(Cittadino e Provincia – Perugia 18 novembre 2013 – “ Pur nel rispetto della autonomia decisione delle Fondazioni, è grave la mancata adesione delle stesse alla cordata umbra che si propone di rilevare le quote della Banca Popolare di Spoleto - Afferma in una nota il Capogruppo dell’Udc in Consiglio Provinciale Maurizio Ronconi - Quando capitali interamente umbri, come quelli delle Fondazioni, non vengano utilizzati per rilanciare l’unico istituto bancario regionale o è conseguente ad una valutazione negativa dell’investimento oppure è segno di impropria interferenza di altro gruppo bancario che evidentemente immagina di imporre una sorta di monopolio finanziario in Umbria. Se invece corrispondesse al vero la prima delle ipotesi non si comprenderebbe come invece imprenditori umbri e particolarmente la Fondazione della Cassa di Risparnio di Perugia ritengano compatibile l’investimento di capitali propri in Banca Popolare di Spoleto. Appare inoltre assai grave che le Fondazioni umbre non si interroghino sulla sorte di oltre 10.000 soci della Credito e Servizi che rischiano di vedere drammaticamente andare in fumo il valore della loro partecipazione con un ulteriore impoverimento della società regionale. C’è la sensazione che dietro il passaggio di proprietà della BpS si giochi invece una partita finanziaria che ha come preoccupazione più le sorti di alcuni banchieri che non quella del futuro dell’Umbria”.
Gc13558.red
(Cittadino e Provincia – Perugia 18 novembre 2013 – “ Pur nel rispetto della autonomia decisione delle Fondazioni, è grave la mancata adesione delle stesse alla cordata umbra che si propone di rilevare le quote della Banca Popolare di Spoleto - Afferma in una nota il Capogruppo dell’Udc in Consiglio Provinciale Maurizio Ronconi - Quando capitali interamente umbri, come quelli delle Fondazioni, non vengano utilizzati per rilanciare l’unico istituto bancario regionale o è conseguente ad una valutazione negativa dell’investimento oppure è segno di impropria interferenza di altro gruppo bancario che evidentemente immagina di imporre una sorta di monopolio finanziario in Umbria. Se invece corrispondesse al vero la prima delle ipotesi non si comprenderebbe come invece imprenditori umbri e particolarmente la Fondazione della Cassa di Risparnio di Perugia ritengano compatibile l’investimento di capitali propri in Banca Popolare di Spoleto. Appare inoltre assai grave che le Fondazioni umbre non si interroghino sulla sorte di oltre 10.000 soci della Credito e Servizi che rischiano di vedere drammaticamente andare in fumo il valore della loro partecipazione con un ulteriore impoverimento della società regionale. C’è la sensazione che dietro il passaggio di proprietà della BpS si giochi invece una partita finanziaria che ha come preoccupazione più le sorti di alcuni banchieri che non quella del futuro dell’Umbria”.
Gc13558.red