Scendono in campo le consigliere provinciali e chiedono di fare rete e una più capillare informazione
(Cittadino e Provincia – Perugia, 11 marzo ’10) - Una donna su tre, In Italia, è stata, almeno una volta, vittima di violenza o maltrattamenti. Sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9% della classe di età considerata), 3 milioni 961 mila hanno subito violenze fisiche (18,8%), circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Prevalentemente la violenza si manifesta in ambito domestico, sotto più forme: fisica, psicologica, economica, sessuale, con gravi ripercussioni sulla salute e sull’integrità psicofisica della donna. 2 milioni 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking); 7 milioni 134 mila donne hanno subito o subiscono violenza psicologica; 1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni; 674 mila donne hanno subito violenze ripetute da partner. Le diverse forme di violenza si consumano anche sul posto di lavoro ed incidono sulla realizzazione personale delle donne in campo sociale e lavorativo. Anche nella regione Umbria i dati sono allarmanti, per l’aumento delle denunce sporte dalle vittime di ogni tipo di violenza: sessuale, fisica, domestica, morale, economica. Dati che fanno riflettere sulla gravità del fenomeno, ormai "vera emergenza su scala mondiale", e che hanno indotto le 4 Consigliere Provinciali (gruppo Pd e Pdl) a presentare in forma congiunta un ordine del giorno al Presidente della Provincia di Perugia e al Presidente del Consiglio Provinciale per “richiamare l'attenzione e promuovere azioni a sostegno del problema della violenza sulle donne, che ancora oggi, nel 2010, rappresenta una emergenza vergognosamente presente e diffusa, anche nei nostri territori, da affrontare con coesione e determinazione a tutti i livelli istituzionali e della società civile, affinchè ciascuna donna soggetta a qualsiasi forma di violenza, abbia il sostegno, la tutela e la corretta informazione che le permettano di vivere nella piena dignità e nel rispetto”. Le Consigliere chiedono l’impegno del Presidente e della Giunta ad ‘organizzare audizioni con i soggetti interessati e che operano nell’accogliere le denunce delle donne vittime di violenza quali il Centro Pari Opportunità-Telefono Donna, le Forze dell’Ordine, la Magistratura, i Servizi ASL e Azienda Ospedaliera; a dare attuazione con un Protocollo operativo al Protocollo d’Intesa stipulato, costituendo una rete che collabori a tutti i livelli istituzionali per innalzare la qualità degli interventi e delle azioni volte alla tutela ed al sostegno delle donne vittime di violenza; a diffondere la più capillare informazione in tutti i centri della Provincia, affinché ogni donna possa essere raggiunta dalle informazioni relative alle opportunità ed ai servizi offerti nei diversi territori’. Un’emergenza che continua e rimane tale nonostante le tante iniziative, azioni, prese di posizione o celebrazioni: una Legge Regionale, la n° 51 del 1987, istituisce il Centro pari opportunità della Regione Umbria; nel 1989, è stato attivato in Umbria il “Telefono Donna” al quale, finora, si sono rivolte più di seimila donne; è stato stipulato il Protocollo d’Intesa “Azioni per l’inserimento/reinserimento lavorativo di donne vittime di violenza” tra l’Assessorato alle Pari Opportunità e l’Assessorato al Lavoro e Formazione professionale della Provincia di Perugia, la Commissione d’Ente Pari Opportunità, il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e la Consigliera di Parità della Provincia di Perugia; sono previste dalla Provincia di Perugia attività finalizzate a promuovere l’imprenditoria femminile attraverso il proprio “Sportello Donna” attivo presso l’Ufficio Pari Opportunità dal 1998 ed a incrementare l’occupazione femminile attraverso forme di collaborazioni con altri soggetti pubblici e privati; la Provincia, per favorire l’interculturalità e la coesione tra i popoli, partendo da una collaborazione con la Fondazione Rita Levi-Montalcini, ha promosso iniziative di sostegno alla realizzazione di strutture e progetti educativi volti alla formazione nei loro paesi d’origine di giovani donne tuareg e ruandesi, contribuendo così allo sviluppo di quei territori ed al tempo stesso coinvolgendo le scuole del nostro territorio alla diffusione tra le giovani generazioni dei valori del reciproco rispetto, della solidarietà, dell’affermazione dei diritti e della ferma condanna di ogni forma di violenza sulla donna in ogni suo aspetto; la Regione Umbria ha presentato il progetto " Mai più violenze, mille azioni e interventi per impedire ulteriori violenze" finanziato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri – Ministero per i diritti e le pari opportunità, in corso di realizzazione con il significativo apporto delle Province di Perugia e Terni; ogni anno, il 25 novembre, si celebra in tutto il mondo la “Giornata contro la violenza sulle Donne”, istituita dalle Nazioni Unite fin dal 1999 al fine di sensibilizzare Governi, istituzioni governative e non, società civile, mezzi di comunicazione di massa per fare uscire dal silenzio questa drammatica situazione.
