Guasticchi: "Musica veicolo di pace e amicizia fra i popoli"
“Il Festival delle Nazioni di Città di Castello tocca quest'anno uno dei punti nevralgici della faticosa e difficile coesistenza di antiche civiltà fondative all'interno degli attuali processi di integrazione politica europea. L'Armenia è una terra alla quale l'Europa deve moltissimo nei termini delle sue radici e questo è il dato culturale che solo e più di altri conta, che solo e più di altri può tenere accesa la via del dialogo fra Nazioni oggi separate da appartenenze a diverse unità sovranazionali. Le basi sulle quali poggia il dialogo di oggi sono lontanissime ma certissime. La musica e la spiritualità che essa conserva e incrementa non temono la lontananza del passato e, invece, si esaltano nella progettazione del futuro. Per questo, ogni tipo di contingenza storica, per quanto dolorosa e infausta, riceve dalla programmazione di incontri culturali ad altissimo livello, come quello tifernate, la spinta necessaria a costruire sulle difficoltà di oggi la certezza del futuro. Città di Castello si dimostra una volta di più all'altezza di un compito così importante e decisivo ospitando la profonda matrice spirituale delle genti dell'Armenia, facendo dell'appuntamento che oggi si inaugura il crocevia di un rapporto indelebile e ricco di premesse nell'interesse di tutte le Nazioni coinvolte e da coinvolgere nell'opera di pacificazione. La presenza dei musicisti armeni al Festival tifernate non è una parentesi dentro le drammatiche vicende che agitano l'Europa e i Paesi con essa confinanti. E', semmai, una fortissima testimonianza, che risuona di accenti accorati e sublimi, sciolta da ogni condizionamento, viva nella sua assolutezza attraverso i millenni, duratura nella promessa di unità fra i popoli delle Nazioni. In un angolo della piccola Umbria, il mondo ha la pretesa, la possibilità e la certezza culturale di potersi ritrovare per fondare nuove intese e favorire autentiche speranze di progresso e di pace. Il Presidente del Festival delle Nazioni, Giuliano Giubilei, il consiglio di amministrazione e lo staff artistico ed organizzativo della manifestazione tifernate ancora una volta, pur fra mille ristrettezze economico-finanziarie, hanno allestito un programma di grande valore culturale che travalica i confini nazionali”.
“Il Festival delle Nazioni di Città di Castello tocca quest'anno uno dei punti nevralgici della faticosa e difficile coesistenza di antiche civiltà fondative all'interno degli attuali processi di integrazione politica europea. L'Armenia è una terra alla quale l'Europa deve moltissimo nei termini delle sue radici e questo è il dato culturale che solo e più di altri conta, che solo e più di altri può tenere accesa la via del dialogo fra Nazioni oggi separate da appartenenze a diverse unità sovranazionali. Le basi sulle quali poggia il dialogo di oggi sono lontanissime ma certissime. La musica e la spiritualità che essa conserva e incrementa non temono la lontananza del passato e, invece, si esaltano nella progettazione del futuro. Per questo, ogni tipo di contingenza storica, per quanto dolorosa e infausta, riceve dalla programmazione di incontri culturali ad altissimo livello, come quello tifernate, la spinta necessaria a costruire sulle difficoltà di oggi la certezza del futuro. Città di Castello si dimostra una volta di più all'altezza di un compito così importante e decisivo ospitando la profonda matrice spirituale delle genti dell'Armenia, facendo dell'appuntamento che oggi si inaugura il crocevia di un rapporto indelebile e ricco di premesse nell'interesse di tutte le Nazioni coinvolte e da coinvolgere nell'opera di pacificazione. La presenza dei musicisti armeni al Festival tifernate non è una parentesi dentro le drammatiche vicende che agitano l'Europa e i Paesi con essa confinanti. E', semmai, una fortissima testimonianza, che risuona di accenti accorati e sublimi, sciolta da ogni condizionamento, viva nella sua assolutezza attraverso i millenni, duratura nella promessa di unità fra i popoli delle Nazioni. In un angolo della piccola Umbria, il mondo ha la pretesa, la possibilità e la certezza culturale di potersi ritrovare per fondare nuove intese e favorire autentiche speranze di progresso e di pace. Il Presidente del Festival delle Nazioni, Giuliano Giubilei, il consiglio di amministrazione e lo staff artistico ed organizzativo della manifestazione tifernate ancora una volta, pur fra mille ristrettezze economico-finanziarie, hanno allestito un programma di grande valore culturale che travalica i confini nazionali”.