"La Provincia manifesta la più fattiva vicinanza confidando di instaurare il necessario dialogo culturale"
(Cittadino e Provincia – Perugia, 29 giugno ’12) – “Ci sono mille motivi per salutare con vivo apprezzamento le cerimonie con le quali il Comune di Città di Castello festeggia la ricorrenza del centenario della propria Pinacoteca di Palazzo Vitelli alla Cannoniera”. Sono le parole del presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi in occasione del centenario della Pinacoteca. “Il prestigio delle raccolte d’arte qui riunite – aggiunge Guasticchi - la tradizione di conservazione e di valorizzazione con cui esse vengono promosse a livello locale e molto oltre i confini nazionali, la mostra sul Signorelli, in corso e ben armonizzata con il progetto dell’evento espositivo complessivamente inteso: sono, questi, alcuni dei pregi maggiori della Pinacoteca tifernate, anello di congiunzione insostituibile fra la grandezza della Città rinascimentale e la sua espressione a livello mondiale garantita dal valore novecentesco dei Musei di Alberto Burri. I meriti di Palazzo Vitelli, ripensati lungo l’asse centenario che ha portato all’affermazione del suo modello a vantaggio dell’Umbria e dell’Italia, risaltano ancora più, in particolare, se pensati nello spirito unitario che Città di Castello, primo fra tutti i Comuni della Provincia dell’Umbria, esprimeva già nel 1861 in materia di tutela e valorizzazione dei “beni culturali”. Così, infatti, la Giunta Municipale tifernate scriveva alla Giunta della Provincia l’indomani dell’unificazione nazionale: “Essendo pertanto Perugia già ricca a dovizia di lavori artistici e scientifici, e potendo con essi bastantemente sopperire al grado d’insegnamento della sua Accademia, non si impoveriscano altre città di quelle memorie, e di quelle ricchezze,che formano il più pregevole loro ornamento. Né giova rispondere, che sarà più comodo agli amatori delle Arti il poterle apprezzare tutte raccolte in un sol luogo, e che alle città, che ne fecero generosa offerta, ne verrà ammirazione, e plauso”. Questa rivendicazione di orgoglio, così fortemente manifestata nel 1861, non era certo fine a se stessa, né si basava su pur comprensibili ragioni di erudizione locale. In essa si poteva già intravedere la coscienza – oggi matura e ben coordinata nel Palazzo Vitelli – di un ordinamento museale in grado di testimoniare il senso di attaccamento della comunità locale ai propri valori artistici di fondo. Era quello il momento, fra l’altro, per poter affermare il diritto pieno della comunità tifernate a vedersi risarcita per i molti saccheggi di opere d’arte subìti in epoca napoleonica”. “Così, grazie anche all’attività per i “beni culturali” condotta da ottimi intellettuali umbri negli ultimi decennio dell’Ottocento, Città di Castello – conclude Guasticchi - poteva porre le premesse di quello sviluppo museale del quale oggi si celebra il centenario. Nel cuore della città umbra rinascimentale per eccellenza, la saldezza del patrimonio è garanzia di sviluppo culturale per il prossimo futuro”.
Oi12410.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia – Perugia, 29 giugno ’12) – “Ci sono mille motivi per salutare con vivo apprezzamento le cerimonie con le quali il Comune di Città di Castello festeggia la ricorrenza del centenario della propria Pinacoteca di Palazzo Vitelli alla Cannoniera”. Sono le parole del presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi in occasione del centenario della Pinacoteca. “Il prestigio delle raccolte d’arte qui riunite – aggiunge Guasticchi - la tradizione di conservazione e di valorizzazione con cui esse vengono promosse a livello locale e molto oltre i confini nazionali, la mostra sul Signorelli, in corso e ben armonizzata con il progetto dell’evento espositivo complessivamente inteso: sono, questi, alcuni dei pregi maggiori della Pinacoteca tifernate, anello di congiunzione insostituibile fra la grandezza della Città rinascimentale e la sua espressione a livello mondiale garantita dal valore novecentesco dei Musei di Alberto Burri. I meriti di Palazzo Vitelli, ripensati lungo l’asse centenario che ha portato all’affermazione del suo modello a vantaggio dell’Umbria e dell’Italia, risaltano ancora più, in particolare, se pensati nello spirito unitario che Città di Castello, primo fra tutti i Comuni della Provincia dell’Umbria, esprimeva già nel 1861 in materia di tutela e valorizzazione dei “beni culturali”. Così, infatti, la Giunta Municipale tifernate scriveva alla Giunta della Provincia l’indomani dell’unificazione nazionale: “Essendo pertanto Perugia già ricca a dovizia di lavori artistici e scientifici, e potendo con essi bastantemente sopperire al grado d’insegnamento della sua Accademia, non si impoveriscano altre città di quelle memorie, e di quelle ricchezze,che formano il più pregevole loro ornamento. Né giova rispondere, che sarà più comodo agli amatori delle Arti il poterle apprezzare tutte raccolte in un sol luogo, e che alle città, che ne fecero generosa offerta, ne verrà ammirazione, e plauso”. Questa rivendicazione di orgoglio, così fortemente manifestata nel 1861, non era certo fine a se stessa, né si basava su pur comprensibili ragioni di erudizione locale. In essa si poteva già intravedere la coscienza – oggi matura e ben coordinata nel Palazzo Vitelli – di un ordinamento museale in grado di testimoniare il senso di attaccamento della comunità locale ai propri valori artistici di fondo. Era quello il momento, fra l’altro, per poter affermare il diritto pieno della comunità tifernate a vedersi risarcita per i molti saccheggi di opere d’arte subìti in epoca napoleonica”. “Così, grazie anche all’attività per i “beni culturali” condotta da ottimi intellettuali umbri negli ultimi decennio dell’Ottocento, Città di Castello – conclude Guasticchi - poteva porre le premesse di quello sviluppo museale del quale oggi si celebra il centenario. Nel cuore della città umbra rinascimentale per eccellenza, la saldezza del patrimonio è garanzia di sviluppo culturale per il prossimo futuro”.
Oi12410.GC/PORT.GG