(Cittadino e Provincia) Perugia 20 giugno ’12 - Con un comunicato stampa Il Gruppo provinciale del Prc a firma di Luca Baldelli esplicita la sua posizione sul tema delle Unioni dei Comuni e dei disegni regionali e nazionali in merito, precisando il suo punto di vista : a ) le Unioni dei Comuni non possono sostituire in alcun modo le facoltà e le competenze di un Ente intermedio come la Provincia, rappresentando non le “ camere di compensazione “ di interessi necessariamente particolaristici e non di area vasta ( quali quelli dei Comuni ), ma istanze nelle quali quegli stessi interessi si cristallizzano e rimangono senza la necessaria sintesi che solo un Ente sovraordinato può e deve garantire; b) Il ruolo della Provincia, la sua natura necessaria, esce quindi riconfermata una volta di più : le Unioni dei Comuni potranno avere un ruolo per quanto concerne i campi di azione nei quali i Comuni si muovono da oggi, ma nessuna riusposta avranno i cittadini da questi organi, anzi avranno solo complicazioni e paralisi operativa nella risoluzione di questioni che li riguardano da vicino, qualora dette Unioni venissero a rivestire competenze e funzioni prima esercitate dalle Regioni e non trasferite ( come si dovrebbe ) alle Province; c) è puerile sostenere che il Decreto “ Salva Italia “ , l’unico testo effettivamente vigente tra mille riforme istituzionali improvvisate e ferme al palo, non cancella le Province, ma le salvaguarda : con l’abolizione del Consiglio elettivo , ridotto a mera assemblea di consiglieri nominati dai Consigli comunali sulla base dei voleri di Sindaci - podestà, delle ortodossie di comportamento dei designati rispetto a questa o quella maggioranza, la Provincia viene degradata a Ente di secondo livello, incapace operativamente di dare quelle risposte di alto profilo e di area vasta che, pur con tutti i limiti, ha sempre dato. Oltretutto, la corsa al risparmio e la logica dei tagli, in nome delle quali si è costruita l’operazione, crollano sotto i colpi di una semplice, banale considerazione : abolendo il Consiglio elettivo, i risparmi saranno insignificanti, essendo il livello politico quello che meno incide sul ventaglio dei costi e questo in un Ente che, preso in ogni sua articolazione nazionale, pesa per appena l’1,6 % sul totale della spesa pubblica ( questo è il costo delle Province !! ). E’ chiaro ed evidente che, ancora una volta, sotto la parola “ riforma “ si nasconde lo spettro nefasto della controriforma, che vuole restringere gli spazi di democrazia, in onore ai voleri della finanza internazionale e dei suoi emissari ( in Italia è Monti a rivestire questo ruolo ). Se si volesse compiere una vera riforma, si comincerebbe ad eliminare gli Enti inutili, non elettivi, i quali costano molto e non rendono nulla, se non lauti stipendi a “trombati” della politica che, adusi a non lavorare, non troverebbero altre collocazioni. Il Paese, però, ha bisogno d’altro , ha necessità di riforme vere, che eliminino sprechi, centri di costo assolutamente ingiustificabili (migliaia sono gli Enti le cui funzioni potrebbero essere riassorbite tranquillamente da Regioni e Province ), ATI, Comunità Montane situate in centri lacustri privi di qualsiasi altura e altro ancora. Il PRC è per le riforme vere, autentiche, finalizzate a dare ai cittadini istituzioni efficienti, operative e in grado di rispondere alla sfide poste da una fase storica complessa, travagliata , nella quale i vuoti lasciati dalla politica possono essere riempiti solo da lobbies e da potentati, non certo orientati alla tutela dell’interesse collettivo”.
Gc12250.DB
(Cittadino e Provincia) Perugia 20 giugno ’12 - Con un comunicato stampa Il Gruppo provinciale del Prc a firma di Luca Baldelli esplicita la sua posizione sul tema delle Unioni dei Comuni e dei disegni regionali e nazionali in merito, precisando il suo punto di vista : a ) le Unioni dei Comuni non possono sostituire in alcun modo le facoltà e le competenze di un Ente intermedio come la Provincia, rappresentando non le “ camere di compensazione “ di interessi necessariamente particolaristici e non di area vasta ( quali quelli dei Comuni ), ma istanze nelle quali quegli stessi interessi si cristallizzano e rimangono senza la necessaria sintesi che solo un Ente sovraordinato può e deve garantire; b) Il ruolo della Provincia, la sua natura necessaria, esce quindi riconfermata una volta di più : le Unioni dei Comuni potranno avere un ruolo per quanto concerne i campi di azione nei quali i Comuni si muovono da oggi, ma nessuna riusposta avranno i cittadini da questi organi, anzi avranno solo complicazioni e paralisi operativa nella risoluzione di questioni che li riguardano da vicino, qualora dette Unioni venissero a rivestire competenze e funzioni prima esercitate dalle Regioni e non trasferite ( come si dovrebbe ) alle Province; c) è puerile sostenere che il Decreto “ Salva Italia “ , l’unico testo effettivamente vigente tra mille riforme istituzionali improvvisate e ferme al palo, non cancella le Province, ma le salvaguarda : con l’abolizione del Consiglio elettivo , ridotto a mera assemblea di consiglieri nominati dai Consigli comunali sulla base dei voleri di Sindaci - podestà, delle ortodossie di comportamento dei designati rispetto a questa o quella maggioranza, la Provincia viene degradata a Ente di secondo livello, incapace operativamente di dare quelle risposte di alto profilo e di area vasta che, pur con tutti i limiti, ha sempre dato. Oltretutto, la corsa al risparmio e la logica dei tagli, in nome delle quali si è costruita l’operazione, crollano sotto i colpi di una semplice, banale considerazione : abolendo il Consiglio elettivo, i risparmi saranno insignificanti, essendo il livello politico quello che meno incide sul ventaglio dei costi e questo in un Ente che, preso in ogni sua articolazione nazionale, pesa per appena l’1,6 % sul totale della spesa pubblica ( questo è il costo delle Province !! ). E’ chiaro ed evidente che, ancora una volta, sotto la parola “ riforma “ si nasconde lo spettro nefasto della controriforma, che vuole restringere gli spazi di democrazia, in onore ai voleri della finanza internazionale e dei suoi emissari ( in Italia è Monti a rivestire questo ruolo ). Se si volesse compiere una vera riforma, si comincerebbe ad eliminare gli Enti inutili, non elettivi, i quali costano molto e non rendono nulla, se non lauti stipendi a “trombati” della politica che, adusi a non lavorare, non troverebbero altre collocazioni. Il Paese, però, ha bisogno d’altro , ha necessità di riforme vere, che eliminino sprechi, centri di costo assolutamente ingiustificabili (migliaia sono gli Enti le cui funzioni potrebbero essere riassorbite tranquillamente da Regioni e Province ), ATI, Comunità Montane situate in centri lacustri privi di qualsiasi altura e altro ancora. Il PRC è per le riforme vere, autentiche, finalizzate a dare ai cittadini istituzioni efficienti, operative e in grado di rispondere alla sfide poste da una fase storica complessa, travagliata , nella quale i vuoti lasciati dalla politica possono essere riempiti solo da lobbies e da potentati, non certo orientati alla tutela dell’interesse collettivo”.
Gc12250.DB