(Cittadino e Provincia) – Panicale, 29 giugno ’24 – Venticinque nazionalità in Piazza Mazzini per chiudere il secondo “Essere Insieme Festival”.
La manifestazione, promossa dalla Pro Loco di Tavernelle con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Panicale è andata in scena lo scorso fine settimana tra una molteplicità di incontri e confronti interculturali. Una celebrazione collettiva culminata con l’incontro tra le diverse nazionalità presenti sul territorio, “scese in piazza” con i colori dei propri costumi e delle proprie tradizioni culinarie.
L’apertura della manifestazione è stata dedicata al tema dell’inclusione scolastica ed ha visto il saluto istituzionale del sindaco Giulio Cherubini. Partendo dalle riflessioni suscitate da due racconti – letti ad alta voce da Cinzia Biani e Sabrina Caciotto – tratti dal libro “I bambini si rompono facilmente” di Silvia Vecchini, quest’ultima insieme a Moira Sannipoli (Associata di Didattica e Pedagogia Speciale UniPg) e Anna Caffio (Coordinatrice progetto MSNA di Panicale), e Albana Muco (Docente) hanno dialogato su come mettere in atto l’inclusione, gestire la complessità e i meccanismi di categorizzazione e semplificazione. Diversi i punti di vista, a partire dal mondo dei bambini che si collega a quello degli adulti e delle agenzie di socializzazione come scuola e famiglia. Per l’occasione si sono esibiti con il brano “Lo stretto indispensabile” Sabrina Dottori (voce), Lorenzo Pallecchi (batteria) e Andrea di Cintio (basso).
Si è proseguito con il laboratorio espressivo di comunità a cura di Camilla Urso dal titolo “l’ospite inatteso”, un vero e proprio incontro intergenerazionale e interculturale. “Ognuno di noi è una casa che per vivere con gioia ha bisogno di ospitare l’altro e di farsi ospitare”, ha affermato al termine dell’attività Urso.
Ai giardini “Berardo Berardi” si è invece svolto l’incontro “Hip-hop & rap culture” con il rapper-produttore e scrittore Amir Issaa, presentato da Borbala Samu (Associata di Didattica delle Lingue Moderne UniStraPg), e in conversazione con Albana Muco. Issa ha raccontato come la cultura hip-hop gli ha permesso di superare la crisi identitaria e intraprendere un percorso di riscatto. Non sono mancati riferimenti anche ai suoi libri: “Educazione Rap” – titolo scelto da Issa come provocatorio poiché nell’immaginario comune il rap è diseducazione – e “This is What I Live For”. Dal rap per evadere da scuola, al rap per rientrare nei contesti educativi come i tour in Italia e in America, Amir ha interagito con i più giovani del pubblico e ha trasmesso il valore del rap come strumento didattico che avvicina al mondo giovanile, come linguaggio moderno e contemporaneo che permette di incanalare la rabbia e il disagio interiore in qualcosa di artistico-creativo.
La seconda giornata è iniziata con l’attività ludica “Scacchi per grandi e piccini” organizzata da Bruno Spito. Adulti e ragazzi si sono sfidati in piazza Mazzini.
La giornata è continuata presso la biblioteca Ulisse alla presenza di Mariano Centomo (referente di Libera per la scuola Rosselli-Rasetti), Roberto Orfei (referente di Libera Prov. Perugia “Roberto Morrione”), e Ivonne Fuschiotto, volontaria del Presidio Perugia per parlare di legalità e giustizia sociale, del ruolo di “Libera contro le mafie” e di memoria. “Quest’ultima”, ha spiegato Orfei “ridà dignità alle vittime innocenti delle mafie; la memoria può essere anche pericolosa se porta con sé rancore, oppure essere solamente celebrativa. A noi interessa quel tipo di memoria che si traduce in impegno”. Questo incontro si è rivelato un primo appuntamento per la nascita di un nuovo coordinamento o gruppo di Libera del Trasimeno.
Ha chiuso il Festival un’esplosione di colori e suoni dal mondo: danza del ventre “I fiori del Sahara”, tatuaggi all’henné, sfilata di costumi tradizionali. Quest’anno il défilé è stato arricchito dagli abiti dello stilista nuziale e tunisino Omar ben Fraj grazie al prezioso contributo di Hayet Ferchichi. Ed infine il tour gastronomico delle specialità culinarie di 25 nazionalità: Scozia, Mali, Regno Unito, Repubblica Ceca, Albania, Tunisia, Olanda, Ungheria, Costa d’Avorio, Italia, Sud Africa, USA, Bangladesh, Ecuador, Marocco, Palestina, Guinea, Francia, Romania, Siria, Malawi, Gambia, Perù, Spagna, Polonia.
E per concludere lo spettacolo musicale molto coinvolgente dei gruppi Danza Africana Perugia e Allpalatina - folklore andino.
