(Cittadino e Provincia) – Assisi, 27 gennaio ‘24 - Al Santuario della Spogliazione di Assisi la Prefettura di Perugia ha consegnato le medaglie d’onore "ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra".
Commozione mista ad emozione durante la consegna, da parte del Prefetto Armando Gradone e dei sindaci dei rispettivi paesi di origine ai familiari dei premiati sono i sentimenti vissuti nella mattina odierna nel palazzo vescovile dove si è tenuta la cerimonia.
Numerose le autorità civili, politiche, militari e religiose presenti, tra cui il vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, la sindaca di Assisi Stefania Proietti, il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco e il vice presidente ella Regione Umbria, Roberto Morroni.
Tra le istituzioni presenti anche la Provincia di Perugia, rappresentata dal suo vicepresidente Moreno Landrini.
La cerimonia è stata aperta da Marina Rosati ideatrice e curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” che ha sottolineato quanto sia importante oggi parlare di Giusti. E che, oggi più che mai, è fondamentale scegliere e non rimanere indifferenti”.
Il prefetto Armando Gradone ha incentrato il suo discorso sulla parola dignità, ricordando la tragica vicenda che è stata la Shoah.
La sindaca Proietti ha fatto proprie le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate nella commemorazione al Quirinale tenuta nella giornata di ieri (venerdì).
Hanno ricevuto le medaglie d’onore i familiari di Massimo Angeli, nato a Collazzone, Mariano Cosucci, nato a Magione, Cesare Machelli, nato a Scheggia e Pascelupo, Renato Marini, nato a Bolzano, Francesco Palazzi e Pompeo Patarini, nati a Spoleto, Mario Porcorossi, nato a Perugia, Giovanni Rosati, nato a Foligno e Alfiero Stocchi nato a Gubbio.
Alcuni avevano in mano la foto, o il ritratto del loro congiunto e tutti hanno ringraziato per aver reso omaggio a chi si è speso per il proprio Paese, ha passato incredibili sofferenze o è anche morto nei campi di lavoro e nei lager.
Assisi24002.RB
(Cittadino e Provincia) – Assisi, 27 gennaio ‘24 - Al Santuario della Spogliazione di Assisi la Prefettura di Perugia ha consegnato le medaglie d’onore "ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra".
Commozione mista ad emozione durante la consegna, da parte del Prefetto Armando Gradone e dei sindaci dei rispettivi paesi di origine ai familiari dei premiati sono i sentimenti vissuti nella mattina odierna nel palazzo vescovile dove si è tenuta la cerimonia.
Numerose le autorità civili, politiche, militari e religiose presenti, tra cui il vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, la sindaca di Assisi Stefania Proietti, il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco e il vice presidente ella Regione Umbria, Roberto Morroni.
Tra le istituzioni presenti anche la Provincia di Perugia, rappresentata dal suo vicepresidente Moreno Landrini.
La cerimonia è stata aperta da Marina Rosati ideatrice e curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” che ha sottolineato quanto sia importante oggi parlare di Giusti. E che, oggi più che mai, è fondamentale scegliere e non rimanere indifferenti”.
Il prefetto Armando Gradone ha incentrato il suo discorso sulla parola dignità, ricordando la tragica vicenda che è stata la Shoah.
La sindaca Proietti ha fatto proprie le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate nella commemorazione al Quirinale tenuta nella giornata di ieri (venerdì).
Hanno ricevuto le medaglie d’onore i familiari di Massimo Angeli, nato a Collazzone, Mariano Cosucci, nato a Magione, Cesare Machelli, nato a Scheggia e Pascelupo, Renato Marini, nato a Bolzano, Francesco Palazzi e Pompeo Patarini, nati a Spoleto, Mario Porcorossi, nato a Perugia, Giovanni Rosati, nato a Foligno e Alfiero Stocchi nato a Gubbio.
Alcuni avevano in mano la foto, o il ritratto del loro congiunto e tutti hanno ringraziato per aver reso omaggio a chi si è speso per il proprio Paese, ha passato incredibili sofferenze o è anche morto nei campi di lavoro e nei lager.
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