Il mandato Cozzari sta giungendo al termine dopo dieci anni di governo provinciale. "E' la conclusione di un percorso che mi ha visto impegnato per questo lungo periodo della vita privata, pubblica, sociale e politica, tuttavia per carattere non riesco a lanciare il sasso e nascondere la mano". Ed è da quest'ultima affermazione che sono entrate nel vivo le comunicazioni del Presidente nel corso dell'ultima assise provinciale.
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 22 aprile ’09 – Il mandato Cozzari sta giungendo al termine dopo dieci anni di governo provinciale. “E’ la conclusione di un percorso che mi ha visto impegnato per questo lungo periodo della vita privata, pubblica, sociale e politica, tuttavia per carattere non riesco a lanciare il sasso e nascondere la mano”. Ed è da quest’ultima affermazione che sono entrate nel vivo le comunicazioni del Presidente in occasione dell’ultimo Consiglio provinciale, soprattutto relativamente ai rapporti con la Giunta, il Pd e la maggioranza che lo ha sostenuto. “Ho attraversato una stagione politica che vedeva delle motivazioni forti, che si sono via via sfilacciate nel corso della seconda esperienza. Ho inseguito un progetto di governo di centro sinistra – ha detto – che non inizia nel 1995 ma molto prima, partendo dagli esperimenti locali di governo tra Dc e Pci. Non ho mai condiviso il progetto ulivista di Prodi né l’ingresso del Ppi nella Margherita ed ancora meno la sua confluenza nel Pd. Comprendo che questa mia testardaggine abbia potuto generare qualche problema politico, ma credo di essermi sempre comportato con la massima lealtà verso la coalizione”. A questo punto Cozzari ha citato la relazione del segretario provinciale del Pd dove in occasione delle ‘primariette’ è emerso un giudizio negativo dell’operato amministrativo della Provincia di Perugia “cosa, peraltro, non avvenuta per i Comuni di Perugia e Terni e per la Provincia di Terni”. “Ho cercato di fare sempre il mio dovere e non capisco questo tipo di atteggiamento. Nel ’99 – ricorda Cozzari – il risultato elettorale è stato soddisfacente, nel 2004 si è accresciuto ed avrebbe potuto essere ancora migliore se non si fosse registrato un 8% di voti nulli sul mio nome. Quindi voler negare la validità di questi 10 anni mi sembra una volontà perversa ed un po’ cattiva, anche se comprendo il tentativo di segnare la discontinuità rispetto al sottoscritto”. Cozzari si è poi soffermato sui cambiamenti legislativi che hanno interessato le Province in termini di decentramento di funzioni. “Vorrei ricordare che ci sono piovute sulle spalle 700 Km di strade regionali. Io avrei optato per il modello toscano di gestione che avrebbe permesso un piano decennale di viabilità. Con le nuove leggi siamo passati da alcune decine a 120 plessi scolastici da gestire e ci siamo trovati a fare i conti con la mancanza di risorse. Questo ci ha provocato difficoltà nella gestione amministrativa che si è unita a problemi di carattere politico”. Il presidente ha ripercorso, allora, i momenti più difficili dei suoi mandati ad iniziare dallo scontro in merito all’incarico dell’allora direttore generale Giancarlo Guasticchi ritenuto concluso dopo 25 anni di lavoro. E ancora, “non ho condiviso la richiesta di risolvere in Provincia i problemi regionali legati al riequilibrio politico in quell’Ente, aumentando da otto a dieci il numero degli assessori nell’esecutivo”, una vicenda definita “squallida”. “Quando venni rieletto nel 2004 – continua – fu chiesta al Consiglio una proroga di sette giorni per la formazione della nuova Giunta già decisa insieme a Lazzaro Bogliari e Palmiro Giovagnola, ma i partiti l’avevano distrutta ancora prima di nascere con il risultato che il nuovo esecutivo fu formato senza di me, a differenza di quanto avvenne nel 1999. Ho subito delle forzature nella nomina dell’assessore alla Viabilità. Ed è per questo che non accetto che la colpa di ‘Appaltopoli’ sia ricaduta interamente su di me”. “E’ vero – ha detto – dopo dieci anni bisogna cambiare tutto, ma il problema non è Appaltopoli. Ho cercato di salvare il salvabile, l’Ente ha continuato a fare il suo dovere, il clima all’interno degli uffici non si è appianato ma si è ripresa l’attività”. E poi “il Pd vuole lavarsi la coscienza firmando il Patto etico con l’Idv per le amministrative. Ma il problema politico va affrontato perchè i periodi passano ed iniziano quelli nuovi e si deve avere il coraggio di capire che cos’è la politica oggi. Avevo dato la mia disponibilità ad intraprendere un percorso nuovo ma la risposta sono stati mesi di silenzio –rifiuto. Ora – ha concluso – alla luce di quanto affermato il gruppo del Pd ha l’occasione di esprimere oggi in aula, attraverso la sfiducia, quel giudizio negativo emerso all’esterno mediante le primariette”. A questa ultima affermazione è derivata la richiesta di sospensione (durata 50 minuti) del Consiglio da parte del capogruppo del Pd che ha prodotto un documento.
