L'impegno della Provincia con i propri progetti sociali e culturali
(Cittadino e Provincia – Perugia, 9 maggio ’12) – “Sono molti, e di diversa motivazione culturale, i temi posti quest’anno al centro della giornata di ricordo del sacrificio di Venanzio Gabriotti. Oltre, infatti, il momento di più intensa commozione che ci riporta sul luogo della fucilazione e dopo l’affratellamento religioso al cimitero monumentale, ha inizio una giornata nel corso della quale si assiste fisicamente, materialmente al comporsi degli ideali di libertà per i quali Gabriotti ha dato la vita sessantotto anni fa”. E’ l’affermazione del presidente della Provincia di Perugia il quale aggiunge: “Cos’altro sono, infatti, se non segni concreti dell’eredità lasciata da Gabriotti il lavoro di ricerca storica svolto dalle scuole tifernati sul tema dell’emigrazione, l’assegnazione del Premio speciale intitolato a Pasquale Pannacci e la cerimonia con Placido Rizzotto, nipote del sindacalista ucciso dalla mafia quattro anni dopo Gabriotti?”. “Nel primo cinquantennio del Novecento, Gabbiotti – prosegue il presidente - ha sicuramente conosciuto le ferite e le lacerazioni che i molti tifernati hanno dovuto subire con l’abbandono forzato della loro terra e il suo sacrificio è valso anche a riscattare questa lunga morìa di umbri, questo sradicamento che sarebbe cessato solo anni dopo la sua morte. E la figura di Pannacci, che aveva fatto parte della I Brigata Proletaria d’urto “San Faustino” e poi del Gruppo di Combattimento Cremona, si lega direttamente a quella di Gabriotti per il lascito delle cospicue testimonianze sulla Resistenza nell’Alta Valle del Tevere che gli studenti di oggi e di domani mettono e metteranno al centro della loro formazione. Infine, Placido Rizzotto. La battaglia per la libertà del sindacalista ucciso nel 1948 è coincisa con il suo impegno per la legalità: il nodo libertà-legalità, che oggi noi e i nostri figli ci impegniamo a onorare dal profondo delle nostre risorse morali e culturali, ha in Placido Rizzotto uno dei primi costruttori, sicuramente un martire, per tutti un esempio di grande portata spirituale”. “La Provincia di Perugia .- ricorda il presidente - ha fra i suoi progetti sociali e culturali di spicco quello intitolato “Lo Stato siamo noi” e ai “Battiti di legalità” ha dedicato e sta dedicando molte energie, diverse iniziative, sempre in rapporto stretto con le scuole, portando le più vive testimonianze della lotta di contrasto alla mafia e all’illegalità diffusa non solo in Sicilia. È un lungo capitolo, tuttora più che mai aperto, che ci porta a creare, due anni fa, a Spello (Villa Fidelia) il “Laboratorio sulla Legalità”, nel quale, fra l’altro, sono esposte le opere di Gaetano Porcasi, il pittore di Partinico autore delle grandi serie “Dai Gattopardi alla Globalmafia. Da questa angolatura, si capisce molto bene quale possa essere il legame profondo che unisce figure apparentemente così lontane come quelle di Gabriotti e di Rizzotto”. “L’antifascismo del primo – conclude il presidente - è stato il sussulto di coscienza democratica di un uomo di sessantuno anni che ha saputo raccogliere intorno a sé le energie migliori di tutta l’Alta Valle lottando anche per i tanti che errano emigrati. L’impegno del secondo, un giovane di trentaquattro anni, è consistito nella volontà di portare avanti il testimone di quanti, come Gabriotti, erano morti per riconquistare la democrazia. Al centro dell’azione dei due martiri resta il sentimento di una legalità da testimoniare fino all’estremo sacrificio perché solo dal terreno della legalità può rinascere la democrazia e trionfare la libertà”.
Oi12257.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia – Perugia, 9 maggio ’12) – “Sono molti, e di diversa motivazione culturale, i temi posti quest’anno al centro della giornata di ricordo del sacrificio di Venanzio Gabriotti. Oltre, infatti, il momento di più intensa commozione che ci riporta sul luogo della fucilazione e dopo l’affratellamento religioso al cimitero monumentale, ha inizio una giornata nel corso della quale si assiste fisicamente, materialmente al comporsi degli ideali di libertà per i quali Gabriotti ha dato la vita sessantotto anni fa”. E’ l’affermazione del presidente della Provincia di Perugia il quale aggiunge: “Cos’altro sono, infatti, se non segni concreti dell’eredità lasciata da Gabriotti il lavoro di ricerca storica svolto dalle scuole tifernati sul tema dell’emigrazione, l’assegnazione del Premio speciale intitolato a Pasquale Pannacci e la cerimonia con Placido Rizzotto, nipote del sindacalista ucciso dalla mafia quattro anni dopo Gabriotti?”. “Nel primo cinquantennio del Novecento, Gabbiotti – prosegue il presidente - ha sicuramente conosciuto le ferite e le lacerazioni che i molti tifernati hanno dovuto subire con l’abbandono forzato della loro terra e il suo sacrificio è valso anche a riscattare questa lunga morìa di umbri, questo sradicamento che sarebbe cessato solo anni dopo la sua morte. E la figura di Pannacci, che aveva fatto parte della I Brigata Proletaria d’urto “San Faustino” e poi del Gruppo di Combattimento Cremona, si lega direttamente a quella di Gabriotti per il lascito delle cospicue testimonianze sulla Resistenza nell’Alta Valle del Tevere che gli studenti di oggi e di domani mettono e metteranno al centro della loro formazione. Infine, Placido Rizzotto. La battaglia per la libertà del sindacalista ucciso nel 1948 è coincisa con il suo impegno per la legalità: il nodo libertà-legalità, che oggi noi e i nostri figli ci impegniamo a onorare dal profondo delle nostre risorse morali e culturali, ha in Placido Rizzotto uno dei primi costruttori, sicuramente un martire, per tutti un esempio di grande portata spirituale”. “La Provincia di Perugia .- ricorda il presidente - ha fra i suoi progetti sociali e culturali di spicco quello intitolato “Lo Stato siamo noi” e ai “Battiti di legalità” ha dedicato e sta dedicando molte energie, diverse iniziative, sempre in rapporto stretto con le scuole, portando le più vive testimonianze della lotta di contrasto alla mafia e all’illegalità diffusa non solo in Sicilia. È un lungo capitolo, tuttora più che mai aperto, che ci porta a creare, due anni fa, a Spello (Villa Fidelia) il “Laboratorio sulla Legalità”, nel quale, fra l’altro, sono esposte le opere di Gaetano Porcasi, il pittore di Partinico autore delle grandi serie “Dai Gattopardi alla Globalmafia. Da questa angolatura, si capisce molto bene quale possa essere il legame profondo che unisce figure apparentemente così lontane come quelle di Gabriotti e di Rizzotto”. “L’antifascismo del primo – conclude il presidente - è stato il sussulto di coscienza democratica di un uomo di sessantuno anni che ha saputo raccogliere intorno a sé le energie migliori di tutta l’Alta Valle lottando anche per i tanti che errano emigrati. L’impegno del secondo, un giovane di trentaquattro anni, è consistito nella volontà di portare avanti il testimone di quanti, come Gabriotti, erano morti per riconquistare la democrazia. Al centro dell’azione dei due martiri resta il sentimento di una legalità da testimoniare fino all’estremo sacrificio perché solo dal terreno della legalità può rinascere la democrazia e trionfare la libertà”.
Oi12257.GC/PORT.GG