(Cittadino e Provincia) Perugia 24 agosto 2020 -Siamo oggi a ricordare il primo dei terremoti devastanti che nell'estate-autunno del 2016 hanno sconvolto il Centro Italia nell'area compresa tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Il 24 agosto di quattro anni fa fu Amatrice con il suo tributo di sangue a catapultare l'attenzione mondiale su una tragedia che, contro ogni previsione, era solo all'inizio. A quella tremenda scossa magnitudo 6.0, ne seguirono due il 26 ottobre di magnitudo 5.4 e 5.9. Ma la più potente e devastante doveva ancora manifestarsi. Lo fece il 30 ottobre, con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, 6.5 di magnitudo portando con sé oltre che devastazione e macerie, la fine di tante speranze che ancora oggi stentano a riemergere dalla rassegnazione. Ricordo come la Provincia di Perugia mise in campo ogni energia e sforzo per ripristinare la viabilità nelle aree martoriate. Aree montane dove improvvisamente vennero interrotti i contatti con nuclei abitativi, allevamenti di bestiame e appezzamenti agricoli. La Provincia mise in campo tutte le sue energie. Una corsa contro il tempo per riaprire un varco verso paesi e zone rimaste isolate per la caduta di massi enormi sulle sedi stradali. La strada per Castelluccio di Norcia, tra i paesi rimasti senza vie di comunicazione agili, dopo mesi di ininterrotti lavori fu riaperta appena in tempo per non perdere il raccolto delle pregiate lenticchie. A quattro anni di distanza ancora appare lontana la ricostruzione con la basilica di San Benedetto, a Norcia, terribilmente colpita da sisma, a fare da monito sulla necessità di sbloccare ogni ostacolo per il ritorno al ritorno alla normalità. Facendo mie le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è palese che "nonostante tanti sforzi impegnativi, l'opera di ricostruzione dei paesi distrutti da quel sisma e da quelli che vi hanno fatto seguito in breve tempo è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica". Ecco è urgente rimuovere le difficoltà, rendere più snelle le procedure, sciogliere i nodi burocratici. Rinnovando i sentimenti di vicinanza alle popolazioni e ai sindaci del cratere, dal canto nostro, come Provincia siamo completamente a disposizione nei settori di nostra competenza, quelle strade e quelle scuole che devono essere restituite alla collettività nella loro piena fruibilità in totale sicurezza. Oi20057.RM
(Cittadino e Provincia) Perugia 24 agosto 2020 -Siamo oggi a ricordare il primo dei terremoti devastanti che nell'estate-autunno del 2016 hanno sconvolto il Centro Italia nell'area compresa tra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Il 24 agosto di quattro anni fa fu Amatrice con il suo tributo di sangue a catapultare l'attenzione mondiale su una tragedia che, contro ogni previsione, era solo all'inizio. A quella tremenda scossa magnitudo 6.0, ne seguirono due il 26 ottobre di magnitudo 5.4 e 5.9. Ma la più potente e devastante doveva ancora manifestarsi. Lo fece il 30 ottobre, con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, 6.5 di magnitudo portando con sé oltre che devastazione e macerie, la fine di tante speranze che ancora oggi stentano a riemergere dalla rassegnazione. Ricordo come la Provincia di Perugia mise in campo ogni energia e sforzo per ripristinare la viabilità nelle aree martoriate. Aree montane dove improvvisamente vennero interrotti i contatti con nuclei abitativi, allevamenti di bestiame e appezzamenti agricoli. La Provincia mise in campo tutte le sue energie. Una corsa contro il tempo per riaprire un varco verso paesi e zone rimaste isolate per la caduta di massi enormi sulle sedi stradali. La strada per Castelluccio di Norcia, tra i paesi rimasti senza vie di comunicazione agili, dopo mesi di ininterrotti lavori fu riaperta appena in tempo per non perdere il raccolto delle pregiate lenticchie. A quattro anni di distanza ancora appare lontana la ricostruzione con la basilica di San Benedetto, a Norcia, terribilmente colpita da sisma, a fare da monito sulla necessità di sbloccare ogni ostacolo per il ritorno al ritorno alla normalità. Facendo mie le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è palese che "nonostante tanti sforzi impegnativi, l'opera di ricostruzione dei paesi distrutti da quel sisma e da quelli che vi hanno fatto seguito in breve tempo è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica". Ecco è urgente rimuovere le difficoltà, rendere più snelle le procedure, sciogliere i nodi burocratici. Rinnovando i sentimenti di vicinanza alle popolazioni e ai sindaci del cratere, dal canto nostro, come Provincia siamo completamente a disposizione nei settori di nostra competenza, quelle strade e quelle scuole che devono essere restituite alla collettività nella loro piena fruibilità in totale sicurezza. Oi20057.RM