"Un drammatico evento che ha consacrato Perugia capoluogo dell'Umbria moderna"
“I fatti del 20 giugno 1859 hanno segnato, per la Città di Perugia, la data di consumazione del regime di oppressione sulla città e il momento storico dell'avvio del processo di consacrazione del Comune a capoluogo dell'Umbria moderna. Quando, infatti, l'anno seguente, Perugia sarà liberata e invasa dalle truppe sarde di liberazione, il percorso di affrancamento dal peso di un regime ormai anacronistico per la Città e per l'intera Provincia dell'Umbria era ormai stato reso maturo e consapevole dei propri fini dal sacrificio consumatosi fra le chiese di san Pierto e di san Domenico quel 20 giugno 1859. A metà del XIX secolo, Perugia ha sentito che la lunga tradizione di eroismo e di abnegazione tramandata dalle cronache medievali della Città, dagli atti con cui erano passati alla storia i santi fondatori, dall'opposizione intellettuale a un sistema politico e amministrativo inadeguato ai tempi, tornava a fiorire come non mai, fino a potersi imporre come scatto insurrezionale vero e proprio. Così, la grande progettualità risorgimentale non è stata minimamente scalfita dalla crudeltà della reazione armata. E perciò, ad essere colpita dalla ferocia delle truppe svizzere non è stata tanto la coscienza civile dei perugini quanto la pacificia e laboriosa vita artigiana che il Borgo conteneva ed esprimeva ad alti livelli morali. Si resta, infatti, ancora oggi esterrefatti al pensiero della furia omicida penetrata dentro le case del Borgo. L'atto violento, di repressione, si immagina perseguito per strada, sulle barricate poste a difesa dell'incredula compagine perugina. Quello stesso atto, portato dentro le case, nel cuore degli affetti di una Città, nella domestica protezione da qualunque sciagura, si rivela di una barbarie unica e quasi indecifrabile, se non fosse che la storia seguente, otto-novecentesca, ci ha fatto conoscere molti altri moti repressivi di simile e anche peggiore fattura. Il Borgo di oggi e la realtà comunale di oggi, ai quali va, come ogni anno, il più sincero tributo di onore da parte della Provincia di Perugia, sapranno conservare il titolo del ‘20 Giugno 1859’ come emblema e motivo irripetibile di continuità storica fra la Perugia di molti secoli fa e quella che oggi incarna le speranze e i progetti più vivi dell'intera Regione”
“I fatti del 20 giugno 1859 hanno segnato, per la Città di Perugia, la data di consumazione del regime di oppressione sulla città e il momento storico dell'avvio del processo di consacrazione del Comune a capoluogo dell'Umbria moderna. Quando, infatti, l'anno seguente, Perugia sarà liberata e invasa dalle truppe sarde di liberazione, il percorso di affrancamento dal peso di un regime ormai anacronistico per la Città e per l'intera Provincia dell'Umbria era ormai stato reso maturo e consapevole dei propri fini dal sacrificio consumatosi fra le chiese di san Pierto e di san Domenico quel 20 giugno 1859. A metà del XIX secolo, Perugia ha sentito che la lunga tradizione di eroismo e di abnegazione tramandata dalle cronache medievali della Città, dagli atti con cui erano passati alla storia i santi fondatori, dall'opposizione intellettuale a un sistema politico e amministrativo inadeguato ai tempi, tornava a fiorire come non mai, fino a potersi imporre come scatto insurrezionale vero e proprio. Così, la grande progettualità risorgimentale non è stata minimamente scalfita dalla crudeltà della reazione armata. E perciò, ad essere colpita dalla ferocia delle truppe svizzere non è stata tanto la coscienza civile dei perugini quanto la pacificia e laboriosa vita artigiana che il Borgo conteneva ed esprimeva ad alti livelli morali. Si resta, infatti, ancora oggi esterrefatti al pensiero della furia omicida penetrata dentro le case del Borgo. L'atto violento, di repressione, si immagina perseguito per strada, sulle barricate poste a difesa dell'incredula compagine perugina. Quello stesso atto, portato dentro le case, nel cuore degli affetti di una Città, nella domestica protezione da qualunque sciagura, si rivela di una barbarie unica e quasi indecifrabile, se non fosse che la storia seguente, otto-novecentesca, ci ha fatto conoscere molti altri moti repressivi di simile e anche peggiore fattura. Il Borgo di oggi e la realtà comunale di oggi, ai quali va, come ogni anno, il più sincero tributo di onore da parte della Provincia di Perugia, sapranno conservare il titolo del ‘20 Giugno 1859’ come emblema e motivo irripetibile di continuità storica fra la Perugia di molti secoli fa e quella che oggi incarna le speranze e i progetti più vivi dell'intera Regione”