Ai giardini “Berardo Berardi” si è invece svolto l’incontro “Hip-hop & rap culture” con il rapper-produttore e scrittore Amir Issaa, presentato da Borbala Samu (Associata di Didattica delle Lingue Moderne UniStraPg), e in conversazione con Albana Muco. Issa ha raccontato come la cultura hip-hop gli ha permesso di superare la crisi identitaria e intraprendere un percorso di riscatto. Non sono mancati riferimenti anche ai suoi libri: “Educazione Rap” – titolo scelto da Issa come provocatorio poiché nell’immaginario comune il rap è diseducazione – e “This is What I Live For”. Dal rap per evadere da scuola, al rap per rientrare nei contesti educativi come i tour in Italia e in America, Amir ha interagito con i più giovani del pubblico e ha trasmesso il valore del rap come strumento didattico che avvicina al mondo giovanile, come linguaggio moderno e contemporaneo che permette di incanalare la rabbia e il disagio interiore in qualcosa di artistico-creativo.
La seconda giornata è iniziata con l’attività ludica “Scacchi per grandi e piccini” organizzata da Bruno Spito. Adulti e ragazzi si sono sfidati in piazza Mazzini.
La giornata è continuata presso la biblioteca Ulisse alla presenza di Mariano Centomo (referente di Libera per la scuola Rosselli-Rasetti), Roberto Orfei (referente di Libera Prov. Perugia “Roberto Morrione”), e Ivonne Fuschiotto, volontaria del Presidio Perugia per parlare di legalità e giustizia sociale, del ruolo di “Libera contro le mafie” e di memoria. “Quest’ultima”, ha spiegato Orfei “ridà dignità alle vittime innocenti delle mafie; la memoria può essere anche pericolosa se porta con sé rancore, oppure essere solamente celebrativa. A noi interessa quel tipo di memoria che si traduce in impegno”. Questo incontro si è rivelato un primo appuntamento per la nascita di un nuovo coordinamento o gruppo di Libera del Trasimeno.
Ha chiuso il Festival un’esplosione di colori e suoni dal mondo: danza del ventre “I fiori del Sahara”, tatuaggi all’henné, sfilata di costumi tradizionali. Quest’anno il défilé è stato arricchito dagli abiti dello stilista nuziale e tunisino Omar ben Fraj grazie al prezioso contributo di Hayet Ferchichi. Ed infine il tour gastronomico delle specialità culinarie di 25 nazionalità: Scozia, Mali, Regno Unito, Repubblica Ceca, Albania, Tunisia, Olanda, Ungheria, Costa d’Avorio, Italia, Sud Africa, USA, Bangladesh, Ecuador, Marocco, Palestina, Guinea, Francia, Romania, Siria, Malawi, Gambia, Perù, Spagna, Polonia.
E per concludere lo spettacolo musicale molto coinvolgente dei gruppi Danza Africana Perugia e Allpalatina - folklore andino.
Panicale24026.ET