Il palazzo di Piazza Italia si illumina di rosso
(Cittadino e Provincia) Perugia, 25 novembre 2020 - La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne deve essere un momento di profonda riflessione che non lasci spazio a retorica e a discorsi di rito, ma si basi sui dati oggettivi che allarmano e obbligano la politica, la scuola, le associazioni, le forze dell’ordine e la società nelle sue più ampie articolazioni a sbarrare la strada al fenomeno.
I numeri parlano chiaro. Nei primi sei mesi del 2020 gli omicidi con vittime di sesso femminile, prevalentemente riconducibili all’ambiente familiare, non sono diminuiti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il dato emerge dal report, pubblicato nel sito del Ministero dell’Interno, elaborato dal servizio analisi della direzione della Polizia criminale. Risulta chiaramente che nel periodo del lockdown i reati riconducibili alla violenza di genere sono stati acuiti dalla forzata convivenza. Non solo gli omicidi, ma anche i maltrattamenti e le violenze sessuali, dopo il periodo di lockdown, risultano cronici.
Arrivando al mese di ottobre, risultano 91 le donne uccise, una ogni tre giorni. Questo è il drammatico bilancio che emerge dal rapporto Eures diffuso in questi giorni. Sono nel contempo diminuite le denunce, ma non perché è arretrata la violenza, ma perché le donne costrette in casa sono sottoposte a maggiore controllo.
Sono passati 21 anni dalla prima giornata celebrativa, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, e anche se sono aumentati provvedimenti dal punto di vista legale e di assistenza a favore delle donne, il fenomeno resta allarmante. La cronaca ci restituisce inoltre a ritmo incessante il dramma della violenza assistita dai minori in ambito familiare. Troppo spesso i bambini fanno esperienza di qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulte e minori. Per non parlare di quando essi stessi vengono uccisi da chi diceva di amarli.
La violenza sulle donne resta un problema culturale a prescindere dalla condizione sociale. Ancora troppo spesso le vittime vengono additate come corresponsabili e i carnefici giustificati. Quante volte abbiamo sentito le frasi “se l’è cercata”, “l’ha uccisa per troppo amore”, “lei lo voleva lasciare”. Non sarà mai troppo presto per rimediare a questa scia di sangue, ma non è troppo tardi per creare una società migliore che ponga il reciproco rispetto alla base di ogni agire. La Provincia di Perugia è a fianco delle donne e degli uomini che abbracciano quella che deve essere vissuta come una rivoluzione culturale e sociale. Il Palazzo di Piazza Italia illuminato di colore rosso è il simbolo della volontà di sostenere tutte le azioni che da un verso tutelino le donne da ogni forma di violenza e dall’altro creino le condizioni perché di quelle tutele non ci sia più bisogno.
Luciano Bacchetta
Presidente della Provincia di Perugia
Erika Borghesi
Consigliera provinciale con delega alle pari opportunità
Letizia Michelini
Consigliera provinciale con delega alla Polizia provinciale
OI20085.RM
(Cittadino e Provincia) Perugia, 25 novembre 2020 - La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne deve essere un momento di profonda riflessione che non lasci spazio a retorica e a discorsi di rito, ma si basi sui dati oggettivi che allarmano e obbligano la politica, la scuola, le associazioni, le forze dell’ordine e la società nelle sue più ampie articolazioni a sbarrare la strada al fenomeno.
I numeri parlano chiaro. Nei primi sei mesi del 2020 gli omicidi con vittime di sesso femminile, prevalentemente riconducibili all’ambiente familiare, non sono diminuiti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il dato emerge dal report, pubblicato nel sito del Ministero dell’Interno, elaborato dal servizio analisi della direzione della Polizia criminale. Risulta chiaramente che nel periodo del lockdown i reati riconducibili alla violenza di genere sono stati acuiti dalla forzata convivenza. Non solo gli omicidi, ma anche i maltrattamenti e le violenze sessuali, dopo il periodo di lockdown, risultano cronici.
Arrivando al mese di ottobre, risultano 91 le donne uccise, una ogni tre giorni. Questo è il drammatico bilancio che emerge dal rapporto Eures diffuso in questi giorni. Sono nel contempo diminuite le denunce, ma non perché è arretrata la violenza, ma perché le donne costrette in casa sono sottoposte a maggiore controllo.
Sono passati 21 anni dalla prima giornata celebrativa, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, e anche se sono aumentati provvedimenti dal punto di vista legale e di assistenza a favore delle donne, il fenomeno resta allarmante. La cronaca ci restituisce inoltre a ritmo incessante il dramma della violenza assistita dai minori in ambito familiare. Troppo spesso i bambini fanno esperienza di qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulte e minori. Per non parlare di quando essi stessi vengono uccisi da chi diceva di amarli.
La violenza sulle donne resta un problema culturale a prescindere dalla condizione sociale. Ancora troppo spesso le vittime vengono additate come corresponsabili e i carnefici giustificati. Quante volte abbiamo sentito le frasi “se l’è cercata”, “l’ha uccisa per troppo amore”, “lei lo voleva lasciare”. Non sarà mai troppo presto per rimediare a questa scia di sangue, ma non è troppo tardi per creare una società migliore che ponga il reciproco rispetto alla base di ogni agire. La Provincia di Perugia è a fianco delle donne e degli uomini che abbracciano quella che deve essere vissuta come una rivoluzione culturale e sociale. Il Palazzo di Piazza Italia illuminato di colore rosso è il simbolo della volontà di sostenere tutte le azioni che da un verso tutelino le donne da ogni forma di violenza e dall’altro creino le condizioni perché di quelle tutele non ci sia più bisogno.
Luciano Bacchetta
Presidente della Provincia di Perugia
Erika Borghesi
Consigliera provinciale con delega alle pari opportunità
Letizia Michelini
Consigliera provinciale con delega alla Polizia provinciale
OI20085.RM