Disciplina degli allevamenti
Le problematiche che gli insediamenti zootecnici sollevano in rapporto al territorio ed alla sua gestione riguardano vari sistemi territoriali
Il sistema naturalistico ambientale ed in particolare quello idrico, sia superficiale che sotterraneo, è colpito dall’accumulo di sostanze inquinanti, quali liquami e deiezioni lasciate dagli animali in ambienti ristretti e smaltite spesso tramite lavatura, sostanze medicinali spesso utilizzate per contrastare i rischi di infezione e contagio sempre presenti negli allevamenti intensivi, rischi di percolamento nelle falde acquifere profonde o, con maggiore facilità, di versamento nelle reti idriche superficiali, pregiudicando o aggravando la qualità delle acque che lì scorrono. Il PRTA, di recente approvato, ha già fornito un quadro della rete idrica principale profondamente segnato dalle difficoltà rilevate per poter realizzare gli obbiettivi di qualità che lui stessi è tenuto a darsi; per una significativa parte di questa rete idrica è già acclarata l’esistenza di un rischio di non raggiungimento di quegli obbiettivi nei tempi previsti e, per la maggior parte del resto della rete, l’esistenza di questo rischio è “probabile”. I corsi d’acqua non a rischio sono assai pochi e corrispondono ai tratti prossimi all’origine, collocati in zone impervie ad alta quota, a bassissima presenza antropica. Per queste ragioni, l’analisi ha individuato ed evidenziato il rapporto di prossimità tra allevamenti e corsi d’acqua segnalando gli impianti zootecnici posti a distanza fino a 500 metri e fino ad 1 km dal corso d’acqua del bacino imbrifero in cui sono collocati: il potenziamento degli impianti esistenti in questa fascia non potrà mai avvenire a meno che non vengano messi in atto presidi che garantiscano la non interferenza tra scarichi ed il corso d’acqua, mentre si ritiene non compatibile la localizzazione, in questi ambiti, di nuovi impianti produttivi intensivi di qualsiasi dimensione. Questa non compatibilità è confermata anche per il potenziamento degli impianti e/o la localizzazione di nuovi impianti nelle località in cui sono state accertate “situazioni di picco”.
Il sistema paesaggistico-panoramico, su cui gli insediamenti zootecnici agiscono negativamente soprattutto tramite la dimensione degli impianti (capannoni, silos, infrastrutturazioni). Si tratta quindi di una azione di disturbo visivo, ma che può essere mitigata il più delle volte con interventi relativamente semplici, soprattutto nel caso di impianti di piccole e medie dimensioni. Nel caso di alcune tipologie di allevamento inoltre, per es. quelli estensivi, va di nuovo ricordato che queste possono costituire una parte integrante di paesaggi particolari e di pregio e quindi rappresentare un elemento concorrente alla loro definizione. Comunque, essendo la più parte degli allevamenti zootecnici organizzata con criteri intensivi dove, entro spazi chiusi o coperti, avvengono tutte le operazioni e fasi della produzione zootecnica, la questione delle dimensioni e dei caratteri formali di ciò che conterrà la struttura produttiva, è la questione principale. In linea generale, il principio della mimetizzazione è quello che dovrebbe conformare qualsiasi intervento di realizzazione; in questo senso è fondamentale procedere con attenzione nell’uso dei materiali, preferendo quelli presenti nelle costruzioni tradizionali locali, nell’evitare l’inserimento di contenitori di grande dimensione e rigidamente geometrici, preferendo a questa soluzione l’accostamento e composizione di più unità di dimensioni più modeste, analoghe a quelle dell’edilizia rurale storica o tradizionale, nello schermare le strutture tecniche di maggiore altezza (silos o altre) o nel collocarle al di fuori dei coni visuali riconosciuti e tutelati. L’esigenza di ridurre l’impatto visivo degli insediamenti zootecnici nelle aree a grande vulnerabilità paesaggistico-ambientale porta anche a prefigurare una incompatibilità assoluta tra gli impianti produttivi di grande dimensione e le “aree ad alta esposizione panoramica” da una parte e le” aree ad alta visibilità” dall’altra. Gli insediamenti già in essere che abbiano quelle caratteristiche, potranno essere conservati solo a condizione che, tramite opportune schermature, trattamenti adeguati delle superfici esterne degli impianti o altre forme di mitigazione, sia stato possibile eliminare l’impatto visivo prodotto.
