(Cittadino e Provincia) Perugia 26 ottobre ’13 – E’ Giovanna Vignola, insieme alla Provincia di Perugia, con la sua partecipazione come attrice coprotagonista nel film “La grande bellezza" di Paolo Sorrentino (attualmente unico film italiano in gara per gli Oscar), a proporre, questa mattina nella sala del Consiglio Provinciale, un momento intenso e sentito di riflettere sul tema dell'Acondroplasia, volgarmente detta nanismo. Presenti all’incontro sono stati Aviano Rossi, Vice Presidente della Provincia di Perugia e Presidente dell’Associazione SWI per l’Umbria, Nicola Donti, filosofo, Giovanna Vignola, attrice e coordinatrice regionale dell’Associazione Acondroplasia, Pamela Villoresi, e Giusi Merli. “Spesso nelle patologie – ha affermato Rossi - esistono terapie che possono alleviare e in parte risolvere e attenuare i disturbi della patologia, ma il vero problema, in particolare nell’acondroplasia, è la convivenza nella società. Essere persone di bassa statura nella società del “bell’essere” è un disagio enorme. Giovanna nella sua interpretazione di “Dadina” riesce a catalizzare l’attenzione per il suo essere onesta, umana quasi ago della bilancia dell’equilibrio del protagonista Jep (protagonista del film), che rimane colpito nel sentirsi chiamare teneramente da lei “Jeppino”. Con la costituzione dell’associazione SWI – continua Rossi - ho cercato di mettere insieme le esperienze delle tante associazioni che durante il mio mandato elettorale ho conosciuto”. Gli interventi delle attrici Pamela Villoresi, e Giusi Merli sono stati preceduti da spezzoni del film “La Grande bellezza”, un film complesso e pieno di cose e persone di ogni tipo. Tutta la pellicola è un susseguirsi di fatti, situazioni, aneddoti, soprattutto di personaggi che sfilano con le loro storie con il loro “voler dire”. Non c'è una narrazione, non c'è un ordine preciso, c'è un accumulo che vuole dare l'idea di cosa sia oggi la vita. “Ritengo che questo film sia un vero capolavoro – spiega Villoresi-. Nella vita di tutti i giorni siamo spesso sovrastati da problemi e stereotipi da rispettare che non ci permettono di godere della bellezza del nostro vivere. La vita è “il banchetto degli Dei” che bassi o alti belli o brutti tutti siamo chiamati a vivere carpendone l’essenza”. Una emozionantissima Giovanna Vignola ha dedicato questo film a tutti i suoi bambini affetti da acondroplasia esortandoli ad abituarsi alla parola “nano” perché purtroppo li precederà sempre nel cammino della vita. “Nel film io interpreto una donna seria dignitosa – dice Giovanna - che non si prende molto sul serio. Quando Sorrentino mi ha detto di pronunciare la frase “sono una nana, che male c’è! infondo è la prima e l’ultima cosa che dicono di me..” mi sono opposta, non riuscivo a dirla. Poi quando ci sono riuscita ho capito di aver fatto un passo avanti di aver quasi ‘abbatuto un muro’”. Commovente è stata la lettere a scritta dalla mamma di Giada e letta magistralmente da Paola Volloresi. Sul significato delle parole Nicola Donti ha ricordato che “Abbiamo creato un mondo a dimensione di adulto invece, ad essere privilegiate sono le persone di bassa statura che per anni hanno il privilegio di guadare il mondo dal basso verso l’alto, come lo vedono i bambini: con la purezza dei bambini.”
Ast13068.DB
(Cittadino e Provincia) Perugia 26 ottobre ’13 – E’ Giovanna Vignola, insieme alla Provincia di Perugia, con la sua partecipazione come attrice coprotagonista nel film “La grande bellezza" di Paolo Sorrentino (attualmente unico film italiano in gara per gli Oscar), a proporre, questa mattina nella sala del Consiglio Provinciale, un momento intenso e sentito di riflettere sul tema dell'Acondroplasia, volgarmente detta nanismo. Presenti all’incontro sono stati Aviano Rossi, Vice Presidente della Provincia di Perugia e Presidente dell’Associazione SWI per l’Umbria, Nicola Donti, filosofo, Giovanna Vignola, attrice e coordinatrice regionale dell’Associazione Acondroplasia, Pamela Villoresi, e Giusi Merli. “Spesso nelle patologie – ha affermato Rossi - esistono terapie che possono alleviare e in parte risolvere e attenuare i disturbi della patologia, ma il vero problema, in particolare nell’acondroplasia, è la convivenza nella società. Essere persone di bassa statura nella società del “bell’essere” è un disagio enorme. Giovanna nella sua interpretazione di “Dadina” riesce a catalizzare l’attenzione per il suo essere onesta, umana quasi ago della bilancia dell’equilibrio del protagonista Jep (protagonista del film), che rimane colpito nel sentirsi chiamare teneramente da lei “Jeppino”. Con la costituzione dell’associazione SWI – continua Rossi - ho cercato di mettere insieme le esperienze delle tante associazioni che durante il mio mandato elettorale ho conosciuto”. Gli interventi delle attrici Pamela Villoresi, e Giusi Merli sono stati preceduti da spezzoni del film “La Grande bellezza”, un film complesso e pieno di cose e persone di ogni tipo. Tutta la pellicola è un susseguirsi di fatti, situazioni, aneddoti, soprattutto di personaggi che sfilano con le loro storie con il loro “voler dire”. Non c'è una narrazione, non c'è un ordine preciso, c'è un accumulo che vuole dare l'idea di cosa sia oggi la vita. “Ritengo che questo film sia un vero capolavoro – spiega Villoresi-. Nella vita di tutti i giorni siamo spesso sovrastati da problemi e stereotipi da rispettare che non ci permettono di godere della bellezza del nostro vivere. La vita è “il banchetto degli Dei” che bassi o alti belli o brutti tutti siamo chiamati a vivere carpendone l’essenza”. Una emozionantissima Giovanna Vignola ha dedicato questo film a tutti i suoi bambini affetti da acondroplasia esortandoli ad abituarsi alla parola “nano” perché purtroppo li precederà sempre nel cammino della vita. “Nel film io interpreto una donna seria dignitosa – dice Giovanna - che non si prende molto sul serio. Quando Sorrentino mi ha detto di pronunciare la frase “sono una nana, che male c’è! infondo è la prima e l’ultima cosa che dicono di me..” mi sono opposta, non riuscivo a dirla. Poi quando ci sono riuscita ho capito di aver fatto un passo avanti di aver quasi ‘abbatuto un muro’”. Commovente è stata la lettere a scritta dalla mamma di Giada e letta magistralmente da Paola Volloresi. Sul significato delle parole Nicola Donti ha ricordato che “Abbiamo creato un mondo a dimensione di adulto invece, ad essere privilegiate sono le persone di bassa statura che per anni hanno il privilegio di guadare il mondo dal basso verso l’alto, come lo vedono i bambini: con la purezza dei bambini.”
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