Il Presidente Guasticchi, in occasion del 70° anniversario della Liberazione di Città di Castello, ha dichiarato:
“Città di Castello, porta di accesso all'Umbria fra le prime ad essere raggiunte dalle truppe di liberazione nel 1860, ha subìto e patito molto più a lungo di altre città della regione il peso dell'occupazione tedesca e ha conseguito la liberazione nel 1944 al termine di un martoriato percorso di distruzioni e di lutti. Con ciò, tuttavia, essa è stata chiamata a dare un apporto di lotta e di resistenza particolarmente vivace e intenso, grazie al quale la dignità del popolo umbro, dopo le magnifiche prove date da tutti i centri via via liberati, si è come esaltata e illuminata proprio a Città di Castello”.
“La particolare sottolineatura che la città dà oggi, a settant'anni di distanza, alla pagina eroica della sua liberazione si estende perciò, come una sintesi gloriosa e popolare, alla rinascita di tutta la terra umbra dopo anni e anni di dittatura, dopo la lugubre parentesi della guerra, dopo gli ultimi colpi di coda del nazifascismo, che giusto qui, a Città di Castello, solo due mesi prima della liberazione aveva conosciuto la barbarie perpetrata su Venanzio Gabriotti. È molto entusiasmante che a celebrare con Città di Castello e l'Umbria siano rappresentanti di quelle truppe inglesi che consacrarono, insieme alle loro azioni militari, l'impegno in armi delle Brigate partigiane. Quando due eserciti – per quanto distanti quanto a mentalità e struttura - combattono insieme per la libertà di una terra, essi ci liberano anche dalla guerra stessa, dall'obbligo di dover imbracciare le armi, dalla necessità di uccidere o di essere uccisi. Il contingente inglese – al quale va intero, nei suoi rappresentanti di oggi, il nostro pensiero riconoscente e grato – e i patrioti umbri hanno compiuto, qui, a Città di Castello, questo miracolo”.
“Quando gli Alleati, liberata l'Umbria, hanno abbandonato la nostra regione – conclude Guasticchi - faticosamente è ripreso quel cammino verso la democrazia che ha avuto nella rinascita della Provincia un cardine essenziale e un sicuro riferimento di garanzia politico-amministrativa. E anche questo dato andrà ascritto al paziente lavoro di ricucitura delle macerie, non solo fisiche, ma anche morali e istituzionali, che gli Alleati ci hanno permesso di fare, scommettendo su quelle energie popolari delle quali avevano sperimentato tutta la schiettezza e l'onestà nei giorni più difficili che, a Città di Castello, hanno portato alla data della liberazione del 22 luglio 1944”.
Il Presidente Guasticchi, in occasion del 70° anniversario della Liberazione di Città di Castello, ha dichiarato:
“Città di Castello, porta di accesso all'Umbria fra le prime ad essere raggiunte dalle truppe di liberazione nel 1860, ha subìto e patito molto più a lungo di altre città della regione il peso dell'occupazione tedesca e ha conseguito la liberazione nel 1944 al termine di un martoriato percorso di distruzioni e di lutti. Con ciò, tuttavia, essa è stata chiamata a dare un apporto di lotta e di resistenza particolarmente vivace e intenso, grazie al quale la dignità del popolo umbro, dopo le magnifiche prove date da tutti i centri via via liberati, si è come esaltata e illuminata proprio a Città di Castello”.
“La particolare sottolineatura che la città dà oggi, a settant'anni di distanza, alla pagina eroica della sua liberazione si estende perciò, come una sintesi gloriosa e popolare, alla rinascita di tutta la terra umbra dopo anni e anni di dittatura, dopo la lugubre parentesi della guerra, dopo gli ultimi colpi di coda del nazifascismo, che giusto qui, a Città di Castello, solo due mesi prima della liberazione aveva conosciuto la barbarie perpetrata su Venanzio Gabriotti. È molto entusiasmante che a celebrare con Città di Castello e l'Umbria siano rappresentanti di quelle truppe inglesi che consacrarono, insieme alle loro azioni militari, l'impegno in armi delle Brigate partigiane. Quando due eserciti – per quanto distanti quanto a mentalità e struttura - combattono insieme per la libertà di una terra, essi ci liberano anche dalla guerra stessa, dall'obbligo di dover imbracciare le armi, dalla necessità di uccidere o di essere uccisi. Il contingente inglese – al quale va intero, nei suoi rappresentanti di oggi, il nostro pensiero riconoscente e grato – e i patrioti umbri hanno compiuto, qui, a Città di Castello, questo miracolo”.
“Quando gli Alleati, liberata l'Umbria, hanno abbandonato la nostra regione – conclude Guasticchi - faticosamente è ripreso quel cammino verso la democrazia che ha avuto nella rinascita della Provincia un cardine essenziale e un sicuro riferimento di garanzia politico-amministrativa. E anche questo dato andrà ascritto al paziente lavoro di ricucitura delle macerie, non solo fisiche, ma anche morali e istituzionali, che gli Alleati ci hanno permesso di fare, scommettendo su quelle energie popolari delle quali avevano sperimentato tutta la schiettezza e l'onestà nei giorni più difficili che, a Città di Castello, hanno portato alla data della liberazione del 22 luglio 1944”.