Il sistema insediativo-infrastrutturale è un grande attrattore di insediamenti produttivi; l’accessibilità garantita dalle reti viarie e di trasporto principali che si sviluppano principalmente nei fondovalle ha fatto sì che, in tempi moderni questi diventassero il luogo dei nuovi insediamenti a carattere urbano ed in particolare di quelli produttivi. I grandi impianti zootecnici, organizzati sulla concentrazione e sui tempi di produzione tipici dell’industria, sono mossi dalle stesse esigenze logistiche e quindi spesso si sono collocasti lungo questi assi viari ed in prossimità, se non insieme, alle altre attività secondarie o terziarie. Questa prossimità è senz’altro causa di inconvenienti e disagi, tant’è che già da molto tempo la disciplina urbanistica e di settore si preoccupa di limitarla, imponendo distanze minime, negandone la localizzazione in zone urbane, ma resta il fatto che il carattere di questi insediamenti è sostanzialmente quello degli insediamenti produttivi e ne riproduce tutte le esigenze e necessità. Per queste ragioni è indispensabile che la realizzazione di questi impianti abbia come base e sia conseguenza di un processo progettuale che abbia considerato i rapporti con il sistema insediativo e infrastrutturale, senz’altro confermando la incompatibilità con l’ambito della residenza, ma anche prevedendo i possibili incroci con i servizi che possono essere condivisi fra più forme di insediamenti produttivi e operando ancora tutte le mitigazioni ambientali e funzionali che comunemente vengono introdotte nelle pianificazione territoriale. Anche in questo caso le problematiche saranno ancora più forti nel caso di situazioni di picco e dove queste situazioni emergono dalla prossimità di più insediamenti di dimensioni medio-grandi. In questi casi infatti la situazione non è prodotta da un unico insediamento, ma coinvolge più centri di produzione ed è data dalla somma di una serie di responsabilità individuali e distinte. Va inoltre considerato che in questo caso la situazione testimonia l’avvenuto formarsi di un rapporto biunivoco, più o meno spontaneo o casuale, tra l’attività e un luogo, una sorta di specializzazione che sta trasformando un generico ambito agricolo in qualcosa di più preciso e definito. Questo fatto richiama la necessità di una organizzazione della gestione e del controllo delle trasformazioni territoriali più articolate e approfondite, tali da poter superare la difficoltà di una proprietà (e responsabilità) frammentata e incapace di controllare i disagi , i rischi e le ricadute negative sul territorio.
Dallo studio è emerso che in alcuni comuni la presenza di situazioni in tal senso significative, è concentrata esclusivamente o prevalentemente in ambiti definiti (aree a forte vocazione zootecnica); questo dovrà costituire un tema di grande rilievo all’interno della loro pianificazione urbanistica.
Il territorio extraurbano come sistema di sistemi produttivi, culturali e del tempo libero. E’ stato già fatto cenno alla incompatibilità della presenza contemporanea della attività produttiva zootecnica e di quella residenziale, o più in generale delle attività urbane. La considerazione che la determina è la stessa che confina l’attività zootecnica in ambito agricolo. Ma si ritiene comunque opportuno affermare anche che non tutte le attività che si possono svolgere in ambito agricolo sono tra loro compatibili, specialmente oggi, nella fase in cui il territorio agricolo, ha cessato di essere campo di lavoro o supporto fisico della produzione, ma è portato ad essere il luogo di una serie estesa di attività che solo in parte rientrano tra quelle della produzione agricola, ma che investono il patrimonio storico, la cultura materiale e quella immateriale, lo sport, la cura della salute e tutte le altre formule in cui si declinano le attività del tempo libero. Ciò che viene comunemente chiamato territorio agricolo è quindi il campo in cui si giocano diverse potenzialità, anche produttive, derivanti dalla storia di quei luoghi dell’Italia, ed in particolare dell’Italia centrale. La compatibilità di una compresenza in questo territorio, tra la produzione zootecnica e le potenzialità sopra richiamate, esiste probabilmente soltanto per i casi di allevamenti estensivi, in alta collina o in montagna e soprattutto per quanto riguarda gli ovini per le ragioni più volte sopra esposte. Per tutti gli altri casi, anche la stessa prossimità potrebbe costituire un elemento di disturbo se tale prossimità non fosse mitigata da una progettazione dell’insediamento zootecnico attenta all’inserimento, alla ventosità, alla visibilità dalle strade, alle schermature ed alle cortine arboree di protezione, alle viabilità di accesso dedicate e discrete. Il territorio extraurbano è un sistema complesso di sistemi diversi che debbono coesistere sempre, interagire spesso (in alcuni punti di scambio), mai interferire in modo negativo. In questa ottica, il sistema delle attività zootecniche deve avere la possibilità e l’opportunità di svilupparsi, ma non può costituire elemento di freno o di impedimento per lo sviluppo di altri sistemi e tanto meno di sistemi già sviluppati o affermati. La persistenza di una area densa di allevamenti sul territorio provinciale può avere il peso di prova, sia pure empirica, dell’esistenza di aree “vocate” a questa attività e quindi di aree su cui sia opportuno sviluppare, nei limiti della sostenibilità di tale sviluppo, la stessa attività, ma su cui, al tempo stesso, sia necessario anche approfondire la conoscenza dello stato dei luoghi e verificarne gli eventuali conflitti in essere con gli altri sistemi produttivi sopra ricordati. Questa condizione rende la situazione degli allevamenti zootecnici analoga, per importanza e peso, a quella di altre attività produttive presenti su quel territorio e che hanno in esso la propria ragione di esistere (per es: circuiti agrituristici, filiera dell’enogastronomia, itinerari ambientali-storico- culturali, ecc.) e sarà pertanto possibile il loro mantenimento o sviluppo se questa parità di ruolo territoriale sarà reciprocamente mantenuta nei programmi delle varie attività presenti.