GC10059.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 11 marzo ’10) - Una donna su tre, In Italia, è stata, almeno una volta, vittima di violenza o maltrattamenti. Sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9% della classe di età considerata), 3 milioni 961 mila hanno subito violenze fisiche (18,8%), circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Prevalentemente la violenza si manifesta in ambito domestico, sotto più forme: fisica, psicologica, economica, sessuale, con gravi ripercussioni sulla salute e sull’integrità psicofisica della donna. 2 milioni 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking); 7 milioni 134 mila donne hanno subito o subiscono violenza psicologica; 1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni; 674 mila donne hanno subito violenze ripetute da partner. Le diverse forme di violenza si consumano anche sul posto di lavoro ed incidono sulla realizzazione personale delle donne in campo sociale e lavorativo. Anche nella regione Umbria i dati sono allarmanti, per l’aumento delle denunce sporte dalle vittime di ogni tipo di violenza: sessuale, fisica, domestica, morale, economica. Dati che fanno riflettere sulla gravità del fenomeno, ormai "vera emergenza su scala mondiale", e che hanno indotto le 4 Consigliere Provinciali (gruppo Pd e Pdl) a presentare in forma congiunta un ordine del giorno al Presidente della Provincia di Perugia e al Presidente del Consiglio Provinciale per “richiamare l'attenzione e promuovere azioni a sostegno del problema della violenza sulle donne, che ancora oggi, nel 2010, rappresenta una emergenza vergognosamente presente e diffusa, anche nei nostri territori, da affrontare con coesione e determinazione a tutti i livelli istituzionali e della società civile, affinchè ciascuna donna soggetta a qualsiasi forma di violenza, abbia il sostegno, la tutela e la corretta informazione che le permettano di vivere nella piena dignità e nel rispetto”. Le Consigliere chiedono l’impegno del Presidente e della Giunta ad ‘organizzare audizioni con i soggetti interessati e che operano nell’accogliere le denunce delle donne vittime di violenza quali il Centro Pari Opportunità-Telefono Donna, le Forze dell’Ordine, la Magistratura, i Servizi ASL e Azienda Ospedaliera; a dare attuazione con un Protocollo operativo al Protocollo d’Intesa stipulato, costituendo una rete che collabori a tutti i livelli istituzionali per innalzare la qualità degli interventi e delle azioni volte alla tutela ed al sostegno delle donne vittime di violenza; a diffondere la più capillare informazione in tutti i centri della Provincia, affinché ogni donna possa essere raggiunta dalle informazioni relative alle opportunità ed ai servizi offerti nei diversi territori’. Un’emergenza che continua e rimane tale nonostante le tante iniziative, azioni, prese di posizione o celebrazioni: una Legge Regionale, la n° 51 del 1987, istituisce il Centro pari opportunità della Regione Umbria; nel 1989, è stato attivato in Umbria il “Telefono Donna” al quale, finora, si sono rivolte più di seimila donne; è stato stipulato il Protocollo d’Intesa “Azioni per l’inserimento/reinserimento lavorativo di donne vittime di violenza” tra l’Assessorato alle Pari Opportunità e l’Assessorato al Lavoro e Formazione professionale della Provincia di Perugia, la Commissione d’Ente Pari Opportunità, il Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e la Consigliera di Parità della Provincia di Perugia; sono previste dalla Provincia di Perugia attività finalizzate a promuovere l’imprenditoria femminile attraverso il proprio “Sportello Donna” attivo presso l’Ufficio Pari Opportunità dal 1998 ed a incrementare l’occupazione femminile attraverso forme di collaborazioni con altri soggetti pubblici e privati; la Provincia, per favorire l’interculturalità e la coesione tra i popoli, partendo da una collaborazione con la Fondazione Rita Levi-Montalcini, ha promosso iniziative di sostegno alla realizzazione di strutture e progetti educativi volti alla formazione nei loro paesi d’origine di giovani donne tuareg e ruandesi, contribuendo così allo sviluppo di quei territori ed al tempo stesso coinvolgendo le scuole del nostro territorio alla diffusione tra le giovani generazioni dei valori del reciproco rispetto, della solidarietà, dell’affermazione dei diritti e della ferma condanna di ogni forma di violenza sulla donna in ogni suo aspetto; la Regione Umbria ha presentato il progetto " Mai più violenze, mille azioni e interventi per impedire ulteriori violenze" finanziato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri – Ministero per i diritti e le pari opportunità, in corso di realizzazione con il significativo apporto delle Province di Perugia e Terni; ogni anno, il 25 novembre, si celebra in tutto il mondo la “Giornata contro la violenza sulle Donne”, istituita dalle Nazioni Unite fin dal 1999 al fine di sensibilizzare Governi, istituzioni governative e non, società civile, mezzi di comunicazione di massa per fare uscire dal silenzio questa drammatica situazione.
GC10059.GC