(Cittadino e Provincia) – Perugia, 17 dicembre 2013 - “A qualche giorno dall’inizio delle manifestazioni di protesta, un bilancio di quel che è avvenuto può essere sicuramente compiuto . Nonostante gli sforzi di più parti, interessate a difendere il Governo Letta e i potentati finanziari che lo sorreggono, ciò che è avvenuto e sta avvenendo in Italia denota l’esplosione di uno spontaneo malcontento – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - Non avrebbe potuto essere diversamente, date le condizioni in cui versa il Paese : se è vero come è vero che il potere d’acquisto di salari e stipendi è stato letteralmente falcidiato; se è vero che il carovita , al di là delle statistiche ufficiali “ addomesticate “, avanza divorando quel che rimane di condizioni di vita minimamente accettabili per i più; se è vero che le grandi e medio – grandi banche rivendono a caro prezzo ad artigiani e commercianti il denaro preso in prestito a bassi tassi di interesse dalla BCE ( quando non chiudono del tutto i rubinetti , esigendo il doppio di garanzie di un tempo ) ; se è vero che le tasse aumentano per i piccoli e medi contribuenti, con una redistribuzione al contrario della ricchezza prodotta, allora non ci si può stupire di quel che è avvenuto e sta avvenendo, semmai c’è da meravigliarsi che sia avvenuto tardi . Un popolo , quello che lavora e che costruisce la ricchezza del Paese, che si alza la mattina per andare alla catena di montaggio o nella propria bottega senza la certezza di riportare a casa il pane per la propria famiglia, ha alzato la testa . Voler identificare ed etichettare per forza tutti come “ forconi “, come “ fascisti “ o “ anarchici “ non solo non aiuta a risolvere i problemi oggettivi che esistono, non solo non salva la coscienza di conservatori e ipocriti di tutti i colori, ma non è neppure vero : sono scese in piazza e stanno scendendo in piazza persone di tutti gli orientamenti politici e di nessun orientamento politico . Tutti protestano assieme contro un sistema usurocratico, forte con i deboli e debole con i forti . Sono avvenuti , è vero, episodi deplorevoli , come gli attacchi alle Camere del Lavoro, presidi di lotta e di partecipazione democratica ancora, in molti casi , attivi e ramificati sul territorio . Ciò evidenza infiltrazioni fasciste e delinquenziali che occorre vigilare e combattere con tutta la forza, senza se e senza ma, in nome della Costituzione repubblicana e della democrazia, ma raccontare che sia successo solo questo non solo è vergognosamente falso , in quanto nasconde ( quando non censura deliberatamente) la gran parte delle manifestazioni avvenute, pacifiche, democratiche e trasversali, ma non aiuta la sinistra radicale e antagonista nel suo compito, che è quello di stare in mezzo al movimento per guidarlo verso sbocchi progressisti e avanzati che impediscano il successo delle strumentalizzazioni reazionarie , fasciste e populiste che, di certo, non si fermeranno nelle prossime ore . Il movimento , nella sua stragrande maggioranza, ha respinto questi tentativi con fermezza, rifiutando con sdegno, ad esempio, le avances di “ Forza Italia “, tese a recuperare verginità politica con l’appoggio alla piazza, quella stessa piazza che in due decenni ha subito l’attacco allo Stato sociale, ai diritti, alle condizioni di vita proprio da parte di Berlusconi e dei suoi alleati . Si deve partire da questo dato, quindi, e smettere di etichettare il movimento con epiteti che non rispondono alla realtà, che fanno di tutta l’erba un fascio e che rischiano di provocare, alla fine, il rigetto verso chiunque tenti, da posizioni progressiste, di avvicinarsi a chi manifesta . Nelle ultime ore stanno poi imponendosi all’attenzione altri fatti significativi, altri fermenti che non vanno visti come conflittuali, ma complementari a quelli fino ad ora emersi : lo sciopero degli edili, contro la rottura delle trattative per il contratto, ha registrato livelli di partecipazione mai visti negli ultimi anni, evidenziando l’emergere di una rinnovata conflittualità sociale non solo giusta ma necessaria per togliere