Inaugurata la mostra degli artisti Carli, Frappi, Albertini, Passalacqua e Buonumori. Baffoni: “Mostra piccola e preziosa”
(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 3 luglio ’23 – “Una mostra piccola e preziosa proprio come questo Museo”. Così uno dei curatori, Andrea Baffoni ha definito “Divine terre”, la mostra che da domenica 2 luglio ospita, fino al 30 settembre, il Museo del vetro di Piegaro.
In una sala delle Volte gremita di persone, è stata inaugurata ieri pomeriggio l’esposizione di opere di cinque artisti contemporanei (Claudio Carli, Luigi Frappi, Rita Albertini, Franco Passalacqua e Angelo Buonumori), nel cui linguaggio sono presenti caratteristiche assimilabili all’arte del “Divin pittore”.
In questo modo, come spiegato dall’assessora comunale alla cultura Rosita Morcellini, anche Piegaro, nel cui territorio non esistono opere riconducibili direttamente al Perugino, ma nel quale hanno comunque operato artisti della sua scuola, rende omaggio al “meglio Maestro” nell’anno del cinquecentenario della morte.
“I curatori – ha dichiarato Morcellini – sono stati abili a cogliere l’essenza di questo Museo e a scegliere artisti che ben si sposano con il luogo”.
La mostra è curata da Antonietta Rovieri e Andrea Baffoni.
“La mostra – secondo quanto spiegato da Baffoni - lascia spazio allo stile personale di ogni artista concentrandosi nel significato intimo dei singoli lavori. Si è così determinato un percorso dove la pittura peruginesca è interpretata in modi diversi e talvolta sorprendenti.
L’opera di Perugino fu un tributo all’anima invisibile della natura, celebrata attraverso l’interpretazione spirituale del paesaggio che proprio in questa mostra viene tributato. Scenari di orizzonti indefiniti o terre azzurre dove brilla la luce del Trasimeno.
Si sono concentrate così le opere di alcuni maestri contemporanei che hanno apportato un significativo contributo al rinnovamento delle tematiche paesaggistiche. Luigi Frappi, autore di vedute dal sapore neo romantico dove l’orizzonte mistico del paesaggio si interseca con scenari classici restituendoci un Umbria profonda e misteriosa. Franco Passalacqua, che scandaglia il senso intimo della natura attraverso metodologie pittoriche minimaliste capaci di trascendere la realtà verso un realismo filosofico dai risvolti esistenziali. Claudio Carli, con la sua pittura di vasti orizzonti che narra la bellezza delle vallate umbre evocando scenari distensivi e dalla forte valenza spirituale.
Trovano inoltre spazio espressioni di diverso tenore, come le opere di Rita Albertini che attraverso una visionarietà espressionista celebra opere come Lo Sposalizio della Vergine o il San Sebastiano rinnovandone i caratteri iconografici in seno ai più marcati linguaggi contemporanei.
Similmente l’installazione di Angelo Buonumori (nei sotterranei della fornace proprio davanti alla storica colata di vetro), che nella sua concentricità, ispirata all’acqua, ricorda la circolarità del Trasimeno come luogo di luce e fonte dell’ispirazione mistica peruginesca.
Una mostra che s’incastona come un gioiello prezioso nello splendido Museo del vetro di Piegaro, con i suoi continui rimandi alla tradizione e la vocazione artistico-artigiana, riportandoci così ad uno dei cardini dell’opera peruginesca: la capacità di unire il sapere tecnico alla vocazione creativa, giungendo così alla manifestazione della bellezza contenuta nel paesaggio da cui siamo circondati”.
Piegaro23042.ET
(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 3 luglio ’23 – “Una mostra piccola e preziosa proprio come questo Museo”. Così uno dei curatori, Andrea Baffoni ha definito “Divine terre”, la mostra che da domenica 2 luglio ospita, fino al 30 settembre, il Museo del vetro di Piegaro.
In una sala delle Volte gremita di persone, è stata inaugurata ieri pomeriggio l’esposizione di opere di cinque artisti contemporanei (Claudio Carli, Luigi Frappi, Rita Albertini, Franco Passalacqua e Angelo Buonumori), nel cui linguaggio sono presenti caratteristiche assimilabili all’arte del “Divin pittore”.
In questo modo, come spiegato dall’assessora comunale alla cultura Rosita Morcellini, anche Piegaro, nel cui territorio non esistono opere riconducibili direttamente al Perugino, ma nel quale hanno comunque operato artisti della sua scuola, rende omaggio al “meglio Maestro” nell’anno del cinquecentenario della morte.
“I curatori – ha dichiarato Morcellini – sono stati abili a cogliere l’essenza di questo Museo e a scegliere artisti che ben si sposano con il luogo”.
La mostra è curata da Antonietta Rovieri e Andrea Baffoni.
“La mostra – secondo quanto spiegato da Baffoni - lascia spazio allo stile personale di ogni artista concentrandosi nel significato intimo dei singoli lavori. Si è così determinato un percorso dove la pittura peruginesca è interpretata in modi diversi e talvolta sorprendenti.
L’opera di Perugino fu un tributo all’anima invisibile della natura, celebrata attraverso l’interpretazione spirituale del paesaggio che proprio in questa mostra viene tributato. Scenari di orizzonti indefiniti o terre azzurre dove brilla la luce del Trasimeno.
Si sono concentrate così le opere di alcuni maestri contemporanei che hanno apportato un significativo contributo al rinnovamento delle tematiche paesaggistiche. Luigi Frappi, autore di vedute dal sapore neo romantico dove l’orizzonte mistico del paesaggio si interseca con scenari classici restituendoci un Umbria profonda e misteriosa. Franco Passalacqua, che scandaglia il senso intimo della natura attraverso metodologie pittoriche minimaliste capaci di trascendere la realtà verso un realismo filosofico dai risvolti esistenziali. Claudio Carli, con la sua pittura di vasti orizzonti che narra la bellezza delle vallate umbre evocando scenari distensivi e dalla forte valenza spirituale.
Trovano inoltre spazio espressioni di diverso tenore, come le opere di Rita Albertini che attraverso una visionarietà espressionista celebra opere come Lo Sposalizio della Vergine o il San Sebastiano rinnovandone i caratteri iconografici in seno ai più marcati linguaggi contemporanei.
Similmente l’installazione di Angelo Buonumori (nei sotterranei della fornace proprio davanti alla storica colata di vetro), che nella sua concentricità, ispirata all’acqua, ricorda la circolarità del Trasimeno come luogo di luce e fonte dell’ispirazione mistica peruginesca.
Una mostra che s’incastona come un gioiello prezioso nello splendido Museo del vetro di Piegaro, con i suoi continui rimandi alla tradizione e la vocazione artistico-artigiana, riportandoci così ad uno dei cardini dell’opera peruginesca: la capacità di unire il sapere tecnico alla vocazione creativa, giungendo così alla manifestazione della bellezza contenuta nel paesaggio da cui siamo circondati”.
Piegaro23042.ET