Egli affidò il suo mandato alla protezione di San Francesco d'Assisi
(Cittadino e Provincia – Perugia, 29 aprile ’11) – ‘Se in ogni angolo del mondo la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II sarà sentita come una intensa eco dell’immensa energia spirituale e del carisma avuti in vita da papa Wojtyla, è con una forte, particolare emanazione di magistero umano e religioso che la nostra terra aspetta la consacrazione degli altari voluta per il grande pontefice’. L’affermazione proviene da una nota della Presidenza della Provincia di Perugia in occasione della beatificazione, a 5 anni dalla morte, di Giovanni Paolo II, un evento di portata non solo religiosa ma anche storica. ‘Per Karol Wojtyla, infatti, l’Umbria – prosegue la nota della Presidenza - è stata una terra di così forte richiamo e di così significativa presenza che oggi, nella giornata del riconoscimento della santità dell’ “uomo venuto dall’est”, non possiamo non ricevere un raggio del tutto particolare dell’illuminazione che arriva al Pontefice dall’essere assunto, per volontà della chiesa, nella schiera dei beati. Sotto la luce nuova in cui da oggi si inscrivono il nome e la figura storica del beato Giovani Paolo II sarà così possibile rivedere la lunga esperienza di visite da lui compiute in Umbria in momenti diversissimi del suo pontificato, unificati da una stessa tensione spirituale e da una stessa volontà di servire la causa della pace e della redenzione del genere umano. Già l’indomani della sua elezione al soglio pontificio, Egli volle affidare il suo mandato alla protezione di san Francesco d’Assisi, quasi risarcendo in ciò i viaggi che il Poverello aveva compiuto a Roma per far approvare dai pontefici romani la sua Regola. Un supremo esercizio di umiltà ha sempre contraddistinto la presenza in Umbria di Giovanni Paolo II, in particolare quando, a Terni, fece sentire agli operai, da uomo che era stato operaio, tutta la partecipazione possibile ai loro problemi. E, probabilmente, l’umanità intera deve ancora assimilare fino in fondo, a 25 anni di distanza, l’enorme carica di ecumenismo contenuta nell’incontro fra i capi delle religioni del mondo avvenuto sempre sotto lo sguardo vigile e amorevole del Santo di Assisi. Proprio avvertendo la necessità di fare passi avanti in questa che è l’unica direzione di salvezza per l’umanità, l’attuale pontefice, diretto successore di Papa Wojtyla, sarà ad Assisi nel prossimo mese di ottobre. Non sarà una celebrazione rituale, ma l’atto di più fedele continuità con il lavoro “umano” di colui che oggi diventa un santo riconosciuto e venerato. Con questo spirito, formulo il pensiero della più umile e più alta gratitudine che si deve all’uomo di chiesa che tanto ha amato la nostra terra da irradiare da qui verso il mondo il messaggio più profondo del suo lungo pontificato’.
Oi11289.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia – Perugia, 29 aprile ’11) – ‘Se in ogni angolo del mondo la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II sarà sentita come una intensa eco dell’immensa energia spirituale e del carisma avuti in vita da papa Wojtyla, è con una forte, particolare emanazione di magistero umano e religioso che la nostra terra aspetta la consacrazione degli altari voluta per il grande pontefice’. L’affermazione proviene da una nota della Presidenza della Provincia di Perugia in occasione della beatificazione, a 5 anni dalla morte, di Giovanni Paolo II, un evento di portata non solo religiosa ma anche storica. ‘Per Karol Wojtyla, infatti, l’Umbria – prosegue la nota della Presidenza - è stata una terra di così forte richiamo e di così significativa presenza che oggi, nella giornata del riconoscimento della santità dell’ “uomo venuto dall’est”, non possiamo non ricevere un raggio del tutto particolare dell’illuminazione che arriva al Pontefice dall’essere assunto, per volontà della chiesa, nella schiera dei beati. Sotto la luce nuova in cui da oggi si inscrivono il nome e la figura storica del beato Giovani Paolo II sarà così possibile rivedere la lunga esperienza di visite da lui compiute in Umbria in momenti diversissimi del suo pontificato, unificati da una stessa tensione spirituale e da una stessa volontà di servire la causa della pace e della redenzione del genere umano. Già l’indomani della sua elezione al soglio pontificio, Egli volle affidare il suo mandato alla protezione di san Francesco d’Assisi, quasi risarcendo in ciò i viaggi che il Poverello aveva compiuto a Roma per far approvare dai pontefici romani la sua Regola. Un supremo esercizio di umiltà ha sempre contraddistinto la presenza in Umbria di Giovanni Paolo II, in particolare quando, a Terni, fece sentire agli operai, da uomo che era stato operaio, tutta la partecipazione possibile ai loro problemi. E, probabilmente, l’umanità intera deve ancora assimilare fino in fondo, a 25 anni di distanza, l’enorme carica di ecumenismo contenuta nell’incontro fra i capi delle religioni del mondo avvenuto sempre sotto lo sguardo vigile e amorevole del Santo di Assisi. Proprio avvertendo la necessità di fare passi avanti in questa che è l’unica direzione di salvezza per l’umanità, l’attuale pontefice, diretto successore di Papa Wojtyla, sarà ad Assisi nel prossimo mese di ottobre. Non sarà una celebrazione rituale, ma l’atto di più fedele continuità con il lavoro “umano” di colui che oggi diventa un santo riconosciuto e venerato. Con questo spirito, formulo il pensiero della più umile e più alta gratitudine che si deve all’uomo di chiesa che tanto ha amato la nostra terra da irradiare da qui verso il mondo il messaggio più profondo del suo lungo pontificato’.
Oi11289.GC/PORT.GG