Allevamenti suinicoli
Capi presenti nel territorio provinciale con riferimento all’anno 2010-2011.
Al fine di far emergere le situazioni di maggiore peso per gli aspetti di tutela che interessano il presente studio, in questa prima analisi, dalla banca dati del Censimento del Ministero sono stati esclusi tutti gli allevamenti con un numero di capi inferiore a 5 (1); ciò ha comportato una riduzione del numero degli allevamenti da esaminare da 2138 a 360; a quest’ultimi sono associati 193.611 capi (pari al 78,46% del totale dei capi censiti, 246.025)
La densità (capi/Ha) della Provincia di Perugia risulta essere 0,31. La concentrazione (capi/insediamento) nel territorio perugino raggiunge il valore di 537,81.
(1) Un elemento che emerge immediatamente dai dati del Censimento del Ministero della Salute, è quello della presenza di un grande numero di allevamenti di piccolissime dimensioni: le ragioni vanno ricercate sul soggetto che ha prodotto il censimento e sui suoi obbiettivi che non sono tanto rivolti all’aspetto produttivo – commerciale quanto al controllo della filiera alimentare e quindi delle condizioni igienico sanitarie degli animali destinati alla alimentazione umana. La soglia posta (allevamenti con un numero di capi superiore a 4, per suini e bovini, e a 9 ,per ovini e avicoli) ha consentito di ridurre il campo di indagine, concentrando l’attenzione sugli impianti che hanno oggettivamente un impatto più significativo sul territorio ed eliminando la miriade di situazioni numericamente significative, ma in senso lato assimilabili ad una produzione per l’autoconsumo per quanto riguarda la destinazione della produzione e all’allevamento estensivo per quanto riguarda l’impatto sul territorio.
La densità (capi/Ha) della Provincia di Perugia risulta essere 0,31. La concentrazione (capi/insediamento) nel territorio perugino raggiunge il valore di 537,81.
I comuni con maggiore densità sono: quelli posti ai margini sudoccidentali della Valle Umbra (Montefalco), l’area del lago Trasimeno (Castiglione del Lago, Magione), la Media Valle del Tevere con il bacino del Nestore incluso (Piegaro, Marsciano, Collazzone, Todi, Massa Martana) e il comune di Corciano.
L’osservazione della concentrazione (capi per allevamento) fa rilevare che essa è particolarmente forte, nei comuni di Piegaro, Montefalco, Spello e Magione, con valori che vanno dai circa 3900 capi/allevamento di Piegaro ai 1800 circa capi/allevamento di Spello rispetto ad una media provinciale di 537,81.
L’ulteriore dato della concentrazione per ambiti locali pone l’attenzione sul fatto che i comuni di Castiglione del Lago, Marsciano, Collazzone e Magione, fortemente interessati dalle problematiche connesse alla pratica zootecnica, presentano tali problematiche in ambiti circoscritti a forte concentrazione di impianti ed alta densità di capi. Il dato conclusivo di questa fase di indagine per ambiti comunali è che, oltre ai comuni sopra elencati, anche i Comuni di Piegaro, Montefalco, Massa Martana, Corciano, Spello, Tuoro sul Trasimeno sono comuni “ad elevato carico zootecnico”. L’analisi puntuale dell’assetto provinciale nella produzione suinicola ha evidenziato 17 aree in cui la densità degli impianti, congiuntamente alla concentrazione di capi, presenta situazioni di picco rispetto all’andamento generale. Organizzando la esposizione della lettura per ambiti territoriali significativi e per peso delle presenze riscontrate, va segnalato in primo luogo l’ambito del bacino del Nestore (aree 5, 11 e 12/p) in cui si concentra oltre un terzo (60.465 capi) delle presenze nelle situazioni di picco della provincia. Segue l’ambito della Valle Umbra (aree 6, 8, 10, 13 e 14) ove, soprattutto nella parte meridionale, sono localizzate circa un quinto delle presenze nelle situazioni di maggiore concentrazione. Ancora, il bacino del Trasimeno (aree 4 e 7) soprattutto con Castiglione del Lago (un settimo) e la Media Valle del Tevere (aree 12/p, 15, 16 e 17) con l’area attorno al Parco fluviale del Tevere, a sud di Todi (un settimo circa). Il quadro si completa con alcune situazioni locali, date dalle presenze in Città della Pieve, nei comuni di Gubbio e Montone. Nel dettaglio la situazione è la seguente:
ree 5, 11, 12/p. La prima presenta due picchi sia pure di diversa intensità; il maggiore è lungo la Strada provinciale Magione – Castel Rigone dove, a valle del colle Castelluccio, sono localizzati due insediamenti per un totale di 8700 capi, in prossimità del fosso Ginepreto, tributario del fosso Formanuova (T. Caina) classificato “a probabile rischio” e a poca distanza sempre sul Formanuova, in loc. La Goga- Colpiccione e in prossimità di un pozzo, un altro allevamento di 1249 capi; il picco minore risulta localizzato a Colle Santo, sotto Antria sul Rio Gavelle, che confluisce direttamente sul T. Caina, qui classificato “a probabile rischio”, con un impianto di 1240 capi. Ma le emergenze più evidenti si presentano nelle altre due aree; nella 11, dove è localizzato, nel comune di Piegaro, presso la SR.220 Pievaiola all’incirca all’altezza della Vetreria, un allevamento di 7773 capi adiacente al Nestore nel suo primo formarsi e già considerato a probabile rischio; nella 12 ( un ambito assai vasto che abbraccia il percorso dei torrenti Caina, Genna e dei fiumi Nestore e Tevere, attraversando le colline marscianesi e la Media Valle del Tevere) dove, per la parte che riguarda questo sottobacino, si ha una notevole concentrazione di impianti e capi disposta lungo la SR. 317 Marscianese, in particolare modo sul versante occidentale che guarda il torrente Genna, classificato “a rischio”, (circa 10 grossi impianti con un carico di 23235 capi, tra S.Martino in Colle e Cerqueto). La situazione di picco si presenta anche più a nord verso Perugia, loc. il Pino (sempre sul versante del Genna) con altri due allevamenti per complessivi 2676 capi e lungo il tratto superiore del T.Caina ( classificato “a probabile rischio”) tra S.Mariano (5040 capi) e i rilievi in destra del Caina da Vignaglia ad Agello (4920 capi) fino a scendere a Mugnano ed al T. Cestola con un allevamento in prossimità della SR. 220 Pievaiola di 1132 capi. Un’altra localizzazione significativa é a sud di Marsciano (4500 capi), in prossimità (500 m.) dell’acquifero alluvionale della MVT, posta a monte della loc. Ammeto e a contatto con il fosso che, attraversata quella località, si immette nel F. Nestore.
Aree 6, 8, 10, 13, 14. L’area 6 riguarda una fascia che chiude a nord la Valle, interessando i comuni di Perugia, Valfabbrica, Assisi. Qui emergono le situazioni degli allevamenti posti tra Ripa e Torchiagina, in prossimità dell’acquifero alluvionale, per complessivi 1100 capi; gli allevamenti collinari posti sul M.Casicola sopra Pianello, tra Rocca S.Angelo e S.Gregorio con 1139 capi che guardano sul F. Chiascio (classificato “a rischio”) e quelli a monte di Tordibetto, per complessivi 1590 capi, prossimi al fosso Rigo tributario del F. Chiascio; infine l’allevamento per 1000 capi a monte di Ponte Grande (Assisi) posto sul fosso S.Angelo che si versa subito nel F.Tescio. L’area 8 coincide di fatto con la collina di Brufa (Torgiano) e presenta due situazioni significative: un allevamento di 1735 capi a nord del castello di Brufa e a circa 1 km. dall’acquifero alluvionale e un altro minore, ai piedi della collina e lungo la SP. Assisana, di 890 capi ed a contatto con l’acquifero alluvionale. Nell’area 10 emerge la presenza di due grossi impianti (2708 capi e 800 capi) sul confine tra Spello e Cannara in un’area completamente soprastante all’acquifero alluvionale qui a tutt’oggi utilizzato come campo pozzi. L’area13 riguarda prevalentemente il territorio di Montefalco. Due le situazioni di picco: la prima ad est del capoluogo, sotto Camiano ed in prossimità dell’Alveo di Montefalco (classificato “a probabile rischio”) dove insiste un grosso allevamento di 6114 capi; la seconda ad ovest,a valle di Cortignano in loc. le Pianacce e sul T.Attone con un insediamento di 2521 capi e, più a monte, in loc. Le Vignole, sulla strada tra Cerrete e Turrita, con due allevamenti per complessivi 10225 capi anche questi sul T. Attone ( classificato “a probabile rischio”). L’area 14 interessa il territorio di Castel Ritaldi ed in particolare l’area compresa tra il fosso Rovicciano- fosso Ruicciano e il fosso della Rena-fosso Tatarena. A sud del crinale ovest-est che collega Montemartano con Caprette insistono due allevamenti per complessivi 2390 capi oltre ad uno che guarda il fosso Caciolfo - Tatarena di 1890 capi; oltre Caprette e Verso S.Vito, sempre sul Tatarena allevamenti con 4000 capi in totale. Il fosso Tatarena si immette nel T.Teverone –Maroggia (classificato “a probabile rischio”) tra Montefalco e Foligno.
