(Cittadino e Provincia) – Perugia 29 marzo 2013 – “ La presentazione da pare del gruppo del Pd in Consiglio Provinciale sulle “Problematiche inerenti il rilascio di autorizzazioni all’escavazione di pozzi ad uso domestico ed extra-domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo” ha dato origine all'approvazione da parte del Consiglio Provinciale di un documento sulla stessa problematica. Il rilascio delle autorizzazioni relative all’escavazione di pozzi ad uso domestico – si afferma in una interrogazione dello stesso gruppo - sono di competenza sia comunale che dell’A.R.P.A., mentre alla Provincia esercita quelle per i pozzi ad uso extra-domestico (civile, industriale, irriguo…). La legge n° 225 del 24 febbraio 1992 “Istituzione del servizio nazionale della Protezione Civile” prevede all’articolo 5 la possibilità, da parte del Consiglio dei Ministri, di poter dichiarare lo Stato di Emergenza determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi. Il 24 maggio 2002 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato un decreto in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza in riferimento alla situazione di crisi dell’approvvigionamento idrico che ha colpito la Regione Umbria, fino al 31 dicembre 2002. La successiva Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3230 del 18/07/2002 reca “Disposizioni urgenti per fronteggiare l’emergenza nel settore dell’approvvigionamento idrico nella Regione Umbria”. Il 19 Settembre 2002 la Regione Umbria e la Regione Toscana hanno sottoscritto un protocollo di intesa per il superamento dell’emergenza idrica nel comprensorio Valdichiana-Trasimeno. Il 26 Novembre 2002 il Presidente della Regione dell’Umbria ha emanato la O.P.G.R. n° 126 con la quale è stato approvato un primo stralcio di interventi urgenti e necessari a fronteggiare la crisi idrica. Il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 dicembre 2002 proroga fino al 31 dicembre 2003 lo stato di emergenza della crisi idrica della Regione Umbria. Il 21 maggio 2003 il Presidente della Regione dell’Umbria ha emanato la O.P.G.R. n° 48, nella quale vengono elencati i criteri per il rilascio di autorizzazioni all’escavazione di pozzi ad uso domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo di cui al capitolo 2, punti 2.10 e 2.10.1 della O.P.G.R. N° 126. L’articolo 1, comma 1-2 della O.P.G.R. n° 48 impone di dichiarare ai soggetti richiedenti autorizzazione all’escavazione di pozzi uso domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo, l’assenza di fonti alternative di approvvigionamento idrico e l’esigenza dell’opera per un uso limitato alle sole necessità potabili ed igienico-sanitarie. Al punto 2.10 della O.P.G.R. n° 126 sono riportate le disposizioni tecniche-amministrative per la ricerca e l’utilizzazione delle acque sotterranee che prevedono per i pozzi ad uso domestico una profondità massima di escavazione di 30 metri dal p.c. mentre per quelli ad uso extradomestico (civile, industriale, irriguo ….) una profondità di 50 m dal p.c.. Al punto 2.10.1. della O.P.G.R. n° 126 sono riportate le indicazioni relative ai contenuti minimi dello studio idrogeologico che prevedono per i pozzi ad uso domestico una portata giornaliera di 10 mc/giorno e un volume massimo complessivo di 500 mc/anno, mentre per quelli ad uso extradomestico una portata giornaliera di 100 mc/giorno e un volume massimo complessivo di 20.000 mc/anno. Le indicazioni e le prescrizioni riportate nella O.P.G.R. n° 126 inerenti profondità di scavo e quantità delle captazioni si riferiscono alla “fase di emergenza idrica”. Al punto 2.10.2. della O.P.G.R. n° 126 è stabilito che nella “fase transitoria”, intesa come periodo compreso tra il termine della fase di emergenza e l’approvazione di norme e regolamenti definitivi in materia di derivazione di acque pubbliche, valgono le disposizioni riportate per la “fase di emergenza idrica”. Sulla base del D.P.C.M. del 20/12/2002 lo stato di emergenza della crisi idrica della Regione Umbria è terminato il 31/12/2003 e che ad oggi rientriamo ancora nella cosiddetta “fase transitoria”. Il gruppo del Pd chiede quindi di impegnare “il Consiglio Provinciale e il il Presidente della Provincia e la Giunta ad attivare un tavolo politico-tecnico con la Regione dell’Umbria e con tutti i soggetti portatori di interesse al fine di approvare norme e regolamenti definitivi in materia di derivazione acque pubbliche”.