il Paese dalle secche nelle quali la concertazione l’ha portato . Il presidio delle forze sindacali davanti al Parlamento contro le iniquità della finanziaria ( alias Legge di stabilità ) è un altro episodi significativo . Tutti questi momenti ci parlano di un blocco sociale e storico per il compattamento del quale la sinistra antagonista, di alternativa, non può non lavorare : i lavoratori dipendenti, precari e stabili, gli artigiani, i subfornitori, i piccoli commercianti colpiti dal calo del potere d’acquisto, dalla politica creditizia tutta a favore dei “ forti “, dalle tasse crescenti , i disoccupati, debbono costituire la base di un movimento unitario che chieda la patrimoniale sulle grandi ricchezze, il ripristino dell’Articolo 18 e la sua estensione a tutto il mondo produttivo, la redistribuzione progressiva del carico fiscale a favore dei lavoratori dipendenti e dei piccoli lavoratori autonomi ( come vuole la Costituzione ), una politica creditizia che agevoli, anche con l’intervento statale, i lavoratori e la piccola e media impresa, la lotta all’evasione fiscale, il rifinanziamento della scuola pubblica e l’abolizione delle sovvenzioni a quella privata, l’abolizione o comunque la revisione dei Patti di stabilità che impediscono, nella gran parte dei casi, agli Enti locali di pagare in tempi ragionevoli i fornitori di beni e servizi . Questa la piattaforma che può e deve tenere insieme lavoratori dipendenti e “ partite IVA “ in un blocco sociale e storico unitario, democratico, capace di rinnovare il Paese. Guai, per il movimento progressista, a dividere : bisogna unire, lottare insieme e stare nel movimento con una piattaforma progressista che saldi tutte le lotte che nel Paese si stanno verificando . L’alternativa sarebbe, come sempre è avvenuto nella storia, in presenza di steccati invalicabili, l’orientamento della piccola borghesia verso derive reazionarie, antidemocratiche o dichiaratamente fasciste tipo “ Alba dorata “ , quantomai pericolose e minacciose in questa fase storica” .
Gc13602.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 17 dicembre 2013 - “A qualche giorno dall’inizio delle manifestazioni di protesta, un bilancio di quel che è avvenuto può essere sicuramente compiuto . Nonostante gli sforzi di più parti, interessate a difendere il Governo Letta e i potentati finanziari che lo sorreggono, ciò che è avvenuto e sta avvenendo in Italia denota l’esplosione di uno spontaneo malcontento – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - Non avrebbe potuto essere diversamente, date le condizioni in cui versa il Paese : se è vero come è vero che il potere d’acquisto di salari e stipendi è stato letteralmente falcidiato; se è vero che il carovita , al di là delle statistiche ufficiali “ addomesticate “, avanza divorando quel che rimane di condizioni di vita minimamente accettabili per i più; se è vero che le grandi e medio – grandi banche rivendono a caro prezzo ad artigiani e commercianti il denaro preso in prestito a bassi tassi di interesse dalla BCE ( quando non chiudono del tutto i rubinetti , esigendo il doppio di garanzie di un tempo ) ; se è vero che le tasse aumentano per i piccoli e medi contribuenti, con una redistribuzione al contrario della ricchezza prodotta, allora non ci si può stupire di quel che è avvenuto e sta avvenendo, semmai c’è da meravigliarsi che sia avvenuto tardi . Un popolo , quello che lavora e che costruisce la ricchezza del Paese, che si alza la mattina per andare alla catena di montaggio o nella propria bottega senza la certezza di riportare a casa il pane per la propria famiglia, ha alzato la testa . Voler identificare ed etichettare per forza tutti come “ forconi “, come “ fascisti “ o “ anarchici “ non solo non aiuta a risolvere i problemi oggettivi che esistono, non solo non salva la coscienza di conservatori e ipocriti di tutti i colori, ma non è neppure vero : sono scese in piazza e stanno scendendo in piazza persone di tutti gli orientamenti politici e di nessun orientamento politico . Tutti protestano assieme contro un sistema usurocratico, forte con i