La storia della Resistenza Italiana, dalla conquista violenta del potere del fascismo mussoliniano alla nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946, raccontata in una mostra presso la Loggia di Ponente, dal 23 al 27 aprile. La mostra, curata dall'ANPI, in collaborazione con l'Istituto ISUC, è stata presentata oggi in Provincia alla presenza della Presidenza della Provincia, dell'Assessorato provinciale al Lavoro, Formazione e Pubblica Istruzione, rappresentanti dell'Anpi ed Isuc.
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 aprile ’09 – La storia della Resistenza Italiana, dalla conquista violenta del potere del fascismo mussoliniano alla nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946, raccontata in una mostra dal titolo “Dalla dittatura alla democrazia” allestita nel Palazzo della Provincia di Perugia presso la Loggia di Ponente, dal 23 al 27 aprile. La mostra, curata dall’ANPI, in collaborazione con l’Istituto ISUC, è stata presentata nella giornata di oggi in Provincia alla presenza della Presidenza della Provincia, dell’Assessorato provinciale al Lavoro, Formazione e Pubblica Istruzione, rappresentanti dell’Anpi ed Isuc. “La documentazione fotografica – si legge in una nota - restituisce uno scorcio di un periodo epico e drammatico, un frammento della vicenda umana di coloro che scelsero di combattere e morirono per una profonda aspirazione alla libertà e alla giustizia. Ridare corpo, attraverso un percorso storico didattico, a quelle esistenze normali, talora felici e scanzonate, di uomini e donne che di fronte al dramma della violenza e della sopraffazione, decisero di non rimanere attoniti spettatori, significa attualizzare e vivificare gli ideali che hanno animato quegli anni drammatici e che rappresentano il fondamento del nostro vivere civile. Per non dimenticare – continua la nota - che la partecipazione e l'impegno sociale fanno parte della vita di ognuno di noi, in quanto fattori imprescindibili per salvaguardare una società in cui i diritti del singolo e della collettività, frutto maturo e doloroso del sacrificio di coloro che vogliamo ricordare, siano rispettati”. “A pochi anni dal sessantesimo anniversario della nascita della Repubblica italiana – si è detto in conferenza -, abbiamo deciso di realizzare questa mostra al fine di rendere la memoria ulteriormente accessibile e pertanto pienamente operante. L’iniziativa si rivolge in primo luogo ai giovani, agli insegnanti e a tutte le persone interessate a capire meglio le nostre radici, il processo di formazione della nostra identità democratica. Un racconto sulla Resistenza in grado di restituire tutta l’umanità e la complessità di quei mesi in cui non solo si riconquistò la dignità nazionale ma si affermarono quei principi di uguaglianza, solidarietà e dignità individuale e collettiva che sono alla base della nostra Costituzione. L’abbozzo critico proposto, quindi, è un’“esca” per afferrare il visitatore e trascinarlo nell’affascinante, e drammatica, avventura umana che la storia ci presenta. La mostra – montata attraverso l’uso di documenti d’archivio, disegni, quadri e memorie – vuole anche avere un forte richiamo etico e morale per i giovani ed è per questo che la storia della Resistenza italiana è stata ricostruita in gran parte attraverso le vite “esemplari” dei partigiani che hanno combattuto per la libertà. Dagli ideali che hanno animato i giovani che hanno sacrificato la propria vita per la libertà e la fine dell'orrore è sbocciata la nostra Costituzione repubblicana, libro dei sogni di una generazione provata dalla sofferenza e traboccante di speranza. Emergono così temi che fanno capire come ancora oggi parlare di Resistenza non significhi occuparsi di un passato pur nobile e importante, bensì riflettere su quello che è la nostra contemporaneità. Principi che ancor di più in questo periodo davvero difficile, in cui viene rimessa in gioco la stessa pace costituzionale conquistata nel 1946, vanno difesi e promossi contro ogni attacco. Temi come la scelta della violenza, come sopravvivere alla guerra, il prezzo pagato dai civili (donne, bambini) nella guerra moderna, il diritto dei popoli alla loro libertà, sono tutte questioni aperte che ci interpellano oggi come sessanta anni fa nel nostro essere parte di una cittadinanza, nazionale ed europea, sempre più complessa e problematica”. “Iniziative come queste – è stato detto dall’Assessorato alla Formazione e Pubblica Istruzione – non ce ne sono a sufficienza, bisogna andare molto lontano con la memoria. Come Provincia sul tema dei diritti civili ci siamo molto impegnati anche coinvolgendo le scuole”. Per la Presidenza “La Provincia ha l’obbligo morale e politico di continuare a difendere questo periodo così importante per la storia italiana”. Il presidente dell’Isuc ha parlato dell’iniziativa di un museo della Resistenza diffuso che ricordi i luoghi di quel periodo in Umbria “per poter giungere a definire una data certa sull’inizio della democrazia, come il 4 luglio per gli Stati Uniti o il 14 luglio per la Francia”.