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(Cittadino e Provincia) – Perugia, 22 aprile ’09 – Il mandato Cozzari sta giungendo al termine dopo dieci anni di governo provinciale. “E’ la conclusione di un percorso che mi ha visto impegnato per questo lungo periodo della vita privata, pubblica, sociale e politica, tuttavia per carattere non riesco a lanciare il sasso e nascondere la mano”. Ed è da quest’ultima affermazione che sono entrate nel vivo le comunicazioni del Presidente in occasione dell’ultimo Consiglio provinciale, soprattutto relativamente ai rapporti con la Giunta, il Pd e la maggioranza che lo ha sostenuto. “Ho attraversato una stagione politica che vedeva delle motivazioni forti, che si sono via via sfilacciate nel corso della seconda esperienza. Ho inseguito un progetto di governo di centro sinistra – ha detto – che non inizia nel 1995 ma molto prima, partendo dagli esperimenti locali di governo tra Dc e Pci. Non ho mai condiviso il progetto ulivista di Prodi né l’ingresso del Ppi nella Margherita ed ancora meno la sua confluenza nel Pd. Comprendo che questa mia testardaggine abbia potuto generare qualche problema politico, ma credo di essermi sempre comportato con la massima lealtà verso la coalizione”. A questo punto Cozzari ha citato la relazione del segretario provinciale del Pd dove in occasione delle ‘primariette’ è emerso un giudizio negativo dell’operato amministrativo della Provincia di Perugia “cosa, peraltro, non avvenuta per i Comuni di Perugia e Terni e per la Provincia di Terni”. “Ho cercato di fare sempre il mio dovere e non capisco questo tipo di atteggiamento. Nel ’99 – ricorda Cozzari – il risultato elettorale è stato soddisfacente, nel 2004 si è accresciuto ed avrebbe potuto essere ancora migliore se non si fosse registrato un 8% di voti nulli sul mio nome. Quindi voler negare la validità di questi 10 anni mi sembra una volontà perversa ed un po’ cattiva, anche se comprendo il tentativo di segnare la discontinuità rispetto al sottoscritto”. Cozzari si è poi soffermato sui cambiamenti legislativi che hanno interessato le Province in termini di decentramento di funzioni. “Vorrei ricordare che ci sono piovute sulle spalle 700 Km di strade regionali. Io avrei optato per il modello toscano di gestione che avrebbe permesso un piano decennale di viabilità. Con le nuove leggi siamo passati da alcune decine a 120 plessi scolastici da gestire e ci siamo trovati a fare i conti con la mancanza di risorse. Questo ci ha provocato difficoltà nella gestione amministrativa che si è unita a problemi di carattere politico”. Il presidente ha ripercorso, allora, i momenti più difficili dei suoi mandati ad iniziare dallo scontro in merito all’incarico dell’allora direttore generale Giancarlo Guasticchi ritenuto concluso dopo 25 anni di lavoro. E ancora, “non ho condiviso la richiesta di risolvere in Provincia i problemi regionali legati al riequilibrio politico in quell’Ente, aumentando da otto a dieci il numero degli assessori nell’esecutivo”, una vicenda definita “squallida”. “Quando venni rieletto nel 2004 – continua – fu chiesta al Consiglio una proroga di sette giorni per la formazione della nuova Giunta già decisa insieme a Lazzaro Bogliari e Palmiro Giovagnola, ma i partiti l’avevano distrutta ancora prima di nascere con il risultato che il nuovo esecutivo fu formato senza di me, a differenza di quanto avvenne nel 1999. Ho subito delle forzature nella nomina dell’assessore alla Viabilità. Ed è per questo che non accetto che la colpa di ‘Appaltopoli’ sia ricaduta interamente su di me”. “E’ vero – ha detto – dopo dieci anni bisogna cambiare tutto, ma il problema non è Appaltopoli. Ho cercato di salvare il salvabile, l’Ente ha continuato a fare il suo dovere, il clima all’interno degli uffici non si è appianato ma si è ripresa l’attività”. E poi “il Pd vuole lavarsi la coscienza firmando il Patto etico con l’Idv per le amministrative. Ma il problema politico va affrontato perchè i periodi passano ed iniziano quelli nuovi e si deve avere il coraggio di capire che cos’è la politica oggi. Avevo dato la mia disponibilità ad intraprendere un percorso nuovo ma la risposta sono stati mesi di silenzio –rifiuto. Ora – ha concluso – alla luce di quanto affermato il gruppo del Pd ha l’occasione di esprimere oggi in aula, attraverso la sfiducia, quel giudizio negativo emerso all’esterno mediante le primariette”. A questa ultima affermazione è derivata la richiesta di sospensione (durata 50 minuti) del Consiglio da parte del capogruppo del Pd che ha prodotto un documento.
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