Panicale24026.ET
(Cittadino e Provincia) – Panicale, 29 giugno ’24 – Venticinque nazionalità in Piazza Mazzini per chiudere il secondo “Essere Insieme Festival”.
La manifestazione, promossa dalla Pro Loco di Tavernelle con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Panicale è andata in scena lo scorso fine settimana tra una molteplicità di incontri e confronti interculturali. Una celebrazione collettiva culminata con l’incontro tra le diverse nazionalità presenti sul territorio, “scese in piazza” con i colori dei propri costumi e delle proprie tradizioni culinarie.
L’apertura della manifestazione è stata dedicata al tema dell’inclusione scolastica ed ha visto il saluto istituzionale del sindaco Giulio Cherubini. Partendo dalle riflessioni suscitate da due racconti – letti ad alta voce da Cinzia Biani e Sabrina Caciotto – tratti dal libro “I bambini si rompono facilmente” di Silvia Vecchini, quest’ultima insieme a Moira Sannipoli (Associata di Didattica e Pedagogia Speciale UniPg) e Anna Caffio (Coordinatrice progetto MSNA di Panicale), e Albana Muco (Docente) hanno dialogato su come mettere in atto l’inclusione, gestire la complessità e i meccanismi di categorizzazione e semplificazione. Diversi i punti di vista, a partire dal mondo dei bambini che si collega a quello degli adulti e delle agenzie di socializzazione come scuola e famiglia. Per l’occasione si sono esibiti con il brano “Lo stretto indispensabile” Sabrina Dottori (voce), Lorenzo Pallecchi (batteria) e Andrea di Cintio (basso).
Si è proseguito con il laboratorio espressivo di comunità a cura di Camilla Urso dal titolo “l’ospite inatteso”, un vero e proprio incontro intergenerazionale e interculturale. “Ognuno di noi è una casa che per vivere con gioia ha bisogno di ospitare l’altro e di farsi ospitare”, ha affermato al termine dell’attività Urso.
Ai giardini “Berardo Berardi” si è invece svolto l’incontro “Hip-hop & rap culture” con il rapper-produttore e scrittore Amir Issaa, presentato da Borbala Samu (Associata di Didattica delle Lingue Moderne UniStraPg), e in conversazione con Albana Muco. Issa ha raccontato come la cultura hip-hop gli ha permesso di superare la crisi identitaria e intraprendere un percorso di riscatto. Non sono mancati riferimenti anche ai suoi libri: “Educazione Rap” – titolo scelto da Issa come provocatorio poiché nell’immaginario comune il rap è diseducazione – e “This is What I Live For”. Dal rap per evadere da scuola, al rap per rientrare nei contesti educativi come i tour in Italia e in America, Amir ha interagito con i più giovani del pubblico e ha trasmesso il valore del rap come strumento didattico che avvicina al mondo giovanile, come linguaggio moderno e contemporaneo che permette di incanalare la rabbia e il disagio interiore in qualcosa di artistico-creativo.
La seconda giornata è iniziata con l’attività ludica “Scacchi per grandi e piccini” organizzata da Bruno Spito. Adulti e ragazzi si sono sfidati in piazza Mazzini.
La giornata è continuata presso la biblioteca Ulisse alla presenza di Mariano Centomo (referente di Libera per la scuola Rosselli-Rasetti), Roberto Orfei (referente di Libera Prov. Perugia “Roberto Morrione”), e Ivonne Fuschiotto, volontaria del Presidio Perugia per parlare di legalità e giustizia sociale, del ruolo di “Libera contro le mafie” e di memoria. “Quest’ultima”, ha spiegato Orfei “ridà dignità alle vittime innocenti delle mafie; la memoria può essere anche pericolosa se porta con sé rancore, oppure essere solamente celebrativa. A noi interessa quel tipo di memoria che si traduce in impegno”. Questo incontro si è rivelato un primo appuntamento per la nascita di un nuovo coordinamento o gruppo di Libera del Trasimeno.
Ha chiuso il Festival un’esplosione di colori e suoni dal mondo: danza del ventre “I fiori del Sahara”, tatuaggi all’henné, sfilata di costumi tradizionali. Quest’anno il défilé è stato arricchito dagli abiti dello stilista nuziale e tunisino Omar ben Fraj grazie al prezioso contributo di Hayet Ferchichi. Ed infine il tour gastronomico delle specialità culinarie di 25 nazionalità: Scozia, Mali, Regno Unito, Repubblica Ceca, Albania, Tunisia, Olanda, Ungheria, Costa d’Avorio, Italia, Sud Africa, USA, Bangladesh, Ecuador, Marocco, Palestina, Guinea, Francia, Romania, Siria, Malawi, Gambia, Perù, Spagna, Polonia.
E per concludere lo spettacolo musicale molto coinvolgente dei gruppi Danza Africana Perugia e Allpalatina - folklore andino.
Panicale24026.ET