(Cittadino e Provincia) – Perugia 18 maggio 2012 – Un consiglio aperto per “esprimere vicinanza alla collettività e discutere su soluzioni concrete per fronteggiare l’emergenza sicurezza”. Con queste parole il Presidente del Consiglio Provinciale di Perugia ha aperto ufficialmente la seduta aperta dell’assise sulla “SICUREZZA A PERUGIA E NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA”. “Voglio ribadire – ha continuato - che questa iniziativa è stata fortemente voluta da tutti i consiglieri provinciali, dopo i gravi fatti di sangue avvenuti nella nostra città. Chi fa politica deve ricordarsi di essere prima di tutto cittadino. La nostra Regione ha fatto della ‘vivibilità’ delle proprie città e della qualità della vita una bandiera promozionale che, insieme alla bellezza del territorio, ha funzionato da volano per lo sviluppo, almeno fino al verificarsi di questi gravi fatti. Purtroppo in questi ultimi anni le cose sono cambiate ora si cerca di correre ai ripari, ma per troppo tempo si è avuta una divisione tra chi ha minimizzato troppo e chi si è affidato a slogan populisti. Entrambe le strade non hanno portato niente e gli anni sono passati aggravando la situazione. Ora serve recuperare unità tra istituzioni e cittadini per trovare soluzioni concrete e recuperare quell’immagine persa”. Il Presidente della Provincia nel suo intervento ha ribadito la necessità di fare “fronte comune” tra popolo e istituzione per il bene della nostra città”. “E’ strettamente necessaria – continua il Presidente - anche, la massima coesione tra tutte le forze dell’ordine contro la criminalità organizzata e contro il traffico di stupefacenti. Servono controlli pressanti sul territorio con uomini e mezzi adeguati a fronteggiare la difficile situazione che si è venuta a creare nella nostra città. Condivido pienamente quanto emerso nel corso dell’incontro del sindaco Boccali con il Ministro. La possibilità di poter contare su più uomini e reparti speciali per fronteggiare l’attuale situazione di emergenza, ci fa sperare nella possibilità di poter restituire a Perugia un’immagine positiva di città civile e colta, dove si può vivere bene”. “Se la gente esce e rientra a casa – ha affermato il Capogruppo del Pdl in Provincia - lo deve alle forze dell’ordine. In questi ultimi anni l’azione di supporto degli enti locali è venuta a mancare in termini di sviluppo urbanistico e sociale. Si è fatta una politica di sviluppo urbanistico che ha portato ad avere in alcuni quartieri (Bellocchio e Cortonese) una densità di popolazioni di 60/70 mila abitanti in poche centinaia di metri quadrati. Questo ha favorito lo svuotamento del centro storico e ha tolto la caratteristica fondamentale delle cittadine di provincia, ovvero quella dell’azione di controllo del vicino di casa, che permetteva l’individuazione di situazioni pericolose”. Il capogruppo dell’Idv ha chiesto ufficialmente una maggiore sinergia tra forze dell’ordine e il comune per “un lavoro di intelligence che blocchi i grandi flussi di droga in città e per reperire nuovi fondi per telecamere di sorveglianza di nuova generazione collegate con le centrali operative”. L’Idv chiede anche un censimento delle case poste in affitto dai proprietari per avere una mappatura completa di chi vive a Perugina. Dai banchi della Federazione della Sinistra arriva un chiaro invito ai rappresentanti del Governo “a mettere in campo più mezzi e uomini per l’attività di prevenzione e investigativa dato che le forze dell’ordine sono preposte all’ordine pubblico e non i comuni”. Conclude il capogruppo della Federazione della Sinistra: “Servono risposte anche a livello sociale, maggiore integrazione e cultura della legalità, e bisogna combattere chi lucra sulla criminalità affittando case e chi alimenta l’offerta del mercato della droga e della prostituzione”. Per il capogruppo dell’Udc “il consiglio sulla sicurezza è stato un fallimento non essendoci i rappresentanti delle forze dell’ordine e dei comuni della provincia di Perugina; un fallimento che dimostra ancora una volta questo consiglio e questa amministrazione sia ormia delegittimata. Il problema sicurezza e l’assedio dei centri storici da parte dei criminali è determinato dalle scelte della sinistra che ha svuotato le acropoli per favorire la nascita in periferia delle grandi coop”. Al consiglio provinciale aperto sulla sicurezza è intervenuto anche il sindaco di Perugina dopo l’incontro con il Ministro degli Interni:"Ci sono 80-90 mila metri quadri di strutture pubbliche dello Stato praticamente completamente chiuse e inutilizzate. Penso all'ex carcere femminile, alla Caserma Garibaldi e all'ex Caserma San Bernardo: tre strutture che si trovano in posizioni strategiche sia per un presidio fisso di forze di polizia che per ridare vita in centro storico portando giovani coppie e realizzare una cittadella universitaria”. Il sindaco ha aggiunto anche che il 26 maggio alla Sala dei Notari ha chiamato i rappresentanti della chiesa cattolica, l'Imam di Perugia e altre religioni presenti a Perugia in sieme alle tante associazioni laiche al fine di smuovere “le coscienze di tutti per cercare di creare un clima sociale nuovo dove tutti devono fare la loro parte ogni giorno. Servono percorsi di integrazione, ma serve anche il rispetto della legalità. Dobbiamo raggiungere questi obiettivi per evitare un clima di intolleranza che non rientra nella cultura di Perugia". Il sindaco ha chiesto al Governo, come Anci, anche maggiori poteri per poter svolgere controlli mirati e mettere in campo nuove ordinanze
Oi12288.DB - NB