Gc14026.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 29 marzo 2013 – “ La presentazione da pare del gruppo del Pd in Consiglio Provinciale sulle “Problematiche inerenti il rilascio di autorizzazioni all’escavazione di pozzi ad uso domestico ed extra-domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo” ha dato origine all'approvazione da parte del Consiglio Provinciale di un documento sulla stessa problematica. Il rilascio delle autorizzazioni relative all’escavazione di pozzi ad uso domestico – si afferma in una interrogazione dello stesso gruppo - sono di competenza sia comunale che dell’A.R.P.A., mentre alla Provincia esercita quelle per i pozzi ad uso extra-domestico (civile, industriale, irriguo…). La legge n° 225 del 24 febbraio 1992 “Istituzione del servizio nazionale della Protezione Civile” prevede all’articolo 5 la possibilità, da parte del Consiglio dei Ministri, di poter dichiarare lo Stato di Emergenza determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi. Il 24 maggio 2002 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato un decreto in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza in riferimento alla situazione di crisi dell’approvvigionamento idrico che ha colpito la Regione Umbria, fino al 31 dicembre 2002. La successiva Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3230 del 18/07/2002 reca “Disposizioni urgenti per fronteggiare l’emergenza nel settore dell’approvvigionamento idrico nella Regione Umbria”. Il 19 Settembre 2002 la Regione Umbria e la Regione Toscana hanno sottoscritto un protocollo di intesa per il superamento dell’emergenza idrica nel comprensorio Valdichiana-Trasimeno. Il 26 Novembre 2002 il Presidente della Regione dell’Umbria ha emanato la O.P.G.R. n° 126 con la quale è stato approvato un primo stralcio di interventi urgenti e necessari a fronteggiare la crisi idrica. Il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 dicembre 2002 proroga fino al 31 dicembre 2003 lo stato di emergenza della crisi idrica della Regione Umbria. Il 21 maggio 2003 il Presidente della Regione dell’Umbria ha emanato la O.P.G.R. n° 48, nella quale vengono elencati i criteri per il rilascio di autorizzazioni all’escavazione di pozzi ad uso domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo di cui al capitolo 2, punti 2.10 e 2.10.1 della O.P.G.R. N° 126. L’articolo 1, comma 1-2 della O.P.G.R. n° 48 impone di dichiarare ai soggetti richiedenti autorizzazione all’escavazione di pozzi uso domestico eccedenti i limiti di profondità e di soglia dei volumi di prelievo, l’assenza di fonti alternative di approvvigionamento idrico e l’esigenza dell’opera per un uso limitato alle sole necessità potabili ed igienico-sanitarie. Al punto 2.10 della O.P.G.R. n° 126 sono riportate le disposizioni tecniche-amministrative per la ricerca e l’utilizzazione delle acque sotterranee che prevedono per i pozzi ad uso domestico una profondità massima di escavazione di 30 metri dal p.c. mentre per quelli ad uso extradomestico (civile, industriale, irriguo ….) una profondità di 50 m dal p.c.. Al punto 2.10.1. della O.P.G.R. n° 126 sono riportate le indicazioni relative ai contenuti minimi dello studio idrogeologico che prevedono per i pozzi ad uso domestico una portata giornaliera di 10 mc/giorno e un volume massimo complessivo di 500 mc/anno, mentre per quelli ad uso extradomestico una portata giornaliera di 100 mc/giorno e un volume massimo complessivo di 20.000 mc/anno. Le indicazioni e le prescrizioni riportate nella O.P.G.R. n° 126 inerenti profondità di scavo e quantità delle captazioni si riferiscono alla “fase di emergenza idrica”. Al punto 2.10.2. della O.P.G.R. n° 126 è stabilito che nella “fase transitoria”, intesa come periodo compreso tra il termine della fase di emergenza e l’approvazione di norme e regolamenti definitivi in materia di derivazione di acque pubbliche, valgono le disposizioni riportate per la “fase di emergenza idrica”. Sulla base del D.P.C.M. del 20/12/2002 lo stato di emergenza della crisi idrica della Regione Umbria è terminato il 31/12/2003 e che ad oggi rientriamo ancora nella cosiddetta “fase transitoria”. Il gruppo del Pd chiede quindi di impegnare “il Consiglio Provinciale e il il Presidente della Provincia e la Giunta ad attivare un tavolo politico-tecnico con la Regione dell’Umbria e con tutti i soggetti portatori di interesse al fine di approvare norme e regolamenti definitivi in materia di derivazione acque pubbliche”.
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