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(Cittadino e Provincia) – Perugia, 23 aprile ’09 – La storia della Resistenza Italiana, dalla conquista violenta del potere del fascismo mussoliniano alla nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946, raccontata in una mostra dal titolo “Dalla dittatura alla democrazia” allestita nel Palazzo della Provincia di Perugia presso la Loggia di Ponente, dal 23 al 27 aprile. La mostra, curata dall’ANPI, in collaborazione con l’Istituto ISUC, è stata presentata nella giornata di oggi in Provincia alla presenza della Presidenza della Provincia, dell’Assessorato provinciale al Lavoro, Formazione e Pubblica Istruzione, rappresentanti dell’Anpi ed Isuc. “La documentazione fotografica – si legge in una nota - restituisce uno scorcio di un periodo epico e drammatico, un frammento della vicenda umana di coloro che scelsero di combattere e morirono per una profonda aspirazione alla libertà e alla giustizia. Ridare corpo, attraverso un percorso storico didattico, a quelle esistenze normali, talora felici e scanzonate, di uomini e donne che di fronte al dramma della violenza e della sopraffazione, decisero di non rimanere attoniti spettatori, significa attualizzare e vivificare gli ideali che hanno animato quegli anni drammatici e che rappresentano il fondamento del nostro vivere civile. Per non dimenticare – continua la nota - che la partecipazione e l'impegno sociale fanno parte della vita di ognuno di noi, in quanto fattori imprescindibili per salvaguardare una società in cui i diritti del singolo e della collettività, frutto maturo e doloroso del sacrificio di coloro che vogliamo ricordare, siano rispettati”. “A pochi anni dal sessantesimo anniversario della nascita della Repubblica italiana – si è detto in conferenza -, abbiamo deciso di realizzare questa mostra al fine di rendere la memoria ulteriormente accessibile e pertanto pienamente operante. L’iniziativa si rivolge in primo luogo ai giovani, agli insegnanti e a tutte le persone interessate a capire meglio le nostre radici, il processo di formazione della nostra identità democratica. Un racconto sulla Resistenza in grado di restituire tutta l’umanità e la complessità di quei mesi in cui non solo si riconquistò la dignità nazionale ma si affermarono quei principi di uguaglianza, solidarietà e dignità individuale e collettiva che sono alla base della nostra Costituzione. L’abbozzo critico proposto, quindi, è un’“esca” per afferrare il visitatore e trascinarlo nell’affascinante, e drammatica, avventura umana che la storia ci presenta. La mostra – montata attraverso l’uso di documenti d’archivio, disegni, quadri e memorie – vuole anche avere un forte richiamo etico e morale per i giovani ed è per questo che la storia della Resistenza italiana è stata ricostruita in gran parte attraverso le vite “esemplari” dei partigiani che hanno combattuto per la libertà. Dagli ideali che hanno animato i giovani che hanno sacrificato la propria vita per la libertà e la fine dell'orrore è sbocciata la nostra Costituzione repubblicana, libro dei sogni di una generazione provata dalla sofferenza e traboccante di speranza. Emergono così temi che fanno capire come ancora oggi parlare di Resistenza non significhi occuparsi di un passato pur nobile e importante, bensì riflettere su quello che è la nostra contemporaneità. Principi che ancor di più in questo periodo davvero difficile, in cui viene rimessa in gioco la stessa pace costituzionale conquistata nel 1946, vanno difesi e promossi contro ogni attacco. Temi come la scelta della violenza, come sopravvivere alla guerra, il prezzo pagato dai civili (donne, bambini) nella guerra moderna, il diritto dei popoli alla loro libertà, sono tutte questioni aperte che ci interpellano oggi come sessanta anni fa nel nostro essere parte di una cittadinanza, nazionale ed europea, sempre più complessa e problematica”. “Iniziative come queste – è stato detto dall’Assessorato alla Formazione e Pubblica Istruzione – non ce ne sono a sufficienza, bisogna andare molto lontano con la memoria. Come Provincia sul tema dei diritti civili ci siamo molto impegnati anche coinvolgendo le scuole”. Per la Presidenza “La Provincia ha l’obbligo morale e politico di continuare a difendere questo periodo così importante per la storia italiana”. Il presidente dell’Isuc ha parlato dell’iniziativa di un museo della Resistenza diffuso che ricordi i luoghi di quel periodo in Umbria “per poter giungere a definire una data certa sull’inizio della democrazia, come il 4 luglio per gli Stati Uniti o il 14 luglio per la Francia”.
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