(Cittadino e Provincia) – Perugia 18 maggio 2012 – Un consiglio aperto per “esprimere vicinanza alla collettività e discutere su soluzioni concrete per fronteggiare l’emergenza sicurezza”. Con queste parole il Presidente del Consiglio Provinciale di Perugia ha aperto ufficialmente la seduta aperta dell’assise sulla “SICUREZZA A PERUGIA E NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA”. “Voglio ribadire – ha continuato - che questa iniziativa è stata fortemente voluta da tutti i consiglieri provinciali, dopo i gravi fatti di sangue avvenuti nella nostra città. Chi fa politica deve ricordarsi di essere prima di tutto cittadino. La nostra Regione ha fatto della ‘vivibilità’ delle proprie città e della qualità della vita una bandiera promozionale che, insieme alla bellezza del territorio, ha funzionato da volano per lo sviluppo, almeno fino al verificarsi di questi gravi fatti. Purtroppo in questi ultimi anni le cose sono cambiate ora si cerca di correre ai ripari, ma per troppo tempo si è avuta una divisione tra chi ha minimizzato troppo e chi si è affidato a slogan populisti. Entrambe le strade non hanno portato niente e gli anni sono passati aggravando la situazione. Ora serve recuperare unità tra istituzioni e cittadini per trovare soluzioni concrete e recuperare quell’immagine persa”. Il Presidente della Provincia nel suo intervento ha ribadito la necessità di fare “fronte comune” tra popolo e istituzione per il bene della nostra città”. “E’ strettamente necessaria – continua il Presidente - anche, la massima coesione tra tutte le forze dell’ordine contro la criminalità organizzata e contro il traffico di stupefacenti. Servono controlli pressanti sul territorio con uomini e mezzi adeguati a fronteggiare la difficile situazione che si è venuta a creare nella nostra città. Condivido pienamente quanto emerso nel corso dell’incontro del sindaco Boccali con il Ministro. La possibilità di poter contare su più uomini e reparti speciali per fronteggiare l’attuale situazione di emergenza, ci fa sperare nella possibilità di poter restituire a Perugia un’immagine positiva di città civile e colta, dove si può vivere bene”. “Se la gente esce e rientra a casa – ha affermato il Capogruppo del Pdl in Provincia - lo deve alle forze dell’ordine. In questi ultimi anni l’azione di supporto degli enti locali è venuta a mancare in termini di sviluppo urbanistico e sociale. Si è fatta una politica di sviluppo urbanistico che ha portato ad avere in alcuni quartieri (Bellocchio e Cortonese) una densità di popolazioni di 60/70 mila abitanti in poche centinaia di metri quadrati. Questo ha favorito lo svuotamento del centro storico e ha tolto la caratteristica fondamentale delle cittadine di provincia, ovvero quella dell’azione di controllo del vicino di casa, che permetteva l’individuazione di situazioni pericolose”. Il capogruppo dell’Idv ha chiesto ufficialmente una maggiore sinergia tra forze dell’ordine e il comune per “un lavoro di intelligence che blocchi i grandi flussi di droga in città e per reperire nuovi fondi per telecamere di sorveglianza di nuova generazione collegate con le centrali operative”. L’Idv chiede anche un censimento delle case poste in affitto dai proprietari per avere una mappatura completa di chi vive a Perugina. Dai banchi della Federazione della Sinistra arriva un chiaro invito ai rappresentanti del Governo “a mettere in campo più mezzi e uomini per l’attività di prevenzione e investigativa dato che le forze dell’ordine sono preposte all’ordine pubblico e non i comuni”. Conclude il capogruppo della Federazione della Sinistra: “Servono risposte anche a livello sociale, maggiore integrazione e cultura della legalità, e bisogna combattere chi lucra sulla criminalità affittando case e chi alimenta l’offerta del mercato della droga e della prostituzione”. Per il capogruppo dell’Udc “il consiglio sulla sicurezza è stato un fallimento non essendoci i rappresentanti delle forze dell’ordine e dei comuni della provincia di Perugina; un fallimento che dimostra ancora una volta questo consiglio e questa amministrazione sia ormia delegittimata. Il problema sicurezza e l’assedio dei centri storici da parte dei criminali è determinato dalle scelte della sinistra che ha svuotato le acropoli per favorire la nascita in periferia delle grandi coop”. Al consiglio provinciale aperto sulla sicurezza è intervenuto anche il sindaco di Perugina dopo l’incontro con il Ministro degli Interni:"Ci sono 80-90 mila metri quadri di strutture pubbliche dello Stato praticamente completamente chiuse e inutilizzate. Penso all'ex carcere femminile, alla Caserma Garibaldi e all'ex Caserma San Bernardo: tre strutture che si trovano in posizioni strategiche sia per un presidio fisso di forze di polizia che per ridare vita in centro storico portando giovani coppie e realizzare una cittadella universitaria”. Il sindaco ha aggiunto anche che il 26 maggio alla Sala dei Notari ha chiamato i rappresentanti della chiesa cattolica, l'Imam di Perugia e altre religioni presenti a Perugia in sieme alle tante associazioni laiche al fine di smuovere “le coscienze di tutti per cercare di creare un clima sociale nuovo dove tutti devono fare la loro parte ogni giorno. Servono percorsi di integrazione, ma serve anche il rispetto della legalità. Dobbiamo raggiungere questi obiettivi per evitare un clima di intolleranza che non rientra nella cultura di Perugia". Il sindaco ha chiesto al Governo, come Anci, anche maggiori poteri per poter svolgere controlli mirati e mettere in campo nuove ordinanze
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