Guasticchi chiede sostegno Confindustria per escludere dal Patto di Stabilità investimenti di Comuni ed Enti con i conti in regola
In quanto diritto fondamentale sancito dai Trattati, l’uguaglianza di genere rappresenta un obiettivo fondamentale dell’Unione europea non solo sotto il profilo sociale, ma anche sotto quello lavorativo. Soprattutto negli ultimi anni, quindi, sono state adottate misure per promuovere l’accesso delle donne al mondo del lavoro e per assicurare la parità di retribuzione e la progressione di carriera.
Tuttavia, da un recente sondaggio Eurobarometro emerge che, nonostante le donne rappresentino quasi la metà della forza lavoro e più della metà dei nuovi laureati, difficilmente riescono a raggiungere posizioni di responsabilità prendendo parte ai processi decisionali.
Viviane Reding, Commissario europeo per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, ci riprova e insiste perché nei consigli delle società quotate ci sia almeno il 40 per cento di presenza femminile.
La Commissione UE ha adottato la proposta di direttiva che prescrive, per i Cda delle grandi società quotate in borsa, la presenza di almeno un 40 per cento di donne tra gli amministratori non esecutivi. Per le società statali l’obiettivo dovrà essere raggiunto entro il 2018, per quelle private entro il 2020. La proposta, spiega la Commissione, per ora dovrebbe interessare circa 5 mila società.
La Commissione nota che, al momento, risulta ampiamente dominante la presenza maschile: l’85 per cento degli amministratori non esecutivi sono uomini, come lo sono il 91,1 per cento dei componenti di comitati esecutivi dei Cda, mentre le donne sono rispettivamente il 15 per cento e l’8,9 per cento. “Con questa proposta rispondiamo a una forte richiesta del Parlamento europeo per portare l’uguaglianza tra i generi nei consigli di amministrazione delle società”, ha commentato il presidente della Commissione, Jose’ Manuel Barroso.
COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE EUROPEA:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1205_it.htm
Pubblicato il 15 novembre 2012
In quanto diritto fondamentale sancito dai Trattati, l’uguaglianza di genere rappresenta un obiettivo fondamentale dell’Unione europea non solo sotto il profilo sociale, ma anche sotto quello lavorativo. Soprattutto negli ultimi anni, quindi, sono state adottate misure per promuovere l’accesso delle donne al mondo del lavoro e per assicurare la parità di retribuzione e la progressione di carriera.
Tuttavia, da un recente sondaggio Eurobarometro emerge che, nonostante le donne rappresentino quasi la metà della forza lavoro e più della metà dei nuovi laureati, difficilmente riescono a raggiungere posizioni di responsabilità prendendo parte ai processi decisionali.
Viviane Reding, Commissario europeo per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, ci riprova e insiste perché nei consigli delle società quotate ci sia almeno il 40 per cento di presenza femminile.
La Commissione UE ha adottato la proposta di direttiva che prescrive, per i Cda delle grandi società quotate in borsa, la presenza di almeno un 40 per cento di donne tra gli amministratori non esecutivi. Per le società statali l’obiettivo dovrà essere raggiunto entro il 2018, per quelle private entro il 2020. La proposta, spiega la Commissione, per ora dovrebbe interessare circa 5 mila società.
La Commissione nota che, al momento, risulta ampiamente dominante la presenza maschile: l’85 per cento degli amministratori non esecutivi sono uomini, come lo sono il 91,1 per cento dei componenti di comitati esecutivi dei Cda, mentre le donne sono rispettivamente il 15 per cento e l’8,9 per cento. “Con questa proposta rispondiamo a una forte richiesta del Parlamento europeo per portare l’uguaglianza tra i generi nei consigli di amministrazione delle società”, ha commentato il presidente della Commissione, Jose’ Manuel Barroso.
COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE EUROPEA:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1205_it.htm
Pubblicato il 15 novembre 2012