Il confronto del quadro provinciale delle aree dense con le “Unità di Paesaggio di rilevante valore ambientale” ha il compito di facilitare questo riscontro e può costituire un valido criterio per sviluppare ed allineare i programmi delle rispettive attività.
I comuni con elevato carico zootecnici sono quelli così definiti dal presente studio, individuati in base alla loro posizione nelle classifiche della “densità comunale”, della “concentrazione comunale”, “concentrazione locale” per ciascuna delle tipologie di allevamento. (Vedi tabella1)
Tabella 1 Comuni ad elevato carico zootecnico
Comune |
Allevamenti suini |
Allevamenti bovini |
Allevamenti ovini |
Allevamenti avicoli |
||||
|
Carico elevato |
Carico elevato locale |
Carico elevato |
Carico elevato locale |
Carico elevato |
Carico elevato locale |
Carico elevato |
Carico elevato locale |
Bastia Umbra |
|
|
█ |
█ |
|
|
|
|
Bevagna |
|
|
█ |
|
|
|
|
|
Campello sul Clitunno |
|
|
|
|
█ |
|
|
|
Cannara |
|
|
█ |
█ |
|
|
|
|
Cascia |
|
|
|
|
█ |
|
|
|
Castel Ritaldi |
|
|
|
|
█ |
█ |
█ |
█ |
Castiglione del Lago |
█ |
█ |
█ |
|
█ |
█ |
█ |
█ |
Cerreto di Spoleto |
|
|
|
|
|
|
█ |
█ |
Collazzone |
█ |
█ |
|
|
█ |
|
|
|
Corciano |
█ |
|
█ |
█ |
|
|
|
|
Deruta |
|
|
|
|
|
|
█ |
█ |
Giano dell’Umbria |
|
|
|
|
█ |
|
█ |
█ |
Gualdo Cattaneo |
|
|
█ |
|
|
|
|
|
Magione |
█ |
█ |
|
|
█ |
|
|
|
Marsciano |
█ |
█ |
|
|
|
|
|
|
Massa Martana |
█ |
|
|
|
|
|
|
|
Montefalco |
█ |
|
█ |
█ |
|
|
|
|
Monteleone di Spoleto |
|
|
|
|
█ |
█ |
|
|
Norcia |
|
|
|
|
█ |
█ |
|
|
Panicale |
|
|
|
|
█ |
█ |
█ |
█ |
Passignano s. T. |
|
|
|
|
█ |
|
█ |
█ |
Piegaro |
█ |
|
|
|
|
|
█ |
█ |
Preci |
|
|
|
|
█ |
█ |
|
|
Scheggia e Pascelupo |
|
|
|
|
█ |
|
|
|
Sellano |
|
|
|
|
█ |
█ |
|
|
Spello |
█ |
|
█ |
|
|
|
|
|
Spoleto |
|
|
█ |
|
|
|
█ |
█ |
Trevi |
|
|
█ |
|
█ |
█ |
|
|
Tuoro s. T. |
█ |
|
|
|
|
|
|
|
Umbertide |
|
|
|
|
█ |
|
|
|
█ |
Comune con elevato carico zootecnico |
█ |
Elevato carico zootecnico concentrato in ambiti circoscritti ad elevata densità |