deboli e debole con i forti . Sono avvenuti , è vero, episodi deplorevoli , come gli attacchi alle Camere del Lavoro, presidi di lotta e di partecipazione democratica ancora, in molti casi , attivi e ramificati sul territorio . Ciò evidenza infiltrazioni fasciste e delinquenziali che occorre vigilare e combattere con tutta la forza, senza se e senza ma, in nome della Costituzione repubblicana e della democrazia, ma raccontare che sia successo solo questo non solo è vergognosamente falso , in quanto nasconde ( quando non censura deliberatamente) la gran parte delle manifestazioni avvenute, pacifiche, democratiche e trasversali, ma non aiuta la sinistra radicale e antagonista nel suo compito, che è quello di stare in mezzo al movimento per guidarlo verso sbocchi progressisti e avanzati che impediscano il successo delle strumentalizzazioni reazionarie , fasciste e populiste che, di certo, non si fermeranno nelle prossime ore . Il movimento , nella sua stragrande maggioranza, ha respinto questi tentativi con fermezza, rifiutando con sdegno, ad esempio, le avances di “ Forza Italia “, tese a recuperare verginità politica con l’appoggio alla piazza, quella stessa piazza che in due decenni ha subito l’attacco allo Stato sociale, ai diritti, alle condizioni di vita proprio da parte di Berlusconi e dei suoi alleati . Si deve partire da questo dato, quindi, e smettere di etichettare il movimento con epiteti che non rispondono alla realtà, che fanno di tutta l’erba un fascio e che rischiano di provocare, alla fine, il rigetto verso chiunque tenti, da posizioni progressiste, di avvicinarsi a chi manifesta . Nelle ultime ore stanno poi imponendosi all’attenzione altri fatti significativi, altri fermenti che non vanno visti come conflittuali, ma complementari a quelli fino ad ora emersi : lo sciopero degli edili, contro la rottura delle trattative per il contratto, ha registrato livelli di partecipazione mai visti negli ultimi anni, evidenziando l’emergere di una rinnovata conflittualità sociale non solo giusta ma necessaria per togliere il Paese dalle secche nelle quali la concertazione l’ha portato . Il presidio delle forze sindacali davanti al Parlamento contro le iniquità della finanziaria ( alias Legge di stabilità ) è un altro episodi significativo . Tutti questi momenti ci parlano di un blocco sociale e storico per il compattamento del quale la sinistra antagonista, di alternativa, non può non lavorare : i lavoratori dipendenti, precari e stabili, gli artigiani, i subfornitori, i piccoli commercianti colpiti dal calo del potere d’acquisto, dalla politica creditizia tutta a favore dei “ forti “, dalle tasse crescenti , i disoccupati, debbono costituire la base di un movimento unitario che chieda la patrimoniale sulle grandi ricchezze, il ripristino dell’Articolo 18 e la sua estensione a tutto il mondo produttivo, la redistribuzione progressiva del carico fiscale a favore dei lavoratori dipendenti e dei piccoli lavoratori autonomi ( come vuole la Costituzione ), una politica creditizia che agevoli, anche con l’intervento statale, i lavoratori e la piccola e media impresa, la lotta all’evasione fiscale, il rifinanziamento della scuola pubblica e l’abolizione delle sovvenzioni a quella privata, l’abolizione o comunque la revisione dei Patti di stabilità che impediscono, nella gran parte dei casi, agli Enti locali di pagare in tempi ragionevoli i fornitori di beni e servizi . Questa la piattaforma che può e deve tenere insieme lavoratori dipendenti e “ partite IVA “ in un blocco sociale e storico unitario, democratico, capace di rinnovare il Paese. Guai, per il movimento progressista, a dividere : bisogna unire, lottare insieme e stare nel movimento con una piattaforma progressista che saldi tutte le lotte che nel Paese si stanno verificando . L’alternativa sarebbe, come sempre è avvenuto nella storia, in presenza di steccati invalicabili, l’orientamento della piccola borghesia verso derive reazionarie, antidemocratiche o dichiaratamente fasciste tipo “ Alba dorata “ , quantomai pericolose e minacciose in questa fase storica” .
Gc13602.red