"Rivedere le spese di Strasburgo e Lussemburgo che pesano per 148 milioni di euro l'anno"
(Cittadino e Provincia) Perugia 27 settembre ’13 - Province: dati alla mano, la ventilata cancellazione della classe politica che le amministra, aumenterà la spesa pubblica di due miliardi. E’ l’estrema sintesi dell’articolato dossier predisposto dall’Upi (Unione Province Italiane) e reso noto ieri dal presidente Luigi Saitta “per dare un contributo alla chiarezza”. “E intanto che si continua a discutere sulla trasformazione delle Province, con le regioni Lombardia, Piemonte e Veneto che si dichiarano contrarie – afferma il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi - arrivano dati allarmanti dall’Europa sui costi della politica rimbalzati anche su “Striscia la Notizia”. Il dato 2013 parla di 148 milioni di euro all’anno (pari all’8% del bilancio annuale del Parlamento europeo), corrispondenti a 12 milioni e 300mila euro a seduta plenaria relativi ai costi diretti e indiretti di mantenimento delle sedi di Lussemburgo e Strasburgo. Da notare che la sede di Bruxelles non è inclusa nel conteggio, mentre gravano su tali costi gli spostamenti degli uffici da una sede all’altra in coincidenza delle sedute, che prevedono traslochi veri e propri con 180 tir che vanno avanti e indietro tra Strasburgo e Lussemburgo. Di fronte a cifre stratosferiche – aggiunge Guasticchi - non si può che rivolgere un appello ai nostri parlamentari affinché si ponga un freno allo sperpero di denaro pubblico derivante dal funzionamento della macchina europea. Molti di quei denari potrebbero essere utilizzati per allentare le difficoltà in cui versa il nostro Paese e non solo il nostro. Altro che le Province la cui trasformazione comporterà un aggravio di costi rispetto ai benefici! Qui parliamo di ben altri costi per i cittadini di cui i nostri parlamentari devono responsabilmente prendere atto e contribuire a modificare prendendo atto che l’Europa è sempre più presente nelle attività e nella vita stessa dei singoli Paesi. Ne consegue che è indispensabile non accettare candidature di soggetti che vengono catapultati in Europa senza avere alcun contatto con i territorio e nessuna cognizione di cosa è l’Europa”.
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(Cittadino e Provincia) Perugia 27 settembre ’13 - Province: dati alla mano, la ventilata cancellazione della classe politica che le amministra, aumenterà la spesa pubblica di due miliardi. E’ l’estrema sintesi dell’articolato dossier predisposto dall’Upi (Unione Province Italiane) e reso noto ieri dal presidente Luigi Saitta “per dare un contributo alla chiarezza”. “E intanto che si continua a discutere sulla trasformazione delle Province, con le regioni Lombardia, Piemonte e Veneto che si dichiarano contrarie – afferma il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi - arrivano dati allarmanti dall’Europa sui costi della politica rimbalzati anche su “Striscia la Notizia”. Il dato 2013 parla di 148 milioni di euro all’anno (pari all’8% del bilancio annuale del Parlamento europeo), corrispondenti a 12 milioni e 300mila euro a seduta plenaria relativi ai costi diretti e indiretti di mantenimento delle sedi di Lussemburgo e Strasburgo. Da notare che la sede di Bruxelles non è inclusa nel conteggio, mentre gravano su tali costi gli spostamenti degli uffici da una sede all’altra in coincidenza delle sedute, che prevedono traslochi veri e propri con 180 tir che vanno avanti e indietro tra Strasburgo e Lussemburgo. Di fronte a cifre stratosferiche – aggiunge Guasticchi - non si può che rivolgere un appello ai nostri parlamentari affinché si ponga un freno allo sperpero di denaro pubblico derivante dal funzionamento della macchina europea. Molti di quei denari potrebbero essere utilizzati per allentare le difficoltà in cui versa il nostro Paese e non solo il nostro. Altro che le Province la cui trasformazione comporterà un aggravio di costi rispetto ai benefici! Qui parliamo di ben altri costi per i cittadini di cui i nostri parlamentari devono responsabilmente prendere atto e contribuire a modificare prendendo atto che l’Europa è sempre più presente nelle attività e nella vita stessa dei singoli Paesi. Ne consegue che è indispensabile non accettare candidature di soggetti che vengono catapultati in Europa senza avere alcun contatto con i territorio e nessuna cognizione di cosa è l’Europa”.
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