"Futuro della Province: dalle donne preziosi contributi a un dibattito acceso e appassionato"
(Cittadino e Provincia) Perugia, 8 marzo '14 - Più di un secolo è passato da quel 28 febbraio 1908 quando, negli Stati Uniti, venne istituita ufficialmente la Giornata Internazionale della Donna. In quella data si organizzò una grande manifestazione a favore del voto alle donne. L'8 marzo, entrò nella prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra. In Italia la celebrazione della “Giornata” ebbe inizio nel 1922 e dal 1946 è stata scelta la mimosa come fiore simbolo della ricorrenza. Un breve excursus nella storia per capire quanto sia cambiato il ruolo della donna nella società contemporanea. Oggi sempre più donne rivestono ruoli di responsabilità e sono protagoniste dei cambiamenti sociali, politici ed economici. In questo ambito si inserisce il saluto del presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi alle donne in occasione della loro Festa.
“L'evoluzione del quadro politico che ha al proprio centro la questione del futuro delle Province ha contribuito non poco a far nascere un intenso dibattito fra i dipendenti e le dipendenti – dichiara Guasticchi -. Ed è che, così, alla luce della ridefinizione del ruolo dell'ente, mi piace portare, quest'anno, il saluto per la celebrazione dell'8 marzo. È stato più che mai evidente, infatti, che gli approfondimenti più significativi intorno alla soppressione-riforma della Provincia sono avvenuti attraverso gli scambi di opinione, i dialoghi, il confronto, spesso solo informale, fra colleghi e colleghe delle strutture operative in cui si articola l'ente. Il dibattito è proseguito nelle sedi più proprie – aggiunge Guasticchi -, dentro le associazioni sindacali e negli organismi della parità, per mezzo degli stimoli che sono venuti dal competente assessorato alle pari opportunità, su tutti i tavoli che sono stati aperti, in ambito regionale, per riflettere sui vari atti di cui si compone il 'pacchetto' Provincia. Guardando a un anno di tanto animato confronto, non si può non essere orgogliosi per l'apertura mentale e per la solidarietà delle quali uomini e donne del nostro ente hanno dato ampia testimonianza e matura prova. È il segno che anni e anni di lotta per un nuovo ruolo della donna nella società stanno finalmente dando quei risultati in cui si era sperato? È il segno che gli uomini hanno capito quale potenziale, formidabile alleato possono avere nelle loro colleghe di lavoro, oltre che nelle loro compagne di vita? È il segno che promette di farci procedere con maggiore sicurezza nella “rivoluzione dei generi” che fa nascere uomini e donne più adulti, in grado di guardarsi finalmente gli occhi? Sono, tutte le precedenti, questioni aperte, che non possono avere una risposta univoca, che chiedono soltanto di essere poste a favore di qualunque comunità uomini e donne si trovino a frequentare, quotidianamente, per affermare la loro dignità. La dignità non conosce, non può conoscere differenze di 'genere'. Essa, al contrario, è quel segmento di umanità che unisce, nella maniera più immediata e spontanea, sensibilità e mentalità, lati più e meno maturi di un essere umano, uomo o donna che sia. Certo, non ci voleva di essere costretti alla resa finale sulle Province per avere a disposizione un così entusiasmante patrimonio di risposte date in comune, di proposte solidali, di atteggiamenti consapevolmente critici, di rilanci assolutamente ideali di una partita che non può scendere di livello, pena l'annullamento di tutte le positività conquistate. Così, sicuramente, non sarà. Dovunque ci troveremo a festeggiare l'8 marzo da qui a un anno – conclude Guasticchi -, qualunque possa essere allora lo scenario istituzionale, so fin da ora che la prova data in quest'ultimo scorcio di legislatura sarà un vanto delle donne e degli uomini del nostro ente. Delle une e degli altri si potrà dire con sicurezza che hanno fatto del loro meglio in vista del traguardo della reciproca comprensione”.
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(Cittadino e Provincia) Perugia, 8 marzo '14 - Più di un secolo è passato da quel 28 febbraio 1908 quando, negli Stati Uniti, venne istituita ufficialmente la Giornata Internazionale della Donna. In quella data si organizzò una grande manifestazione a favore del voto alle donne. L'8 marzo, entrò nella prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra. In Italia la celebrazione della “Giornata” ebbe inizio nel 1922 e dal 1946 è stata scelta la mimosa come fiore simbolo della ricorrenza. Un breve excursus nella storia per capire quanto sia cambiato il ruolo della donna nella società contemporanea. Oggi sempre più donne rivestono ruoli di responsabilità e sono protagoniste dei cambiamenti sociali, politici ed economici. In questo ambito si inserisce il saluto del presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi alle donne in occasione della loro Festa.
“L'evoluzione del quadro politico che ha al proprio centro la questione del futuro delle Province ha contribuito non poco a far nascere un intenso dibattito fra i dipendenti e le dipendenti – dichiara Guasticchi -. Ed è che, così, alla luce della ridefinizione del ruolo dell'ente, mi piace portare, quest'anno, il saluto per la celebrazione dell'8 marzo. È stato più che mai evidente, infatti, che gli approfondimenti più significativi intorno alla soppressione-riforma della Provincia sono avvenuti attraverso gli scambi di opinione, i dialoghi, il confronto, spesso solo informale, fra colleghi e colleghe delle strutture operative in cui si articola l'ente. Il dibattito è proseguito nelle sedi più proprie – aggiunge Guasticchi -, dentro le associazioni sindacali e negli organismi della parità, per mezzo degli stimoli che sono venuti dal competente assessorato alle pari opportunità, su tutti i tavoli che sono stati aperti, in ambito regionale, per riflettere sui vari atti di cui si compone il 'pacchetto' Provincia. Guardando a un anno di tanto animato confronto, non si può non essere orgogliosi per l'apertura mentale e per la solidarietà delle quali uomini e donne del nostro ente hanno dato ampia testimonianza e matura prova. È il segno che anni e anni di lotta per un nuovo ruolo della donna nella società stanno finalmente dando quei risultati in cui si era sperato? È il segno che gli uomini hanno capito quale potenziale, formidabile alleato possono avere nelle loro colleghe di lavoro, oltre che nelle loro compagne di vita? È il segno che promette di farci procedere con maggiore sicurezza nella “rivoluzione dei generi” che fa nascere uomini e donne più adulti, in grado di guardarsi finalmente gli occhi? Sono, tutte le precedenti, questioni aperte, che non possono avere una risposta univoca, che chiedono soltanto di essere poste a favore di qualunque comunità uomini e donne si trovino a frequentare, quotidianamente, per affermare la loro dignità. La dignità non conosce, non può conoscere differenze di 'genere'. Essa, al contrario, è quel segmento di umanità che unisce, nella maniera più immediata e spontanea, sensibilità e mentalità, lati più e meno maturi di un essere umano, uomo o donna che sia. Certo, non ci voleva di essere costretti alla resa finale sulle Province per avere a disposizione un così entusiasmante patrimonio di risposte date in comune, di proposte solidali, di atteggiamenti consapevolmente critici, di rilanci assolutamente ideali di una partita che non può scendere di livello, pena l'annullamento di tutte le positività conquistate. Così, sicuramente, non sarà. Dovunque ci troveremo a festeggiare l'8 marzo da qui a un anno – conclude Guasticchi -, qualunque possa essere allora lo scenario istituzionale, so fin da ora che la prova data in quest'ultimo scorcio di legislatura sarà un vanto delle donne e degli uomini del nostro ente. Delle une e degli altri si potrà dire con sicurezza che hanno fatto del loro meglio in vista del traguardo della reciproca comprensione”.
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