Guasticchi: "Rimango alla guida dell'Ente fino alla scadenza naturale"
Il Presidente Guasticchi dichiara: “Abbiamo alle spalle un anno caratterizzato da profonda incertezza, soprattutto per i dipendenti della Provincia che si sono sentiti parte di un ente considerato per molti aspetti inutile. Una situazione che invece di affossarci, ci ha dato la carica per portare avanti idee e progetti con determinazione. Il tempo ci sta dando ragione: siamo riusciti, anche come Upi, a far capire che non sono le Province a pesare sul bilancio pubblico. Un consigliere provinciale non percepisce più di 700 euro al mese, un Presidente 1400 euro. Inoltre chiudere le Province dall’oggi al domani avrebbe comportato aggravi di spesa e non risparmi, senza contare che essendo le Province previste dalla Costituzione, la loro soppressione implicherebbe una modifica della ‘Carta’. Per questo il provvedimento è stato congelato in attesa di una riforma complessiva degli assetti istituzionali. La nostra proposta è di tagliare gli enti intermedi che pesano sulle casse pubbliche per oltre 7 miliardi l’anno con Cda che costano 2 miliardi e 500mila euro”. Guasticchi ha quindi stigmatizzato gli effetti negativi che il “patto di stabilità” imposto agli enti sta creando nel territorio. “Un ‘patto’ che si preannuncia ancora più stringente per il 2013”. “Rimango con orgoglio e responsabilità alla guida della Provincia di Perugia nel pieno rispetto del mandato che andrà a scadenza naturale. Su sollecitazione di numerosi comitati Renzi della regione ho avanzato entro i termini imposti dal regolamento nazionale, la richiesta di deroga come peraltro altri autorevoli amministratori pubblici, per dare un chiaro segnale politico su come queste primarie sono organizzate con regole assurde, deroghe incomprensibili, tempi ristretti. E’ stata una chiara provocazione che ho voluto manifestare assieme al Presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli e al sindaco di Gubbio, Diego Guerrini. Oggi abbiamo deciso di sostenere candidature ‘rosa’, anche per dare un segnale concreto sulle tanto decantate quote non solo a parole ma con progetti condivisi di ampio respiro”
Il Presidente Guasticchi dichiara: “Abbiamo alle spalle un anno caratterizzato da profonda incertezza, soprattutto per i dipendenti della Provincia che si sono sentiti parte di un ente considerato per molti aspetti inutile. Una situazione che invece di affossarci, ci ha dato la carica per portare avanti idee e progetti con determinazione. Il tempo ci sta dando ragione: siamo riusciti, anche come Upi, a far capire che non sono le Province a pesare sul bilancio pubblico. Un consigliere provinciale non percepisce più di 700 euro al mese, un Presidente 1400 euro. Inoltre chiudere le Province dall’oggi al domani avrebbe comportato aggravi di spesa e non risparmi, senza contare che essendo le Province previste dalla Costituzione, la loro soppressione implicherebbe una modifica della ‘Carta’. Per questo il provvedimento è stato congelato in attesa di una riforma complessiva degli assetti istituzionali. La nostra proposta è di tagliare gli enti intermedi che pesano sulle casse pubbliche per oltre 7 miliardi l’anno con Cda che costano 2 miliardi e 500mila euro”. Guasticchi ha quindi stigmatizzato gli effetti negativi che il “patto di stabilità” imposto agli enti sta creando nel territorio. “Un ‘patto’ che si preannuncia ancora più stringente per il 2013”. “Rimango con orgoglio e responsabilità alla guida della Provincia di Perugia nel pieno rispetto del mandato che andrà a scadenza naturale. Su sollecitazione di numerosi comitati Renzi della regione ho avanzato entro i termini imposti dal regolamento nazionale, la richiesta di deroga come peraltro altri autorevoli amministratori pubblici, per dare un chiaro segnale politico su come queste primarie sono organizzate con regole assurde, deroghe incomprensibili, tempi ristretti. E’ stata una chiara provocazione che ho voluto manifestare assieme al Presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli e al sindaco di Gubbio, Diego Guerrini. Oggi abbiamo deciso di sostenere candidature ‘rosa’, anche per dare un segnale concreto sulle tanto decantate quote non solo a parole ma con progetti condivisi di ampio respiro”