"Fra i martiri della guerra di liberazione dal nazifascismo, il personaggio più emblematico"
A ricordo di Venanzio Gabriotti valoroso eroe, la presidenza della Provincia di Perugia, dichiara: “Se pensiamo ai tanti giovani che il nostro immaginario evoca quando riflettiamo sulla guerra partigiana, la figura di Gabriotti - che quel 9 maggio di settant'anni fa aveva compiuto da poco i sessantuno anni - acquista subito un'altra dimensione, la statura del martire adulto, sapiente, saggio, della guida morale e strategica dei tanti che volevano combattere contro il tiranno. Un uomo di sessantuno anni, pluridecorato della Prima Guerra Mondiale, non si sacrifica per un atto di spavalderia, ma facendo scorrere nella sua mente interi capitoli della storia d'Italia, rivivendo pagine di sacrificio nella vita di tutti i giorni e nella vita militare, tenendo ben ferme le realizzazioni che aveva fatto in tempo a organizzare e a gestire per il Partito popolare prima e per la Democrazia cristiana poi. Gabbiotti – continua - quel 9 marzo del 1944, aveva ormai davanti a sé il disegno della liberazione (non a caso, solo pochi giorni prima della sua morte, era stato celebrata con la sua regia la festa del Primo maggio a Pietralunga). Egli, dall'alto della sua grande esperienza, cominciava sicuramente a progettare le linee dell'Italia di domani, libera dalla dittatura, e, in questo scenario, sicuramente già si adoperava per dare un ruolo al territorio umbro, da lui tanto amato e conosciuto nel passaggio dall'Ottocento al pieno Novecento. Ecco, dunque, per intero, il significato della sua emblematicità. Noi ripensiamo alla sua figura con la commozione dovuta al martirio ma anche con il senso di devozione che si deve a un padre fondatore, a un uomo dalle cui idee stavano per uscire - e sicuramente sarebbero uscite - idee brillanti per la riorganizzazione del tessuto democratico locale e nazionale. Così, l'anno che ci separa dal settantesimo della liberazione sia l'anno che, nel nome di Venanzio Gabriotti, ripercorre gli esempi di vita, gli atti di eroismo e le progettualità che, a partire dai valori della fondazione della nuova Italia, uomini e donne di diverse generazioni, i padri e i figli, hanno incarnato e materialmente applicato alle macerie di cui s'era riempita la Nazione”
A ricordo di Venanzio Gabriotti valoroso eroe, la presidenza della Provincia di Perugia, dichiara: “Se pensiamo ai tanti giovani che il nostro immaginario evoca quando riflettiamo sulla guerra partigiana, la figura di Gabriotti - che quel 9 maggio di settant'anni fa aveva compiuto da poco i sessantuno anni - acquista subito un'altra dimensione, la statura del martire adulto, sapiente, saggio, della guida morale e strategica dei tanti che volevano combattere contro il tiranno. Un uomo di sessantuno anni, pluridecorato della Prima Guerra Mondiale, non si sacrifica per un atto di spavalderia, ma facendo scorrere nella sua mente interi capitoli della storia d'Italia, rivivendo pagine di sacrificio nella vita di tutti i giorni e nella vita militare, tenendo ben ferme le realizzazioni che aveva fatto in tempo a organizzare e a gestire per il Partito popolare prima e per la Democrazia cristiana poi. Gabbiotti – continua - quel 9 marzo del 1944, aveva ormai davanti a sé il disegno della liberazione (non a caso, solo pochi giorni prima della sua morte, era stato celebrata con la sua regia la festa del Primo maggio a Pietralunga). Egli, dall'alto della sua grande esperienza, cominciava sicuramente a progettare le linee dell'Italia di domani, libera dalla dittatura, e, in questo scenario, sicuramente già si adoperava per dare un ruolo al territorio umbro, da lui tanto amato e conosciuto nel passaggio dall'Ottocento al pieno Novecento. Ecco, dunque, per intero, il significato della sua emblematicità. Noi ripensiamo alla sua figura con la commozione dovuta al martirio ma anche con il senso di devozione che si deve a un padre fondatore, a un uomo dalle cui idee stavano per uscire - e sicuramente sarebbero uscite - idee brillanti per la riorganizzazione del tessuto democratico locale e nazionale. Così, l'anno che ci separa dal settantesimo della liberazione sia l'anno che, nel nome di Venanzio Gabriotti, ripercorre gli esempi di vita, gli atti di eroismo e le progettualità che, a partire dai valori della fondazione della nuova Italia, uomini e donne di diverse generazioni, i padri e i figli, hanno incarnato e materialmente applicato alle macerie di cui s'era riempita la Nazione”