Aree 4, 7. L’area 4 interessa il comune di Tuoro sul Trasimeno ed in particolare l’allevamento sito a MonteGualandro con 3450 capi e l’altro, più vicino al capoluogo con 948 capi, posto sul fosso che da Sanguineto scende al Trasimeno all’altezza del Parco del Sole. L’area 7 è assai più impegnativa e riguarda il versante occidentale del bacino del Trasimeno, con il comune di Castiglione del Lago. Si tratta di un’area estesa dalla SR.71 Umbro Casentinese al crinale occidentale che separa questo bacino dai laghi toscani di Chiusi e Montepulciano e da Vaiano ed il fosso dell’Anguillara a sud al confine nord della regione (Ferretto). In quest’area emergono due picchi: il primo riguarda il sottobacino del fosso Paganico dove insistono numerosi impianti di grosse dimensioni (Pieracci con 2000 capi, Mulino delle Monache con 4600 capi, i Poderi con 3070, Castagni con 2000, ed uno di 360 capi sulla strada da Castiglione a Pozzuolo all’altezza del Rio Pescia; il secondo con due allevamenti per un totale di 1467 capi, a nord di Badia e sempre sul Rio Pescia e, sul versante sud della strada fra S.Fatucchio e Gioiella sopra l’origine del rigo Maggiore 3 impianti per un totale di 5170 capi e poi oltre Gioiella impianti per 480 capi; ancora sul bacino imbrifero del Pescia, presso Casamaggiore, impianti per 2848 capi, a Frattavecchia per 599 ed a Ranciano alto per 1548 capi; sul Rigo maggiore inoltre, a ovest di S.Fatucchio, pod. Ceraso, impianti per 1730 capi e a Carraia per 1255. Sul versante toscano, a Binami (Lago di Montepulciano) 1997 capi ed a nord di Laviano1200.
Aree 12/p, 15, 16, 17. Parte del’area 12, tra la SR.317 marscianese e le colline che da Collazzone scendono al Tevere, come già sopra ricordato interessa la MVT. A Deruta, tra le anse del Tevere e a 200 m. da questo, un impianto di 1619 capi sopra l’acquifero alluvionale e in prossimità di pozzi di captazione idropotabile; tra Ripabianca e Casalalta, Gaglietole e Collepepe, lungo il corso del T.Puglia (classificato “a probabile rischio”), impianti per 3346 capi; tra Piedicolle e Pantalla, sul confine tra Collazzone e Todi, due impianti per complessivi 3464 capi, in prossimità dell’acquifero alluvionale. Le aree 15 e 16 interessano il bacino del Fiume Tevere e quello del T.Naia, suo affluente, che attraversa tratti del territorio dei comuni di Massa Martana e Todi; un importante impianto di 2027 capi è posto a fianco della SGC E45in loc. Chioano; un altro ancora più grande (di 6471 capi) è collocato in prossimità della SP. Collevalenza-Bastardo in località Castelrinaldi, sul fosso omonimo che tramite il T.Tribio, raggiunge il Naia; sempre lungo questo torrente, in loc. San Sisto (Todi), due allevamenti per complessivi 3706 capi ed ancora sul Tevere, di fronte a Cordigliano (Campi) ed appena a monte della SR.448 di Corbara, un altro impianto di 4040 capi a pochi metri dal fiume. L’area 17 segnala la presenza di impianti per complessivi 2060 capi tra Villa S.Faustino e Montignano vicino al T. Naia e in zona di captazione e commercializzazione di acque minerali.
Aree 1, 2, 3. Costituiscono il crinale che separa la Valle Tiberina dall’altopiano di Pietralunga e dalla Piana di Gubbio; su esso, in quota, sono dislocati alcuni impianti di significative dimensioni che determinano addensamenti delle presenze rispetto alla diffusione di base. L’area 1 presenta un allevamento di 1594 capi tra il capoluogo e Promano, in prossimità del torrente Lana; l’area 2 interessa la parte sommitale di questo crinale che va da Montelovescio a Monte Urbino , quota 800 m. slm., dove, in loc. Castiglione, è collocato un impianto da 2200 capi insieme ad un altro assai più piccolo (200capi circa) poco distante; questi sono posti tra il T. Mussino ed il T.Resina che alimentano il F.Tevere, e in un’area con presenza di sorgenti idriche. L’area 3 individua, lungo la SR.298 Eugubina, presso la loc. Belvedere, un allevamento di 1726 capi posto a monte del T.Rio Grande (classificato “a probabile rischio” dal PRTA).
Area 9. Emergono due situazioni di addensamento: lungo la SR. 71 Umbro Casentinese, tra S.Litardo e Po Bandino, sulle colline che guardano Chianciano Terme e la Chianetta (classificata “a probabile rischio”), un allevamento di 2800 capi. Un altro più in basso, oltre la ferrovia e in prossimità del confine regionale, con 620 capi.