(Cittadino e Provincia) – Perugia 20 marzo 2012 – “La vicenda Cepu – scrive in una nota il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - rappresenta una pagina nera, deplorevole, nel campo delle relazioni sindacali, un affronto intollerabile ai diritti dei lavoratori . Il licenziamento anticipato di 30 collaboratori a progetto, i quali verranno sostituiti da altri lavoratori con contratti trimestrali, è l’esempio più lampante di quella guerra tra poveri che il padronato auspica e promuove approfittando della fase congiunturale negativa, facendo tabula rasa di ogni diritto, di ogni tutela. Tutte le forze politiche che hanno a cuore i diritti del lavoro, conquistati con lotte dure e spesso sanguinose, debbono alzare la voce, far sentire tutta la loro vibrante protesta e, assieme ai Sindacati, ottenere l’annullamento delle decisioni prese dalla Cepu. Questo è il dovere più immediato, da assolvere nelle prossime ore. I parlamentari, gli esponenti della società civile, del mondo intellettuale, i sindacalisti, intraprendano azioni efficaci per raggiungere l’obiettivo, sensibilizzando anche i media nazionali . Tutto ciò però non basta ! Se l’episodio Cepu è infatti l’albero che nasconde la foresta dello sfruttamento e dello smantellamento dei diritti, allora le forze vive della sinistra, che ritengono il conflitto sociale il sale della democrazia e credono che senza diritti e tutele si produce solo imbarbarimento e si acuisce la crisi economica, debbono concentrarsi sull’abbattimento della folta vegetazione del precariato, sulla revisione di quel regime semischiavistico, di sfruttamento, che è il Contratto a progetto ( D.Lgs. 276 / 2003 ), sulla difesa strenua e non negoziabile dell’Articolo 18, oggi più che mai sotto attacco , in assenza di una rappresentanza parlamentare da parte del PRC e delle altre forze di sinistra alternativa. E’ questo il campo di battaglia principale, all’interno del quale vanno messe in atto tutte le iniziative più efficaci . I lavoratori non hanno mai voluto, anzi hanno subito, il selvaggio capitalismo finanziario, speculativo, la cui irreversibile crisi oggi si vorrebbe far pagare a chi nella piramide del lavoro occupa il gradino più basso. La crisi è nata dal capitalismo, pertanto la debbono pagare i capitalisti ; nei “ rischi “ d’impresa è previsto questo, non certo la socializzazione delle perdite. Il gruppo provinciale del PRC intraprenderà ogni azioni utile a far rimangiare al Cepu la sua volontà di passare sopra i diritti di chi lavora e di chi nel mondo del lavoro rappresenta l’anello più debole : si tratta di una battaglia di civiltà, prima ancora che politica”.
Gc12103.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 20 marzo 2012 – “La vicenda Cepu – scrive in una nota il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - rappresenta una pagina nera, deplorevole, nel campo delle relazioni sindacali, un affronto intollerabile ai diritti dei lavoratori . Il licenziamento anticipato di 30 collaboratori a progetto, i quali verranno sostituiti da altri lavoratori con contratti trimestrali, è l’esempio più lampante di quella guerra tra poveri che il padronato auspica e promuove approfittando della fase congiunturale negativa, facendo tabula rasa di ogni diritto, di ogni tutela. Tutte le forze politiche che hanno a cuore i diritti del lavoro, conquistati con lotte dure e spesso sanguinose, debbono alzare la voce, far sentire tutta la loro vibrante protesta e, assieme ai Sindacati, ottenere l’annullamento delle decisioni prese dalla Cepu. Questo è il dovere più immediato, da assolvere nelle prossime ore. I parlamentari, gli esponenti della società civile, del mondo intellettuale, i sindacalisti, intraprendano azioni efficaci per raggiungere l’obiettivo, sensibilizzando anche i media nazionali . Tutto ciò però non basta ! Se l’episodio Cepu è infatti l’albero che nasconde la foresta dello sfruttamento e dello smantellamento dei diritti, allora le forze vive della sinistra, che ritengono il conflitto sociale il sale della democrazia e credono che senza diritti e tutele si produce solo imbarbarimento e si acuisce la crisi economica, debbono concentrarsi sull’abbattimento della folta vegetazione del precariato, sulla revisione di quel regime semischiavistico, di sfruttamento, che è il Contratto a progetto ( D.Lgs. 276 / 2003 ), sulla difesa strenua e non negoziabile dell’Articolo 18, oggi più che mai sotto attacco , in assenza di una rappresentanza parlamentare da parte del PRC e delle altre forze di sinistra alternativa. E’ questo il campo di battaglia principale, all’interno del quale vanno messe in atto tutte le iniziative più efficaci . I lavoratori non hanno mai voluto, anzi hanno subito, il selvaggio capitalismo finanziario, speculativo, la cui irreversibile crisi oggi si vorrebbe far pagare a chi nella piramide del lavoro occupa il gradino più basso. La crisi è nata dal capitalismo, pertanto la debbono pagare i capitalisti ; nei “ rischi “ d’impresa è previsto questo, non certo la socializzazione delle perdite. Il gruppo provinciale del PRC intraprenderà ogni azioni utile a far rimangiare al Cepu la sua volontà di passare sopra i diritti di chi lavora e di chi nel mondo del lavoro rappresenta l’anello più debole : si tratta di una battaglia di civiltà, prima ancora che politica”.
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