Il presidente rilancia e chiede l'inserimento nel calendario della festivitÃÂ nazionale di San Francesco
(Cittadino e Provincia – Perugia, 19 luglio ’12) - “Dopo i servizi essenziali, adesso la spending review vorrebbe colpire, accorpandole al primo sabato o domenica utili, le feste patronali e le feste patrie, proprio quelle che sono nel cuore della gente. Parlo della grande festa del lavoro fissata il 1° Maggio e che i lavoratori celebrano in tutto il Paese, oppure del 25 Aprile o del 2 Giugno. Sono date che i cittadini tutti non vogliono dimenticare, che appartengono alla storia d’Italia, alla nostra storia di unità nazionale e non possono essere considerate come semplice feste da accorpare, pensando di fare un’operazione rigorosa di risparmio e di razionalizzazione, un’operazione di riduzione del PIL”. Questa la presa di posizione del presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi il quale si dichiara, tra l’altro, d’accordo con l’editoriale del Direttore di ‘Avvenire’, Marco Tarquinio. Nell’editoriale viene sottolineato il valore, anche economico, delle piccole e grandi feste dei nostri territori. “Accorpare le feste al week end – aggiunge Guasticchi – anche se può sembrare di aiuto alla nostra capacità produttività (parliamo di un effetto pari allo 0,1 del Pil), purtuttavia potrebbe essere altresì dannoso per l’atro aspetto ancora più importante e cioè quello del comparto turistico e del suo indotto (che invece valgono l’11% del Pil). “Io sono un cattolico – aggiunge Guasticchi – e, per questo, ritengo giusto lasciare inalterate, oltre le feste laiche citate, anche le altre ricorrenze di natura religiosa, per esempio S. Ubaldo patrono di Gubbio che ogni anno celebra la Festa dei Ceri. Anzi, a questo proposito, propongo l’inserimento nel calendario della festività nazionale di San Francesco il giorno 4 ottobre, visto e considerato che questa giornata è stata riconosciuta dalla Camera dei Deputati (nel 2005) ‘giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse’. E, infine, riflettiamo un momento anche sui dati Eurostat da cui risulta che in Italia si lavorano 1.694 ore all’anno, 153 più della Francia e addirittura 225 più della Germania”.
Oi12457.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 19 luglio ’12) - “Dopo i servizi essenziali, adesso la spending review vorrebbe colpire, accorpandole al primo sabato o domenica utili, le feste patronali e le feste patrie, proprio quelle che sono nel cuore della gente. Parlo della grande festa del lavoro fissata il 1° Maggio e che i lavoratori celebrano in tutto il Paese, oppure del 25 Aprile o del 2 Giugno. Sono date che i cittadini tutti non vogliono dimenticare, che appartengono alla storia d’Italia, alla nostra storia di unità nazionale e non possono essere considerate come semplice feste da accorpare, pensando di fare un’operazione rigorosa di risparmio e di razionalizzazione, un’operazione di riduzione del PIL”. Questa la presa di posizione del presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi il quale si dichiara, tra l’altro, d’accordo con l’editoriale del Direttore di ‘Avvenire’, Marco Tarquinio. Nell’editoriale viene sottolineato il valore, anche economico, delle piccole e grandi feste dei nostri territori. “Accorpare le feste al week end – aggiunge Guasticchi – anche se può sembrare di aiuto alla nostra capacità produttività (parliamo di un effetto pari allo 0,1 del Pil), purtuttavia potrebbe essere altresì dannoso per l’atro aspetto ancora più importante e cioè quello del comparto turistico e del suo indotto (che invece valgono l’11% del Pil). “Io sono un cattolico – aggiunge Guasticchi – e, per questo, ritengo giusto lasciare inalterate, oltre le feste laiche citate, anche le altre ricorrenze di natura religiosa, per esempio S. Ubaldo patrono di Gubbio che ogni anno celebra la Festa dei Ceri. Anzi, a questo proposito, propongo l’inserimento nel calendario della festività nazionale di San Francesco il giorno 4 ottobre, visto e considerato che questa giornata è stata riconosciuta dalla Camera dei Deputati (nel 2005) ‘giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse’. E, infine, riflettiamo un momento anche sui dati Eurostat da cui risulta che in Italia si lavorano 1.694 ore all’anno, 153 più della Francia e addirittura 225 più della Germania”.
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