le sue parole -. Oggi se siamo qui insieme è per dire grazie perché assicurate sicurezza e serenità alla convivenza di tutti aiutando a riconoscerci cittadini e la presenza dei gonfaloni simboleggia l’unità che diventa collaborazione e disponibilità a lavorare insieme”.
La festa di San Sebastiano martire si celebra il 20 gennaio e le poche notizie storiche su di lui si basano su una diretta testimonianza di Sant’Ambrogio. É nato e cresciuto a Milano, è stato educato cristianamente e intraprese la carriera militare: era capo della prima corte della guardia imperiale a Roma. Durante la persecuzione di Diocleziano, Sebastiano – avvalendosi della sua autorità – aiuta molti cristiani perseguitati: visita i prigionieri e li esorta ad avere fede. Scoperto, è condannato a morte: trafitto dalle frecce, sopravvive, ma poi viene ucciso a bastonate. Fu sepolto sulla via Appia, nelle catacombe che ora portano il suo nome.
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