Guasticchi "Polemiche di basso contenuto storico: con miss Italia si vuole enfatizzare il ruolo della donna nel Risorgimento, Emanuele Filiberto di Savoia è discendente di una famiglia protagonista dei 150 anni"
(Cittadino e Provincia) - Perugia, 17 dicembre 2010 - “Il programma delle celebrazioni del 150° dall’Istituzione della Provincia e dell’Unità d’Italia è stato fortemente apprezzato non solo dai cittadini ma anche dal Presidente della Repubblica che ha dato il suo Alto Patronato e un riconoscimento ufficiale con una targa”. Così ha esordito il Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi stamani nel Palazzo dell’Ente, al momento dello scoprimento del busto di Vittorio Emanuele II, nell’ultima giornata in programma per il 150°. “Abbiamo avuto la fortuna – ha sottolineato Guasticchi - di riscoprire un importante monumento nascosto da decenni, di cui il nostro ricercatore storico, Francesco Imbimbo, ha trovato il disegno originale. Abbiamo voluto recuperare questo monumento di enorme valore, ricollocandolo all’interno del suo alveo naturale. E’ nato per questo Palazzo, costruito sui ruderi della Rocca Paolina. Abbiamo festeggiato il 150°, una storia fatta dalla monarchia, dalla repubblica e anche dal periodo fascista, un periodo negativo ma che fa parte della storia. Ed è dalla nostra storia che ha origine la democrazia evoluta che noi vogliamo sostenere. Intendo rispondere anche alle polemiche che hanno accompagnato queste giornate: la figura di Miss Italia, la folignate Francesca Testasecca, rappresenta non solo la bellezza, che non è comunque cosa negativa, ma vuole essere un modo per evidenziare ed enfatizzare, con i costumi dell’Ente Giostra della Quintana, il ruolo della donna nel Risorgimento, per ricordare donne che hanno dato la vita per testimoniare il dissenso contro l’occupazione austriaca, ricordiamo Bruna di Città di Castello, e ancora tante altre donne italiane. I martiri non sono solo quelli della storia, ma anche tutti coloro che lottano per la democrazia sono martiri dell’unità d’Italia. Inoltre, non vedo lo scandalo per l’annuncio della presenza di Emanuele Filiberto di Savoia (oggi assente per altri impegni). Si tratta dell’ultimo discendente di una famiglia che è stata protagonista dei 150 anni. Ritengo queste polemiche di basso contenuto storico. E’ necessario garantire l’informazione, anche storica, soprattutto in periodo di revisionismi. Dobbiamo difendere le Istituzioni: è questo anche il senso del recupero del Palazzo. Anche la fisicità è garanzia della presenza delle Istituzioni. Il nostro Palazzo, che rappresenta lo Stato, deve avere una dignità adeguata a ciò che gli si chiede. Per questo abbiano trovato risorse per il Palazzo e per aprirlo adeguatamente al pubblico: il Palazzo deve essere la casa di tutti i cittadini”. Sono stati il Presidente Guasticchi e il vice Presidente dell’Ente Aviano Rossi a sollevare il telo che ha scoperto il busto del primo re d’Italia, una scultura di Antonio Passalboni, realizzata su commissione della Provincia dell’Umbria nei primi anni della sua attività amministrativa e in un momento di febbrile entusiasmo per la figura del “Re Liberatore’. E’ testimoniata, nel 1878, la collocazione della scultura, sul suo piedistallo, sotto gli archi del Cortile del Palazzo Provinciale: oggi il busto restaurato torna nel Palazzo e viene a convivere con un uso del Cortile interno molto cambiato rispetto a 150 anni fa. Viene così restaurata un’opera d’arte che ha fatto parte integrante dell’epopea post unitaria e che l’incuria aveva portato a un grave stato di degrado e di abbandono. Alla cerimonia ha partecipato anche l’assessore provinciale alla viabilità Domenico Caprini.
Oi10764.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia) - Perugia, 17 dicembre 2010 - “Il programma delle celebrazioni del 150° dall’Istituzione della Provincia e dell’Unità d’Italia è stato fortemente apprezzato non solo dai cittadini ma anche dal Presidente della Repubblica che ha dato il suo Alto Patronato e un riconoscimento ufficiale con una targa”. Così ha esordito il Presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi stamani nel Palazzo dell’Ente, al momento dello scoprimento del busto di Vittorio Emanuele II, nell’ultima giornata in programma per il 150°. “Abbiamo avuto la fortuna – ha sottolineato Guasticchi - di riscoprire un importante monumento nascosto da decenni, di cui il nostro ricercatore storico, Francesco Imbimbo, ha trovato il disegno originale. Abbiamo voluto recuperare questo monumento di enorme valore, ricollocandolo all’interno del suo alveo naturale. E’ nato per questo Palazzo, costruito sui ruderi della Rocca Paolina. Abbiamo festeggiato il 150°, una storia fatta dalla monarchia, dalla repubblica e anche dal periodo fascista, un periodo negativo ma che fa parte della storia. Ed è dalla nostra storia che ha origine la democrazia evoluta che noi vogliamo sostenere. Intendo rispondere anche alle polemiche che hanno accompagnato queste giornate: la figura di Miss Italia, la folignate Francesca Testasecca, rappresenta non solo la bellezza, che non è comunque cosa negativa, ma vuole essere un modo per evidenziare ed enfatizzare, con i costumi dell’Ente Giostra della Quintana, il ruolo della donna nel Risorgimento, per ricordare donne che hanno dato la vita per testimoniare il dissenso contro l’occupazione austriaca, ricordiamo Bruna di Città di Castello, e ancora tante altre donne italiane. I martiri non sono solo quelli della storia, ma anche tutti coloro che lottano per la democrazia sono martiri dell’unità d’Italia. Inoltre, non vedo lo scandalo per l’annuncio della presenza di Emanuele Filiberto di Savoia (oggi assente per altri impegni). Si tratta dell’ultimo discendente di una famiglia che è stata protagonista dei 150 anni. Ritengo queste polemiche di basso contenuto storico. E’ necessario garantire l’informazione, anche storica, soprattutto in periodo di revisionismi. Dobbiamo difendere le Istituzioni: è questo anche il senso del recupero del Palazzo. Anche la fisicità è garanzia della presenza delle Istituzioni. Il nostro Palazzo, che rappresenta lo Stato, deve avere una dignità adeguata a ciò che gli si chiede. Per questo abbiano trovato risorse per il Palazzo e per aprirlo adeguatamente al pubblico: il Palazzo deve essere la casa di tutti i cittadini”. Sono stati il Presidente Guasticchi e il vice Presidente dell’Ente Aviano Rossi a sollevare il telo che ha scoperto il busto del primo re d’Italia, una scultura di Antonio Passalboni, realizzata su commissione della Provincia dell’Umbria nei primi anni della sua attività amministrativa e in un momento di febbrile entusiasmo per la figura del “Re Liberatore’. E’ testimoniata, nel 1878, la collocazione della scultura, sul suo piedistallo, sotto gli archi del Cortile del Palazzo Provinciale: oggi il busto restaurato torna nel Palazzo e viene a convivere con un uso del Cortile interno molto cambiato rispetto a 150 anni fa. Viene così restaurata un’opera d’arte che ha fatto parte integrante dell’epopea post unitaria e che l’incuria aveva portato a un grave stato di degrado e di abbandono. Alla cerimonia ha partecipato anche l’assessore provinciale alla viabilità Domenico Caprini.
Oi10764.GC/PORT.GG