Dalla presentazione della mostra, firmata Sandro Allegrini, citiamo: “Angelo Buonumori presenta alla città una rassegna della sua inesauribile creatività d’artista. Lo fa squadernando aspetti editi e inediti di una ricerca che si è dipanata nell’ultimo ventennio.
In questa mostra, tra le modalità note, ritroviamo i ritratti pittorici e grafici, che non si limitano a catturare un soggetto, Angelo ne delinea la personalità e cerca di leggere il personaggio senza infingimenti, libero dalla menzogna che lo vuole veritiero.
Ne escono ritratti essenziali, completi, anche se apparentemente incompiuti.
Dimostrando come, nel campo dell’arte, l’economia sia sempre bellezza.
Altra sezione che lambisce il divertissement sono le tabulae pictae dell’alfabeto. Si tratta di un ardito mix di immagini e testi che spesso non hanno, o non vogliono avere, un nesso logico.
Di sicura originalità il capitolo ‘Blow up’ che cita il film di Antonioni e, in qualche modo, elabora e potenzia il senso di meraviglia suscitato dalla scoperta / constatazione di come nella realtà possano essere inclusi lacerti di verità.
Si tratta di un percorso che incrocia materia e tecnologia e che stimola di più la curiosità, l’aviditas cognoscendi, secondo l’intuizione del Metastasio: ‘La meraviglia/dell’ignoranza è figlia e madre del saper’. E siamo alla sezione ‘Abstract’, che propone connotati tutt’altro che astratti.
Si tratta di una presunta astrazione che poggia saldamente su elementi di forte suggestione realistica in cui intercettiamo facilmente elementi della natura, del corpo umano in un ludus ininterrotto, di balzi e di rimpalli, tra immagine e parola.
Una di queste opere si intitola “I did it my way”, l’epigrafe della famosa canzone interpretata da Sinatra da cui nasce il titolo della mostra.
E non può essere - questa proposta da Angelo - altro che la legittima e orgogliosa rivendicazione di uomo e di artista: quella di essere vissuto ‘a modo suo’. Esprimendo, come sempre ha fatto, la propria identità di persona alla perenne ricerca dei perché”.