(Cittadino e Provincia) – Perugia 20 dicembre 2012 – “Giudico fondamentale, al di là di ogni strumentale ed estemporanea uscita propagandistica da parte di qualcuno – afferma in una nota il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - approfondire quanto prima la questione del credito in Umbria, della sua gestione, della sua presenza sul territorio e della sua vocazione all’interno del tessuto economico dell’Italia mediana. Ad anno nuovo avremo ben tre iniziative : una sui distretti rurali ( in sviluppo dopo che eventi amministrativi hanno comportato il congelamento di alcuni assessori ), una sul metanodotto ( dove continua la battaglia, da una posizione più forte dopo che il Consiglio regionale ha approvato una incisiva mozione unitaria ) e, dulcis in fundo,sulle politiche creditizie nella nostra Regione e nell’Italia mediana. Tre grandi questioni centrali, cruciali per il territorio nel quale viviamo. L’Unità d’Italia significò il saccheggio dei floridi Istituti bancari del sud per rimpinguare le casseforti degli Istituti bancari del nord, con un processo di colonizzazione che illustri studiosi, primo tra tutti Zitara, hanno ben inquadrato nei loro scritti. Cominciò allora la distruzione dell’economia del Meridione d’Italia,m ridotto a colonia del Nord. L’Umbria e l’Italia Mediana, oggi, rischiano di fare la stessa fine, con un ‘aggravante : ormai i centri dirigenti dei più influenti Istituti bancari, anche quelli che operano sul territorio, sono tutti posizionati fuori dai confini nazionali; chi manovra i rubinetti del credito sono gruppi multinazionali , con intrecci indissolubili con la speculazione e la finanza spericolata che tanto danno hanno arrecato all’economia mondiale. Come possono, queste banche, dare una risposta ai bisogni dei nostri artigiani,m dei nostri piccoli imprenditori, dei nostri lavoratori ? Come può, in questo contesto, la parola banca associarsi a sviluppo, progresso, incentivo all’economia reale ? Le Banche a dimensione territoriale, a carattere cooperativo e non, sono una preziosa presenza, fondamentale , ma ormai rischiano di essere vasi di coccio tra i vasi di ferro e comunque svolgono prevalentemente attività di raccolta del risparmio. Quelle grandi e medie, con poche lodevolissime eccezioni, non sembrano svolgere sempre un ruolo costruttivo al servizio dell’economia reale, specie in una fase di crisi che necessiterebbe ,per il mondo produttivo, di potenti polmoni creditizi su cui contare. Si accumulano patrimoni di aziende e di cittadini falliti nei forzieri delle banche, si gioca sullo spread, ma quando esso cala, guarda caso, la borsa del credito non si allarga di certo e quindi né i cittadini né le imprese ne ricavano un beneficio ! Se a questo sommiamo le incertezze e le prospettive di esuberi per i lavoratori del credito, il cerchio è chiuso drammaticamente. Pertanto, da Presidente di Commissione, annuncio più momenti di confronto sul tema per il prossimo anno e ringrazio doverosamente, senza partigianerie stupide e dannose, il Consigliere Ronconi per la sua iniziativa che, unita a quella del Presidente Guasticchi e ai miei sforzi per una riflessione più generale e incisiva, possono recare un contributo di qualità al tema del ruolo del credito nell’Umbria e nell’Italia mediana. Attorno a grandi temi come questo, pur con differenze , anche profondissime, pur tra scontri, sovente accesi, le forze politiche della Prima Repubblica sapevano unirsi per trovare le necessarie sintesi : quello spirito che animò il Parlamento nei decenni passati va recuperato, anche a livello degli Enti locali, per assolvere al meglio il mandato che i cittadini ci hanno affidato. Ciò tanto più su un tema e su decisioni dalle quali dipende l’apertura o meno dei “ rubinetti “ per la nostra economia agonizzante”.
Gc12531.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 20 dicembre 2012 – “Giudico fondamentale, al di là di ogni strumentale ed estemporanea uscita propagandistica da parte di qualcuno – afferma in una nota il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - approfondire quanto prima la questione del credito in Umbria, della sua gestione, della sua presenza sul territorio e della sua vocazione all’interno del tessuto economico dell’Italia mediana. Ad anno nuovo avremo ben tre iniziative : una sui distretti rurali ( in sviluppo dopo che eventi amministrativi hanno comportato il congelamento di alcuni assessori ), una sul metanodotto ( dove continua la battaglia, da una posizione più forte dopo che il Consiglio regionale ha approvato una incisiva mozione unitaria ) e, dulcis in fundo,sulle politiche creditizie nella nostra Regione e nell’Italia mediana. Tre grandi questioni centrali, cruciali per il territorio nel quale viviamo. L’Unità d’Italia significò il saccheggio dei floridi Istituti bancari del sud per rimpinguare le casseforti degli Istituti bancari del nord, con un processo di colonizzazione che illustri studiosi, primo tra tutti Zitara, hanno ben inquadrato nei loro scritti. Cominciò allora la distruzione dell’economia del Meridione d’Italia,m ridotto a colonia del Nord. L’Umbria e l’Italia Mediana, oggi, rischiano di fare la stessa fine, con un ‘aggravante : ormai i centri dirigenti dei più influenti Istituti bancari, anche quelli che operano sul territorio, sono tutti posizionati fuori dai confini nazionali; chi manovra i rubinetti del credito sono gruppi multinazionali , con intrecci indissolubili con la speculazione e la finanza spericolata che tanto danno hanno arrecato all’economia mondiale. Come possono, queste banche, dare una risposta ai bisogni dei nostri artigiani,m dei nostri piccoli imprenditori, dei nostri lavoratori ? Come può, in questo contesto, la parola banca associarsi a sviluppo, progresso, incentivo all’economia reale ? Le Banche a dimensione territoriale, a carattere cooperativo e non, sono una preziosa presenza, fondamentale , ma ormai rischiano di essere vasi di coccio tra i vasi di ferro e comunque svolgono prevalentemente attività di raccolta del risparmio. Quelle grandi e medie, con poche lodevolissime eccezioni, non sembrano svolgere sempre un ruolo costruttivo al servizio dell’economia reale, specie in una fase di crisi che necessiterebbe ,per il mondo produttivo, di potenti polmoni creditizi su cui contare. Si accumulano patrimoni di aziende e di cittadini falliti nei forzieri delle banche, si gioca sullo spread, ma quando esso cala, guarda caso, la borsa del credito non si allarga di certo e quindi né i cittadini né le imprese ne ricavano un beneficio ! Se a questo sommiamo le incertezze e le prospettive di esuberi per i lavoratori del credito, il cerchio è chiuso drammaticamente. Pertanto, da Presidente di Commissione, annuncio più momenti di confronto sul tema per il prossimo anno e ringrazio doverosamente, senza partigianerie stupide e dannose, il Consigliere Ronconi per la sua iniziativa che, unita a quella del Presidente Guasticchi e ai miei sforzi per una riflessione più generale e incisiva, possono recare un contributo di qualità al tema del ruolo del credito nell’Umbria e nell’Italia mediana. Attorno a grandi temi come questo, pur con differenze , anche profondissime, pur tra scontri, sovente accesi, le forze politiche della Prima Repubblica sapevano unirsi per trovare le necessarie sintesi : quello spirito che animò il Parlamento nei decenni passati va recuperato, anche a livello degli Enti locali, per assolvere al meglio il mandato che i cittadini ci hanno affidato. Ciò tanto più su un tema e su decisioni dalle quali dipende l’apertura o meno dei “ rubinetti “ per la nostra economia agonizzante”.
Gc12531.red